Giorgio Palù è stato tra i primi ad ipotizzare un’origine non naturale per il coronavirus e il professore non fa passi indietro. Intervistato da Fuori dal coro, l’ex presidente della Società europea di virologia ha tenuto a precisare: «Credo che né oggi né domani sarà possibile dire con certezza quale ipotesi sia vera, ma ad oggi ci sono più ragioni a favore di una origine da laboratorio. Al di là di tutto questo, questo è un virus cinese, che è nato a Wuhan. Un’altra cosa che possiamo dire con certezza è che i cinesi a dicembre-fine gennaio non ci hanno detto la verità». Insomma, qualcosa del racconto cinese non torna, ma anche questo è un segnale per Giorgio Palù: «Ho detto che sarà difficile provarne la natura e l’origine, quindi anche questo può fare pensare ad una origine artificiale».
GIORGIO PALU’: “CINA NON CI HA DETTO LA VERITA'”
Giorgio Palù e diversi altri esperti hanno acceso i riflettori sulla possibile creazione del coronavirus in laboratorio, senza dimenticare che molti misteri del laboratorio di wuhan restano irrisolti. Nessuno è potuto entrare nel laboratorio dove si studiano i coronavirus dei pipistrelli, ha evidenziato Fuori dal coro. Netto il giudizio di Edward Lucas, esperto di sicurezza internazionale: «La Cina non ha intenzione di collaborare a questa indagine. La Cina intimidisce e zittisce chiunque faccia domande scomode sul virus». Il laboratorio, finanziato anche dalla Commissione europea, non ha rispettato molte direttive, come messo in risalto da Laura Harth, rappresentante Onu per il Partito Radicale: «È evidente che non hanno rispettato gli obblighi previsti dalle regole internazionali della Sanità».