Il noto economista Edward Luttwak ha sottolinea come il coronavirus abbia di fatto registrato numeri simili in tutti i paesi, indipendentemente dalle misure di restrizione applicate dagli stessi per contenere l’epidemia. Ospite in collegamento con il programma condotto da Giovanni Floris, DiMartedì su La7, ha spiegato: “Prima di venire in studio ho visto una statistica sulla mortalità per centomila – ha esordito in diretta televisiva – tutti i Paesi hanno numeri simili, hanno seguito politiche differenti e hanno avuto lo stesso risultato”. In realtà qualche differenza c’è stata, visto che poi è lo stesso Edward Luttwak ha correggersi: “L’unica differenza è che alcuni Paesi hanno avuto più morti a marzo, altri a giugno o aprile”. Secondo l’economista, il coronavirus ha avuto un impatto mediatico ben più imponente rispetto ad altre epidemie passate: “La verità è che nel passato dell’umanità, una cosa di questo genere arrivava e passava. Il focus mediatico ha obbligato queste politiche di controllo che hanno avuto solo un risultato positivo: limitare le entrate negli ospedali”, ma del resto così non poteva essere visto che il covid ha toccato ogni nazione del mondo, provocando 1.2 milioni di decessi e 51 milioni di casi totali.
EDWARD LUTTAWK: “COVID? TRUMP NON HA SBAGLIATO…”
Edward Luttwak è tornato a parlare anche delle elezioni Usa, con la vittoria del democratico Joe Biden, non riconosciuta però dal presidente uscente Donald Trump. Secondo l’economista il tycoon non ha operato poi così male: “Hanno detto che era il peggior governatore“, rimarcando appunto la scarsa differenza fra numeri di contagi e vittime fra i vari paesi. Edward Luttwak ha sempre esternato il proprio pensiero in maniera chiara e diretta, senza peli sulla lingua, e una settimana fa, sempre a DiMartedì, aveva definito l’Italia un paese di vecchiacci: “La priorità dovrebbe essere proteggere i giovani – aveva detto – capisco che in Italia i vecchiacci che controllano il potere politico vogliono spostare tutte le risorse su di loro. Non c’è correlazione tra scuole aperte e mortalità, perché i bambini non si ammalano. Mi sorprende che in Italia la priorità è differente”.