Calano come sempre nel weekend i numeri del Covid-19 per quanto riguarda i casi totali e i tamponi (ma sale l’indice di positività al 16,3%, +1,6%), eppure resta comunque molto delicata la situazione pandemica in Italia in vista del prossimo Dpcm ancora in via di definizione. 29.907 i nuovi casi totali in aumento da ieri nel bollettino Covid del 1 novembre 2020: di questi, 208 sono purtroppo morti positivi al coronavirus (38.826 vittime totali da inizio emergenza), 2.954 le persone guarite o dimesse (su 292.380) e 26.743 le persone infette “aumentate” rispetto a ieri dopo gli ultimi 183.457 tamponi processati. Sono al momento positivi col Sars-CoV-2 in Italia 378.129 persone: di questi, 357.288 sono in isolamento domiciliare con pochi o zero sintomi, 1.939 sono in terapia intensiva (+96) e 18.902 i ricoverati in reparti Covid con sintomi (+936 nuovi ingressi rispetto alla giornata di sabato). Le aree maggiormente colpite, ancora una volta, dalla diffusione del contagio riguardano la Lombardia con 8607 nuovi casi in 24 ore, Campania 3860, Toscana 2379, Veneto 2300, Lazio 2351, Piemonte 2024, Emilia Romagna 1758.
#Bollettino di #MinisteroSalute con i #dati di #contagi di #coronavirus di oggi 1 Novembre 2020 pic.twitter.com/WaJrMUEZXT
— ilSussidiario (@ilsussidiario) November 1, 2020
IL BOLLETTINO DI IERI
Nelle prossime 48 ore il Governo varerà un nuovo Dpcm con ulteriori chiusure e strette sulla mobilità nazionale dopo che ancora il bollettino del Ministero della Salute indicava una curva epidemiologica del coronavirus ulteriormente rialzata. E così dopo che il monitoraggio Iss di venerdì sull’indice Rt Italia (pari a 1,7) aveva preventivato un intervento maggiormente rigido del Governo, ieri si è svolta l’ultima accelerata che porterà entro domani la formulazione di un Dpcm dove verranno introdotte delle zone rosse locali/provinciali mentre sul lockdown nazionale la decisione verrà presa entro il prossimo 9 novembre (attendendo gli effetti delle ultime chiusure imposte il 26 ottobre scorso). 31.758 nuovi contagi, di cui purtroppo 297 morti (numero più alto in questa seconda ondata di Covid) che fanno salire il conteggio totale a 38.618 da inizio pandemia: da segnalare nell’ultimo bollettino di sabato anche i 5.859 guariti-dimessi (su 289.426) e i 25.600 nuovi casi “stretti” nel saldo tra gli attualmente positivi di sabato e venerdì. Ad oggi in Italia – nell’attesa del nuovo aggiornamento del Ministero della Salute redatto dopo le ore 17 – sono infetti da Sars-CoV-2 351.385 persone (su un totale di casi da inizio pandemia pari a 679.430): di questi, 331.577 sono isolamento domiciliare con pochi o zero sintomi, 1843 (+97) i posti occupati in terapia intensiva, 17.966 invece i ricoverati con sintomi in reparti Covid-19 (+972).
CORONAVIRUS ITALIA, L’ALLARME DEL MINISTRO SPERANZA
Tra le aree maggiormente colpite dalla seconda ondata di coronavirus – e dunque maggiormente sotto stretta osservanza da parte del Ministero della Salute e del Comitato Tecnico Scientifico – troviamo ancora la Lombardia (8.919 nuovi casi solo ieri), Campania con 3669 infetti in 24 ore, Piemonte 2887, Veneto 2697, Emilia Romagna 2046, Lazio 2289, Toscana 2540, Liguria 1068. Nel nuovo Dpcm oggi discusso con le Regioni, i Comuni e le Province si prevedono blocchi negli spostamenti regionali, ulteriori chiusure di attività e negozi (come i centri commerciali), DAD anche nelle scuola di terza media e possibili lockdown cittadini o provinciali a cominciare dai grandi centri sotto stress sanitario come Milano, Napoli, Roma e Genova. «La curva epidemiologica è ancora molto alta. Mi preoccupa il dato assoluto, che mostra una curva terrificante. O la pieghiamo, o andiamo in difficoltà», spiega oggi al Corriere della Sera il Ministro della Salute Roberto Speranza, sottolineando l’intenzione del Governo entro 48 ore di lanciare una stretta ulteriore. «La situazione dell’Italia è ancora difficilissima. C’è troppa gente in giro e negli ospedali c’è troppo affollamento», continua a ripetere il titolare della Sanità rilevando come il vero problema al momento non è imputabile al numero di terapie intensive, bensì all’ospedalizzazione dei reparti Covid. Mentre sulle scuole annuncia la possibilità di mantenere laddove possibile la presenza (per elementari e 1-2^ media) è sulle realtà locali come la Lombardia e Milano che si prevedono le maggiori restrizioni: «Sulla base dei dati del Comitato tecnico scientifico ci sediamo con il presidente Attilio Fontana e con il sindaco Giuseppe Sala e valutiamo le decisioni da prendere».