Ci tocca anche questa volta parlare della “pandemia”, dopo che il ministro Gualtieri ha affermato che se il virus verrà tenuto sotto controllo il Pil del prossimo anno potrebbe essere superiore alle attese. Come tutti saprete, il numero dei tamponi fatti giornalmente è in continuo aumento (ormai siamo sui 160 mila al giorno). Quello che invece rimane stabile è la percentuale di infetti che vengono rilevati: circa il 9%. Prendendo per buono questo dato, si può stimare che su 60 milioni di abitanti il numero di infetti sia circa 5,4 milioni di persone. Visto che il numero di infetti adoggi rilevati dall’inizio sono meno di 500 mila, direi che l’effetto “pandemia” durerà ancora a lungo.
Fino a quando? Questo è un rebus, ma ho il sospetto che il citato “effetto pandemia” si sgonfierà magicamente quando richiederemo il prestito del Mes. Lo vuole il Pd, lo vuole Forza Italia, lo vuole Italia Viva di Renzi: mi pare vi siano forze sufficienti per sopperire ai voti di quella parte del M5S che lo rifiuta a tutti i costi.
L’ultimo Dpcm, nella sua assurdità, serve a chiarire le cose: è chiaro che non otterrà alcun effetto per il contenimento dell’epidemia; siamo a livelli ridicoli di diffusione di infezione. Io non mi intendo di medicina, ma di numeri si. E ora vi mostro quello che si può ricavare dai numeri ufficiali, reperibili qui. Ho fatto il rapporto tra la colonna “totale_casi” e “tamponi”. Il grafico è eloquente.
Ho fatto un cerchio sui dati degli ultimi giorni, quelli che identificano l’attuale situazione di “emergenza”. Mi pare ovvio che se moltiplichi i tamponi, si moltiplicheranno anche il numero di infetti Covid. Che però stanno benissimo. Infatti…
Da luglio, il rapporto tra quelli che sono stati ricoverati con sintomi e il totale dei positivi sostanzialmente non cambia. Ma vediamo nel dettaglio i dati di questo mese di ottobre, fino al 28.
Il calo è evidente no? In altre parole, aumentano i tamponi ma non la percentuale di positivi. E soprattutto tra i positivi, quelli che hanno i sintomi e vengono ricoverati, in percentuale calano sui positivi.
Allora come mai questo tono da disperazione del Premier Conte e dei suoi ministri riguardo la “preoccupante” avanzata del Covid? Ovviamente per giustificare e imporre il lockdown e arrivare al vero obiettivo, la distruzione dell’economia. E la stanno ottenendo, proprio in questi giorni, con i continui cali di borsa (di cui nessuno parla) dopo un periodo di incertezza. In soli tre giorni le perdite delle principali borse europee vanno dal 6% al 9%. Le banche sono protette dalla Bce che può stampare quanto denaro le pare (come ha fatto e continua a fare), ma gli Stati? Come faranno, col debito che vola alle stelle e l’economia che non riprende? Semplice, chiederanno aiuto.
E così il trappolone del Mes sarà servito: un trappolone per gonzi, poiché andremo a indebitarci per una somma in fin dei conti irrisoria (circa 36-37 miliardi), ma spropositata per il solo settore sanitario. Inoltre, si tratta di un debito inutile, visto che il ministero del Tesoro ha in pancia circa 75 miliardi. Perché non impiegare quei soldi, oltretutto senza fare nuovo debito e senza vincoli?
“Dobbiamo chiudere tutto e dobbiamo decidere oggi, non domani. Siamo a un passo dalla tragedia”. Queste sono le parole del governatore della Campania De Luca: ma la tragedia vera è quella dell’economia distrutta, della mancanza di lavoro, dei fallimenti, delle partite Iva senza alcuna rete di protezione; senza contare i danni psicologici che portano alla depressione e troppe volte al suicidio. La società civile è in ebollizione, è esasperata dall’incertezza e dalla precarietà e nessuna delle istituzioni se ne preoccupa. Questo è l’aspetto più grave, questa è la vera tragedia.
Rimarranno nella storia le parole di Di Maio: abbiamo 209 miliardi; ma chi li ha visti? L’Italia non è un Paese qualsiasi, gli italiani non sono un popolo qualsiasi: gruppi e associazioni di partite Iva e commercianti stanno spuntando come funghi in tutto il Paese e stanno collegandosi in tutta la penisola per ribaltare una situazione non più sostenibile per loro, si stanno preparando ad azioni clamorose per tentare in tutti i modi di uscire da una crisi devastante di fronte alla quale tutte le istituzioni da troppo tempo appaiono bloccate, inermi, per non dire complici di quella finanza internazionale che con questa crisi sta realizzando profitti stratosferici.
Ora che è iniziato il lockdown sono iniziate anche le proteste e gli scontri di piazza. Tira una gran brutta aria e le istituzioni sembrano del tutto impotenti e impacciate. Improvvisamente personaggi che non sono mai stati all’altezza del loro ruolo istituzionale si trovano come paralizzati da qualcosa che è ormai sfuggito loro di mano. Sì, mi riferisco proprio all’impaccio mostrato dal sindaco di Napoli De Magistris mentre, ospite di una trasmissione a Roma, vedeva in diretta i disordini nella sua città e non sapeva cosa rispondere alla giornalista che gli chiedeva “ma non sarebbe meglio che lei lasciasse lo studio e tornasse in città?”.
Ormai a tanti lo Stato, nelle sue diverse istituzioni, appare come una sovrastruttura inutile, che chiede troppo e dà sempre troppo poco o troppo tardi. In tanti hanno ormai capito che è ora di muoversi e si stanno muovendo. Non esiste un partito di riferimento per questo popolo sofferente da troppo tempo, immagino che siano gran parte di quel popolo che alle elezioni non vota più, una quota importante di quel 40% che risulta tra i non votanti, disilluso dalle tante promesse non mantenute. Credo che alle prossime elezioni ne vedremo delle belle.