Prosegue nel massimo scontro istituzionale l’iter alla Camera del Ddl Zan, la legge contro l’omotransfobia: oggi alla Camera è ripresa la discussione del testo presentato dal Partito Democratico, con un emendamento in particolare che ha scatenato la proteste dai banchi del Centrodestra. «Anche nelle scuole di ordine e grado, dunque fin dalle elementari, dovranno essere messe in campo iniziative educative contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia»; lo prevede l’emendamento presentato dalla maggioranza Pd-LeU-M5s-Iv sulla legge Zan, approvato dalla Camera dopo la richiesta – non concessa – del Centrodestra di poter votare in scrutinio segreto la norma. Lega-Fi-FdI-Noi con l’Italia avevano presentato sub-emendamenti che escludevano le scuole elementari e le medie dai programmi anti-omofobia, ma la maggioranza ha votato contro affermando così il principio di eventi, iniziative e lezioni “pro-Lgbt” anche nelle fasce più piccole d’età.
NASCE L’ORA “ANTI-DISCRIMINAZIONE”
E così nel prossimo futuro della scuola italiana, ci sarà un’ora dedicata ad una lezione anti-discriminazione nel programma ministeriale: nello specifico, l’emendamento votato al Ddl Zan (che verrà votato nel suo blocco finale solo domani alla Camera, ndr) prevede che per ogni 17 maggio in occasione della Giornata Mondiale contro l’omofobia, siano organizzati programmi di educazione contro l’omotransfobia nelle scuole di ogni ordine e grado. Il provvedimento del Governo è passato con 254 sì, 195 no e 6 astenuti: il Ddl Zan prevede così che siano organizzati dal Miur e dalle singole scuole «cerimonie, incontri e ogni altra iniziativa utili a promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione nonche’ di contrastare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere, in attuazione dei principi di eguaglianza e di pari dignità sociale sanciti dalla Costituzione». Tra gli altri articoli della legge anti-omofobia è stato approvato lo stanziamento di 4 milioni di euro per la realizzazione in tutto il territorio nazionale di «Centri contro le discriminazioni motivate da orientamento sessuale e identità di genere». In quegli stessi centri, specifica la nuova legge Zan-Boldrini-Scalfarotto si dovrà garantire «garantire adeguata assistenza legale, sanitaria, psicologica, di mediazione sociale e ove necessario adeguate condizioni di alloggio e di vitto alle vittime dei reati di discriminazione o violenza commessi per motivi fondati sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere della vittima».