Luca Ricolfi è il sociologo e professore che fin dall’inizio dell’emergenza Covid – pur rimanendo un convinto “chiusurista” per fronteggiare la pandemia – non ha mai mancato nel sollevare tutte le critiche possibili sulle scelte del Governo Conte-2: non si smentisce neanche nell’ultima intervista a “La Verità” del collega Stefano Filippi, con toni durissimi specie sul giudizio attualissimo per la gestione della “seconda ondata”. «Se sapessimo che il rischio di infezione è molto basso, e che in caso di infezione ai primi sintomi qualcuno verrebbe a casa a visitarci e curarci, avremmo pochissima paura, vivremmo quasi normalmente, e non intaseremmo i pronto soccorso», spiega il sociologo tra i firmatari di una petizione con 10 punti da attuare immediatamente nel contrasto alla pandemia. L’analisi di Ricolfi è schietta e senza appello contro il Governo: «sanno solo terrorizzare gli italiani, sono maestri nel rinchiuderci e pensano che solo se siamo terrorizzati a dovere obbediremo». Le mancanze sono tante e a più ampio prospetto, ma due superano tutte le altre: «Primo, l’ attivazione dei medici di base con dispositivi di protezione, strumenti per effettuare i tamponi, e soprattutto un protocollo di intervento al primo apparire dei sintomi. Secondo, attuazione del piano Crisanti per portare il numero di tamponi per abitante a livelli europei, almeno 3 volte i livelli degli ultimi mesi».
RICOLFI CONTRO IL GOVERNO “DEGLI STRUZZI”
La situazione è sfuggita di mano e difficilmente potrà essere recuperata, spiega ancora Luca Ricolfi su La Verità: «Si può solo sperare che, nonostante sia troppo tardi, faccia ugualmente quel che andava fatto nei mesi estivi. Perché ormai il problema non è evitare la seconda ondata, ma porre le condizioni per evitare la terza, inevitabilmente seguita dall’ennesimo lockdown: una vera catastrofe per l’ economia». Bastava solo agire per tempo e la seconda ondata non ci sarebbe stata evitata, ma così non è stato e non solo in Italia: «La più grossa bugia dei maggiori governi europei è stata di presentare l’ epidemia come una catastrofe inevitabile e ingovernabile, anziché come un evento che poteva essere fronteggiato», sottolinea il professore e docente, convinto che fino a 1-2 mesi fa si poteva ancora intervenire con la divisione in zone di rischio («che avevano senso nel primo lockdown, ma il Governo non ha ascoltato l’appello del Cts su questo punto»). Ora però il futuro è tutt’altro che roseo: «i nostri governanti non sono semplicemente incapaci, purtroppo sono anche un po’ struzzi», attacca concludendo Ricolfi, «È ingenuo credere che loro sappiano la verità ma non ce la dicano: la realtà è che la nascondono anche a sé stessi. Se così non fosse, il ministro Speranza si sarebbe ben guardato dal pubblicare un libro auto-elogiativo, che ha poi dovuto precipitosamente ritirare. Evidentemente, non aveva capito la situazione. Pensi in che mani siamo».