La scure della censura si abbatte su Mario Giordano. Il giornalista ha rivelato che c’è un procedimento disciplinare in corso da parte del Consiglio di disciplina dell’Ordine dei giornalisti per l’ospitata di Vittorio Feltri nel programma “Fuori dal coro” su Rete 4, nella puntata del 21 aprile scorso. Quindi, è stato sanzionato per aver dato spazio al collega senza dissociarsi dalle sue parole. «Il reato gravissimo che si configura, quasi una novità assoluta per il diritto internazionale, è quello di “incauta ospitata”. Mentre lo scrivo rido per non piangere», scrive nella lettera inviata a La Verità e pubblicata nell’edizione odierna. Per Mauro Giordano è un «paradosso» il fatto che l’Ordine censuri un suo iscritto non per un suo pensiero, ma per quello di un altro, così come lo è peraltro la censura di un giornalista. «È roba da chiamare subito l’ambulanza, sperando nella rapida riapertura dei manicomi». Mario Giordano ricorda che la frase incriminata di Vittorio Feltri è la seguente: «Io non credo ai complessi di inferiorità, credo che i meridionali in molti casi siano inferiori».
MARIO GIORDANO E LA CENSURA DELL’ODG LOMBARDIA
Vittorio Feltri spiegò che intendeva parlare dell’inferiorità economica, senza alcun riferimento all’antropologia. Ne seguì un’ondata di polemica che non si è chiusa lì. In ogni caso Mario Giordano sostiene di aver preso le distanze da quell’affermazione: «Mi fai arrabbiare i telespettatori», gli ha ripetuto due volte. E poi ha concluso: «Questo non lo puoi dire». Ma l’Ordine dei giornalisti quella frase non era una dissociazione netta perché l’ha detta sorridendo e ammiccando. Quando poi è stato chiamato, gli è stato chiesto se non sapesse che Feltri è un «soggetto a rischio». Una domanda che Mario Giordano giudica «demenziale» nella lettera inviata a La Verità e a cui ha risposto spiegando che Feltri non è un soggetto a rischio, «ma esprime opinioni forti da sempre, è per questo che in tv funziona, è per questo che lo chiamiamo». Quindi l’attacco all’Ordine dei giornalisti lombardo: «E mi fa orrore che l’Ordine dei giornalisti che dovrebbe tutelare la nostra libertà sia diventato invece un organo di questa orrenda censura».