Il cuore della seconda ondata di coronavirus si è creato a scuola? Gli esperti sostengono che sia un luogo sicuro, ma i numeri sembrano smentirli. Secondo i dati riportati oggi da Il Tempo, che cita la tabella riassuntiva dei rapporti settimanali approfonditi dall’Iss, il coronavirus è cresciuto tra gli studenti di ogni età a velocità 4-5 volte superiore a tutti gli altri. Il direttore Franco Bechis allora si chiede se non abbiano funzionato i protocolli di sicurezza o se sia stato sottovalutato il mix lezioni-trasporti. Ma entriamo nel merito dei numeri. Tra il 25 agosto e lo scorso 27 ottobre ci sono stati 278.017 nuovi contagiati. Negli ultimi due mesi i contagi sono esplosi tra i giovani, in particolare da 0 a 19 anni. La crescita è stata del 496,99%, quattro volte superiore alla media generale dei contagi di coronavirus in tutte le fasce d’età. La seconda fascia di età in cui il coronavirus è cresciuto molto sopra la media è quella che va da 20 a 29 anni, quindi la popolazione universitaria, dove si registra un aumento del 234,10% dei casi nei due mesi. E i trasporti
CORONAVIRUS SCUOLA E CAOS TRASPORTI ANCHE PER UN “TRUCCO”
Le conseguenze di quest’esplosione comunque non sono gravi, perché i giovani sono in gran parte asintomatici e se si ammalano mostrano lievi sintomi. Il problema è che gli studenti frequentano gli adulti e talvolta anche gli anziani, quindi possono essere un vettore di contagio pericoloso. Non è secondario neppure il problema dei trasporti, che si intreccia a quello della scuola nell’emergenza coronavirus. A tal proposito, è emerso un retroscena che permette di fare chiarezza sul caos che si è venuto a creare sui mezzi pubblici. È vero che il governo ha stanziato 300 milioni di euro a fine agosto per il potenziamento dei trasporti e che le Regioni finora ne hanno spesi solo 120. Ma è pur vero che i fondi sono stati ripartiti materialmente due mesi dopo, col decreto attuativo firmato venerdì scorso. Lo evidenzia Repubblica, spiegando che a complicare il lavoro delle Regioni è stato soprattutto un cavillo. Le somme sono infatti vincolate al grado di utilizzo delle linee prima del Covid, che deve risultare superiore all’80% della capienza. Anche lo scaglionamento degli orari è un problema, perché le scuole hanno agito in autonomia. Fino a metà ottobre la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina non ha voluto prendere in considerazione indicazioni univoche proprio in nome dell’autonomia scolastica. Un mix con i trasporti i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti.