Le buone notizie sui vaccini anti Covid si susseguono. Dopo quelle sul candidato di Pfizer-Biontech, arrivano anche dalla casa farmaceutica Moderna. Tra i tanti esperti che l’hanno commentata c’è pure il virologo Roberto Burioni, che sul suo blog “Medical Facts” ha colto l’occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe. «Vorrei fare notare a tutti che questi vaccini che molto probabilmente ci salveranno la vita tirandoci fuori dalla più brutta esperienza degli ultimi 70 anni non li hanno messi a punto i clinici “al letto del malato”, ma proprio quei disprezzati “topi di laboratorio”», ha scritto il virologo del San Raffaele di Milano. Il riferimento, seppur non esplicito, è al professor Alberto Zangrillo, che lavora nel suo stesso ospedale ma è primario dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione Generale e Cardio-Toraco-Vascolare. «Ci sono topi di laboratorio che pensano di saperla più lunga di noi e questi sono veramente pericolosi», aveva infatti dichiarato a luglio. E concetti simili aveva espresso anche Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie Infettive del San Martino.
BURIONI VS ZANGRILLO, TENSIONI AL SAN RAFFAELE
La replica di Roberto Burioni si è fatta attendere, ma è arrivata. «A proposito, visto che alcuni clinici sottolineano l’importanza di chi “sta al letto del malato” e “vede i pazienti tutti i giorni” rispetto ai “topi di laboratorio” che stando chiusi nelle stanze con i loro microscopi tutto il giorno non hanno un’idea di cosa sia questo virus», la sua premessa su “Medical Facts”, il suo blog. Quindi, la bordata che sa di rivincita. «Il lavoro di tutti è importante, e solo impegnandosi insieme si riesce a vincere contro le malattie», ha poi concluso il virologo. La Stampa parla di rapporti tesi al San Raffaele, noti da tempo. Ma ultimamente avrebbe raggiunto un punto di non ritorno. Secondo alcune chat interne, citate dal quotidiano, ne resterà assolutamente uno tra loro due. Se il primo potrebbe aspirare al ruolo di direttore sanitario o di rettore, se non dovesse prestarsi alla politica e cavalcare magari l’idea di candidarsi a sindaco di Milano, Burioni potrebbe finire alla concorrenza, cioè all’Humanitas.