Nella mattina di oggi, lunedì 9 novembre, gli uomini della questura di Roma guidati dalla Digos hanno provveduto al sequestro della sede degli Irriducibili Lazio. Secondo quanto scrive Fanpage.it, il gruppo ultras aveva occupato i locali in via Amulio, nel quartiere Tuscolano a Roma, appartenenti all’Inail. Gli Irriducibili Lazio sarebbero di estrema destra, tristemente noti soprattutto per le loro azioni fuori e dentro le curve degli stadi. Il gruppo da circa un anno è orfano del loro leader, Fabrizio Piscitelli detto Diabolik, ucciso il 7 agosto del 2019 al parco degli Acquedotti a Roma. Tuttavia ha proseguito la sua attività cambiando il nome in Ultras Lazio. Lo scorso settembre era intervenuta anche la sindaca Virginia Raggi chiedendo ufficialmente lo sgombero dei locali di via Amulio dopo le continue richieste di liberazione dello stabile da più parti, sia appartenenti alla sfera politica che alla società civile. Oggi, la stessa Raggi ha commentato su Twitter la notizia del sequestro della sede: “Roma ringrazia forze ordine per sequestro sede degli ex Irriducibili in via Amulio: occupavano locali proprietà dell’Inail. Da tempo chiesto sgombero e ora locali sono stati liberati! A Roma non c’è spazio per violenze e prepotenze. Avanti #ATestaAlta per ripristinare legalità”.
ROMA, SEQUESTRATA SEDE IRRIDUCIBILI LAZIO IN VIA AMULIO
Una presa di posizione di Virginia Raggi rispetto allo sgombero dei locali di via Amulio 47, occupati dal gruppo degli ultras Irriducibili Lazio era emersa già nei mesi scorsi. La richiesta di liberazione dello stabile da parte del primo cittadino di Roma era arrivata dopo la bocciatura a sorpresa, da parte del consiglio del Municipio VII, di una mozione che ne proponeva lo sgombero, come rammenta AdnKronos. Gli eletti tra le fila del M5s decisero di non sostenerlo e questo fece storcere il naso al Campidoglio, con la Raggi che in diverse occasioni ha ribadito la natura antifascista della guida del M5s nella Capitale. La Raggi era intervenuta anche a seguito della notizia di 44 provvedimenti di Daspo ai danni di altrettanti membri del gruppo ultras laziale. Gli inquirenti avevano intravisto un confine labilissimo tra l’organizzazione dedica al narcotraffico e che vedeva a capo Diabolik e le attività del gruppo ultras. Non è un caso se alcuni elementi ai vertici degli Irriducibili erano utilizzati come “picchiatori” nell’organizzazione criminale.