Sì a chiusure mirate e no ad un lockdown generalizzato: questo il dato probabilmente più importante che ci arriva dai sondaggi politici di Ipsos per Di Martedì. L’istituto di Pagnoncelli ha chiesto agli italiani cosa sarebbe meglio per affrontare la pandemia: per il 62%, più di 6 persone su 10, sarebbe meglio prevedere delle chiusure mirate nelle zone maggiormente colpite. Meno di 2 persone su 10, il 18%, opterebbero per una chiusura totale in tutto il Paese. Per il 15% sarebbe meglio lasciare un’apertura totale in tutto il Paese, mentre il 5% ha preferito non rispondere al quesito.
Ipsos ha poi chiesto agli italiani se sono d’accordo con la seguente affermazione: “Oggi la capacità delle istituzioni sanitarie di isolare eventuali focolai e limitare il rischio di epidemia è molto maggiore rispetto a 6 mesi fa”. Ebbene: il 37% è molto/abbastanza d’accordo con questa affermazione, mentre il 53% poco/per nulla. Si è astenuto il restante 10%.
SONDAGGI POLITICI: 53% BOCCIA OPERATO DEL GOVERNO
Dopo aver analizzato le intenzioni di voto grazie a SWG, non arrivano delle buone notizie per il Governo nemmeno dai sondaggi politici di Ipsos. Per il 53% l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte non sta gestendo bene la seconda ondata di contagi. Giudizio positivo per il 43%, mentre il restante 4% ha preferito non rispondere. «Lo scontento non riguarda soltanto le categorie più interessate dai provvedimenti, ma c’è un disorientamento generale rispetto alla gestione attuale della seconda ondata di pandemia», il giudizio di Pagnoncelli.
E da cosa dipende l’aumento dei contagi secondo gli italiani? Per quasi 2 intervistati su 3, il 62%, dai comportamenti sbagliati tenuti da troppi cittadini. Per il 29% l’aumento dei contagi è dovuto principalmente alle scelte sbagliate di Governo e Regioni, mentre il 9% ha citato altre motivazioni. Infine, i sondaggi politici di Ipsos hanno fatto il punto della situazione su quali azioni di contenimento sarebbero più utili: per il 52% organizzare la vita per fasce orarie. Per il 16% bisogna isolare gli anziani e le persone con patologie a rischio, mentre per il 15% è necessario isolare i più giovani.