Nuove indiscrezioni in serata sul nuovo Dpcm a cui sta lavorando il Governo. Dalla trattativa con le Regioni è emersa l’intenzione del premier Giuseppe Conte di introdurre ulteriori restrizioni, ma vorrebbe modularle in base alla diffusione territoriale del coronavirus, più che varare provvedimenti di carattere nazionale, scongiurando così il lockdown nazionale. Una cosa sembra certa: l’interruzione della mobilità interregionale, fatta eccezione per motivi di lavoro. Inoltre, si va verso la chiusura dei centri commerciali nei weekend e la chiusura alle ore 18 di tutte le attività. Stando a quanto riportato da Ansa, per quanto riguarda le regioni ad alto rischio (Lombardia, Piemonte e Calabria), si va verso la chiusura di bar e ristoranti anche a pranzo. Così pure dei negozi (tranne farmacie, tabacchi e alimentari), smart working per la pubblica amministrazione e didattica a distanza dalla seconda media all’ultimo anno delle scuole superiori. Intanto il ministro della Cultura Dario Franceschini ha annunciato a Che tempo che fa la chiusura anche dei musei e ha confermato la volontà del Governo di introdurre misure più forti nei territori con indice Rt oltre 1,5. Ma le divergenze con le Regioni, che vorrebbero restrizioni nazionali, potrebbero però far slittare la firma del provvedimento a martedì. (agg. di Silvana Palazzo)
NUOVO DPCM, REGIONI “NO LOCKDOWN”: LE IPOTESI
E così da un lato il Cts propone lockdown mirati e provinciali, dall’altro le Regioni ribadiscono che chiudere in zone rosse alcune parti del Paese non avrebbe alcun senso (Fontana aggiunge nel pomeriggio che o si fa lockdown nazionali oppure è meglio trovare altre alternative): in mezzo il Governo che valuta – secondo le anticipazioni date dal Corriere della Sera dopo la riunione tutt’altro che chiarificatrice oggi tra Governatori e Ministri – un possibile intervento nazionale già nel Dpcm del 2 novembre. Coprifuoco alle 18 in tutta Italia, sarebbe questo l’indirizzo avanzato dal Governo rispolverando l’autocertificazione per gli unici motivi ammessi di spostamenti (lavoro, salute e necessità): verrebbero poi confermati il blocco della mobilità tra le Regioni, la chiusura dei centri commerciali nei weekend e serrata per l’appunto di tutti i negozi dalle 18 in poi. Su trasporti e scuola, ad intervenire è il Ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia al termine del vertice mattutino: «governo al vostro fianco per eventuali ulteriori restrizioni condivise a partire dalla mobilità regionale», ribadisce il ministro Pd, ipotizzando lo schema di rafforzamento di alberghi o strutture da trasformare in Covid Hotel per accogliere positivi asintomatici. Infine sulla scuola, Boccia conclude «non si deve prendere una decisione univoca, ma dipende dal grado di Rt in ogni regione».
DOMANI MATTINA NUOVO VERTICE GOVERNO-REGIONI
Il vertice con le Regioni è stato riconvocato per domani mattina alle ore 9 dopo che è emersa la forte distanza tra le richieste del Governo con Boccia e Speranza e le proposte avanzate invece da molti Governatori. Come ha anticipato Fontana in Lombardia, le Regioni chiedono all’esecutivo provvedimenti uniformi su tutto il territorio e bocciano l’idea di un Dpcm con lockdown “locali”, come invece auspicato dal Comitato Tecnico Scientifico; inoltre, i sindaci avrebbero richiesto nella riunione di stamane misure pianificate sulla base del rischio. «Il nuovo Dpcm speriamo, stavolta sia davvero condiviso. Vedo un crescente allarme sociale e di questo dobbiamo essere tutti consapevoli. Scelte forti ma non chiare diventano per i cittadini difficili da accettare. Non ci possiamo permettere errori», spiega il n.1 della Sicilia Nello Musumeci, mentre ancora Fontana aggiunge «La diffusione del virus è uniforme in tutto il Paese. Le differenze riguardano l’ampiezza del tracciamento che varia da regione a regione. È evidente che, una volta verificato l’impatto delle misure già adottate sulle curve del contagio, ulteriori azioni di contrasto al virus dovranno a loro volta essere uniformi». Nel frattempo emerge la concreta possibilità che si possa insistere con la didattica a distanza al 100% per tutti gli ordini di scuola – anche per elementari e medie – nelle 11 Regioni laddove l’indice Rt sia superiore a 1,5: sarebbero coinvolte così nel Dpcm le chiusure scolastiche tra le altre Lombardia, Piemonte, Campania, Loguria, Umbria, Puglia, Sicilia e Calabria. Anche su questo le Regioni hanno chiesto del tempo per valutare la proposta e domani mattina si arriverà ad una conclusione finale. (agg. di Niccolò Magnani)
LE RICHIESTE DELLE REGIONI
Stanno facendo discutere le proposte di Lombardia, Piemonte e Liguria emerse nel vertice con il Governo per discutere le misure del prossimo nuovo Dpcm: «no lockdown locali ma sì alla limitazione degli spostamenti delle persone over-70». La proposta avanzata da Fontana, Cirio e Toti è valutata in queste ore dai Ministri Speranza e Boccia, anche se il senso dell’intervento delle tre Regioni tra le più colpite d’Italia è quello di scongiurare il più possibile una zona rossa “regionale” più stringente. «La maggior parte dei pazienti gravi nei nostri ospedali e purtroppo anche dei morti che piangiamo ogni giorno è composta da persone sopra i 75 anni. E per quanto ci addolori ogni singola vittima, non possiamo non tenere conto di questo dato: solo ieri tra i 25 decessi della Liguria, 22 erano pazienti molto anziani», scrive su Facebook poco dopo mezzogiorno il Presidente di Regione Liguria, «Sono proprio i nostri anziani i più colpiti dal virus e sono quelli che vanno tutelati di più: si tratta di persone spesso in pensione, che non sono indispensabili allo sforzo produttivo del Paese ma essendo più fragili vanno salvaguardate in ogni modo. Perché non si interviene su questa categoria?», conclude Toti invocando l’intervento del Governo. Sui social è poi scattata una polemica per l’espressione usata nel tweet – riassunta malamente probabilmente dallo staff dello stesso Toti – dove si legge «Persone per lo più in pensione, non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese che vanno però tutelate». Poco dopo, sempre su Twitter, l’intervento dello staff che specifica «Il senso di questo tweet, che appartiene a un ragionamento più ampio, è stato frainteso. I nostri anziani sono i più colpiti dal virus, sono persone spesso in pensione che possono restare di più a casa e essere tutelate di più». Il Governatore della Regione Lombardia Fontana sempre su Facebook scrive «servono misure uniformi. Inefficaci interventi territorio per territorio».
IN CORSO IL VERTICE GOVERNO-REGIONI
È in corso in videoconferenza il vertice tra Governo, Regioni, Comuni e Province per discutere delle misure nel nuovo Dpcm in arrivo entro la serata del 2 novembre: presenti i Ministri Speranza (Salute), Boccia (Affari Regionali) assieme ai rappresentanti dei territori. Secondo quanto emerso da Palazzo Chigi, tra i Governatori collegati sono presenti Bonaccini (Emilia Romagna), Fontana (Lombardia), Toti (Liguria), Fedriga (Friuli), Cirio (Piemonte), Giani (Toscana), De Luca (Campania), Emiliano (Puglia), Toma (Molise), Tesei (Umbria), Marsilio (Abruzzo), Zaia (Veneto) oltre al presidente Anci Decaro (sindaco di Bari) e presidente Upi Michele De Pascale. Al Corriere della Sera il Ministro della Sanità ha specificato come nelle anticipazioni emerse viene confermata l’ulteriore stretta di chiusure che verranno imposte nelle prossime 48 ore con un nuovo Dpcm: «La curva epidemiologica è ancora molto alta. Mi preoccupa il dato assoluto, che mostra una curva terrificante. O la pieghiamo, o andiamo in difficoltà». Si conferma l’intenzione di non produrre almeno per il momento un lockdown nazionale – considerato dalla Ministra degli Interni Lamorgese in una intervista a Repubblica come «una extrema ratio» – ma è proprio con i territori che si studia la modalità migliore per chiudere intere province/città e con quali regole. Oggi pomeriggio alle 15.30 è convocata la nuova riunione del Premier Conte con i capidelegazione, con allargamento ai ministri direttamente interessati alla gestione dell’emergenza Covid, mentre alle ore 17 il vertice si allarga anche i capigruppo di maggioranza. (agg. di Niccolò Magnani)
TUTTE LE NUOVE RESTRIZIONI
Niente lockdown nazionale, per ora neppure quello regionale. Il Comitato tecnico scientifico (Cts) ha suggerito al Governo di procedere con chiusure provinciali laddove necessario. Questa una delle indicazioni emersa nella riunione di ieri. Gli esperti, però, hanno evidenziato la necessità di aspettare qualche giorno per valutare gli effetti dell’ultimo Dpcm, oltre a ribadire la necessità di rivedere le modalità del trasporto pubblico. Il Governo, dunque, si muove su piani differenti. Da un lato lavora ad un Dpcm con ulteriori restrizioni a livello nazionale, da emanare lunedì. Dall’altro si prepara a discutere con le Regioni dei lockdown locali. In questo modo si spera di scongiurare un lockdown nazionale, su cui il Governo intende prendere una decisione entro il 9 novembre proprio per verificare l’impatto dell’ultimo Dpcm. Secondo quanto riportato da Repubblica, il nuovo decreto limiterà i movimenti tra le Regioni, ridurrà l’orario dei negozi, bloccherà centri commerciali nei weekend ed estenderà al 100% la possibilità della didattica a distanza per le scuole superiori, forse comprendendo anche la terza media. Contestualmente, verranno decretate diverse zone rosse per almeno due settimane: aree metropolitane, province e/o città.
NUOVO DPCM, IL PERCORSO TRACCIATO DA CONTE
Nel mirino Piemonte e Lombardia con i capoluoghi Torino e Milano sotto pressione. Forse anche Liguria e Genova. Ma in bilico ci sono anche Umbria e Puglia, o zone di queste regioni. A rischio Calabria e Sicilia, oltre alla Campania. Per ora non il Lazio, quindi neppure Roma, e neanche il Veneto. Questo quanto emerso da un lungo sabato di incontri. Alla fine, il Governo ha deciso di chiedere al Cts un elenco delle zone a rischio, includendo i territori con indice Rt almeno all’1,5. La fretta è dettata dal fatto che il sistema sanitario rischia di andare in tilt nel giro di tre settimane, quindi servono blocchi mirati. Il percorso che ha pensato il premier Giuseppe Conte, e sul quale pesa il pressing del Quirinale per favorire concordia nazionale e pace sociale, prevede oggi un incontro con le Regioni, poi con i capigruppo parlamentarie e i capidelegazione dell’esecutivo. Non sono mancati i contatti col centrodestra, che però lo aspetta in Parlamento. E lì Conte domani annuncerà le nuove misure, quindi convocherà un altro vertice di governo. E quindi la sera verrà emanato il nuovo Dpcm che entrerà in vigore da martedì.
NUOVO DPCM, LOCKDOWN LOCALI E ALTRE CHIUSURE
Sulle misure del nuovo Dpcm non ci sono certezze, perché molto dipenderà da come andrà l’incontro con le Regioni. Probabilmente verrà inserito il blocco agli spostamenti, fatta eccezione per quelli dettati da motivi di salute, lavoro o domicilio. Per quanto riguarda la stretta su negozi e attività commerciali, si parla di serrata alle 18. In bilico anche bar e ristoranti, che potrebbero chiudere del tutto. Mentre i centri commerciali solo nel weekend. Le misure sono legate alla trattativa con le Regioni. Ci sono le resistenze di Giovanni Toti, Attilio Fontana e Vincenzo De. Luca. Il Governo però sottoporrà a tutti la tabella del Cts sulle zone con indice Rt sopra l’1,5 quindi chiederà di procedere alle zone rosse con la chiusura delle scuole. E questo vuol dire, come riportato da Repubblica, stop a negozi, attività non essenziali, bar e ristoranti. I governatori potranno modulare le decisioni provincia per provincia. Di sicuro le scuole chiuderanno, ad esempio per quanto riguarda la Lombardia, a Milano, Monza e Varese.