«Non c’è tempo per fare polemiche e ardite interpretazione dei dati», spiega il commissario all’emergenza Arcuri iniziano la conferenza stampa: con gli ultimi 445 morti di oggi si è raggiunto il picco di vittime che non si vedeva dallo scorso aprile. «Tutelare la vita e salvaguardare le condizioni socio-economiche, questo persegue il Governo e continueremo a fare nelle prossime settimane», prosegue il Presidente di Invitalia. Arcuri ripete ancora di non voler fare contrasti con le Regioni, dato che questo «è il momento della conciliazione, come ci chiede Mattarella. Chiediamo ancora agli italiani dei sacrifici e per questo occorre sempre più responsabilità». Gli obiettivi sintetizzati da Arcuri per i prossimi mesi sono il lavoro per far raffreddare la curva dei contagi: «la situazione è grave ma non è fuori controllo, questo grazie a tutti gli sforzi e le misure che abbiamo messo in campo e che stiamo organizzando costantemente con uno sforzo senza precedenti». Non siamo nella stessa situazione di marzo, ribadisce il Commissario all’emergenza aggiornando le prossime mosse del Governo: «i numeri valgono più di mille parole», sottolinea Arcuri elencando i numeri drammatici della pandemia negli altri Paesi per far capire come la situazione italiana – 471mila contagiati al momento – sia grave ma non ancora a quei livelli di Francia, Usa, Spagna.
“IL VERO FOCOLAIO OGGI È LA CASA, NON LA SCUOLA O GLI OSPEDALI”
Prima il Covid si concentrava in parte del Paese, ora purtroppo dappertutto ma comunque «l’Italia non è tutta uguale». Per questo il monitoraggio del Governo sui 21 parametri permetterà di «graduare le misure anti-contagio nelle prossime settimane per ognuna delle Regioni d’Italia», continua il Commissario Arcuri. «Abbiamo 8 volte i contagiati in più rispetto alla scorsa settimana, ma le misure del Governo iniziano ad influire sulla curva dei contagi visto che oggi solo 5% dei contagi è in ospedale: la crescita della curva, seppure ancora molto grave, sta lievemente diminuendo nella sua esponenzialità in queste ultime 2 settimane», spiega ancora il Commissario Arcuri nel proseguire la lunga conferenza stampa dall’Auditorium di Invitalia. Tornando sul fronte monitoraggio, la scelta del Governo è di evitare il più possibile – «e per quanto possibile» – un lockdown nazionale: «quel sistema viene aggiornato con il contributo di tutte le Regioni. L’applicazione di quel sistema serve innanzitutto ai territori ad alzare il livello di guardia, non è contro di loro», sottolinea Arcuri con evidente riferimento alle ultime polemiche sollevate da diversi Governatori in merito al monitoraggio deciso dall’ultimo Dpcm. Il Covid oggi fa «meno danni in proporzione», ma è anche vero che se la curva non viene raffreddata subito «nessun sistema sanitario potrà reggere». Per questo motivo sono state introdotte misure molto dure nelle zone rosse, in funzione dello stato attuale della pandemia nei territori: tornando sul tema già ripetuto la scorsa settimana, Arcuri spiega «se i contagi saranno sempre 30mila ogni giorno, allora ogni giorno servirebbero 2mila posti in terapia intensiva e così il nostro sistema sanitario non sarà più in grado». Non deve evidentemente più accadere, avverte il commissario, «e non dovrà accadere più come nel passato. Non dobbiamo dare retta a chi ci dice che non sono veri i numeri di allarme». Le misure della responsabilità dei cittadini sono sempre le stesse, «bisogna muoverci il meno possibile dalle nostre case, tutti. Abbiate fiducia in quello che stiamo facendo, servirà per uscire da questa stagione drammatica». I nodi restano gli stessi: aumento dei reparti ospedalieri e dei Pronto Soccorso ma non delle terapie intensive che ancora non sono in estrema sofferenza, mentre Arcuri valorizza ulteriormente la campagna di tracciamento «anche oggi 220mila nuovi tamponi, è un ottimo segnale ma dobbiamo continuare con numeri che saranno sempre più ingenti, fino quasi a 3milioni di tamponi in tutto il Paese». Sono attivabili ad oggi 11.307 letti di terapia intensiva, conferma Arcuri in risposta alle polemiche delle scorse settimane di alcuni territori: «siamo in un dramma e non è il momento delle polemiche. Dobbiamo dire la verità agli italiani, da parte mia lo faccio e lo farò sempre. Non siamo fuori controllo, credetemi, lo dico in virtù di tutti i provvedimenti messi in campo da noi».
LE DOMANDE AL COMMISSARIO ARCURI
Sicilia e Puglia non hanno chiaro perché loro in zona arancione e non la Campania, ma Arcuri prova a spegnere la polemica: «i 21 parametri servono a descrivere lo stato dell’arte del territorio ma anche di anticipare la probabile evoluzione. Quei parametri forniscono indicatori che conducono ad un diverso gradiente di rischio delle singole Regioni». In funzione di questo gradiente – moderato, alto, molto alto – le Regioni sono state divise in tre gruppi: in quelle “gialle” vengono applicate le misure nazionali del Dpcm, mentre in altre – le arancioni – «il rischio che possa rialzarsi è probabile e così vi è un lieve inasprimento delle misure». Attenzione però, spiega Arcuri, l’evoluzione «non è statica» e questo servirà a correggere le misure in funzione dell’andamento dei parametri: «il sistema è molto complesso e opportuno, comprendo che i cittadini non possano capire ora ma nelle prossime ore comprenderanno l’importanza della portata di queste misure». Fronte Rsa, Arcuri illustra le principali strette già imposte: «la dotazione di test antigenici andranno in grand parte nelle residenze per anziani, sono i luoghi da preservare il più possibile». Ad oggi però i focolai dei contagi «sono le mura domestiche e non più i reparti d’ospedale o le Rsa, detto questo monitoreremo sempre con attenzione». Per quanto riguarda il nodo delle terapie intensive, sono 2300 al momento i ricoverati e gli attivati finora è di 9500: «non c’è nessuna entropia o criticità, anche perché possiamo arrivare fino a 11.500. Tutto questo a condizione di raffreddare la curva, altrimenti anche quelle non basteranno». Capitolo scuola, Arcuri replica alla critica su diversi focolai in alcune parti del Paese: «lo sforzo del Governo è unica al mondo e in una condizione così tumultuosa si è deciso di rendere Dad al 100% per gli studenti più grandi. Io non credo stia peggiorando il contagio nelle scuole, noi continuiamo sul massimo di sicurezza possibile».
LA CONFERENZA STAMPA DI ARCURI
Con l’emergere della seconda ondata di contagi Covid è ripartita la scorsa settimana la conferenza stampa del Commissario all’emergenza coronavirus Domenico Arcuri: oggi alle ore 18.30 all’Auditorium di Invitalia – e in diretta video streaming sul canale YouTube Invitalia – torna l’appuntamento settimanale con il commissario per fare il punto sulle attività di contenimento e contrasto alla pandemia in Italia. Rispetto a 7 giorni fa, quando Arcuri rilanciò in conferenza stampa il forte invito a “rimanere a casa” per l’aumentare del Covid, siamo oggi alla vigilia dell’entrata in vigore del nuovo Dpcm che dividerà il Paese in 3 tra zona gialla, arancione e rossa. Se però già la scorsa settimana il commissario scelto dal Premier Conte aveva lanciato un attacco piuttosto diretto ad alcuni Governatori di Regione che avevano criticato l’estremo ritardo nel far partire i bandi per rafforzamenti sanitari, dopo il freschissimo scontro tra Governo e Regioni sulla divisione in aree di rischio la possibilità che anche Arcuri torni su questo “tema caldo” è assai probabile.
CONFERENZA STAMPA ARCURI: I TEMI DI OGGI
Le possibili tematiche della conferenza stampa di Arcuri non potranno non partire inevitabilmente dalla polemica a distanza dei territori contro il Governo per la suddivisione delle Regioni, in particolar modo sui criteri scelti per monitorare i 21 parametri approvati dall’Istituto Superiore di Sanità. In attesa di avere i nuovi dati monitorati – che potrebbero già determinare cambiamenti nell’ordinanza del Ministero della Salute – in arrivo domani, il Commissario all’emergenza potrà rispondere nel merito delle strategie che il Governo valuterà per far fronte alla continua risalita dei contagi e alle differenti azioni da approntare nei vari territori. Nel frattempo da ieri, per annuncio diretto del Ministro Speranza in audizione alla Camera, il Commissario Arcuri ha ricevuto la disciplina dell’organizzazione e del funzionamento del servizio di contact tracing dell’App Immuni «al fine di rendere più celere possibile la procedura». Secondo l’ultimo Decreto Ristori approvato dal Governo, conclude Speranza, «si è previsto di integrare il sistema di tracciamento regionale della app Immuni con un supporto telefonico nazionale e gli operatori potranno caricare il codice chiave in caso di positività».