Intervenendo al Question Time della Camera, la Ministra della Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone ha annunciato l’imminente nuovo decreto sullo smart working nella PA: nella nota di aggiornamento al documento di economia e finanza (Nadef) «è prevista l’adozione di un disegno di legge collegato alla legge di bilancio, recante “Disposizioni in materia di lavoro agile nelle pubbliche amministrazioni”». L’annuncio della Ministra segue il lungo trend di adeguamento delle amministrazioni pubbliche alle necessarie e urgenti innovazioni sul fronte smart working: «già nel Dpcm del 13 ottobre vi è stato un esplicito riferimento ad organizzare il più possibile la pubblica amministrazione con il lavoro agile rimettendo alle competenze del Ministero PA le modalità attuative». Ancora la Dadone in Parlamento ha sottolineato come con un decreto passato già sono state stabilite nuove regole di smart working «è chiaro che la situazione emergenziale muove il Governo e la PA per decisioni immediate sul fronte lavoro agile, ma abbiamo anche ragionato su come potrebbe strutturarsi lo smart working nel prossimo futuro».
LAVORO AGILE NEL FUTURO: LE NOVITÀ
È in via di emanazione dunque un nuovo decreto ministeriale che inserisce le linee organizzative del nuovo piano organizzativo, il cosiddetto “POLA” (Piano Organizzativo del Lavoro Agile) che contiene tutti gli indicatori delle performance: il Piano deve individuare le modalità attuative per almeno il 60% dei dipendenti che si può avvalere di questa modalità, così come stabilito dall’ultimo Decreto Rilancio. «Questo piano offrirà alle amministrazioni pubbliche delle indicazioni di merito per meglio organizzare la struttura di lavoro agile: questo testo poi sarà sottoposto alla Conferenza Unificata», spiega ancora la Ministra Dadone illustrando tutti gli interventi che dovranno – secondo il Governo – essere al centro della prossima tornata contrattuale. Si tratta di «diritto alla disconnessione e alle connesse fasce di reperibilità e contattabilità, alla sicurezza sul posto di lavoro, all’utilizzo dei dispositivi tecnologici, alle modalità di valutazione e degli aspetti disciplinari, per un adeguato bilanciamento dei diritti e dei doveri». Chiudendo l’intervento alla Camera, la Ministra in area M5s insiste sul diritto alla disconnessione che rappresenta «una misura preventiva a tutela dei lavoratori, per scongiurare che il lavoro da remoto possa deformarsi in uno strumento eccessivamente condizionante. In tal senso, già nel mio decreto dello scorso ottobre è richiesto alle amministrazioni di organizzare il lavoro agile con la garanzia dei tempi di riposo e del diritto alla disconnessione».