Nonostante da più parti si segnalino timide riprese e una luce in fondo al tunnel, Massimo Galli è convinto che il peggio del covid debba ancora arrivare. Senza troppi giri di parole, come il suo solito, il direttore dell’Istituto di Malattie Infettive dell’Ospedale Sacco di Milano, ha parlato così ai microfoni della trasmissione di Rai Tre, Agorà: “Abbiamo i primi risultati dei provvedimenti e della capacità degli italiani di mettersi autonomamente in sicurezza. Di morti ne vedremo ancora tanti – il commento ai dati di ieri più di 700 vittime, come non avveniva da aprile – perché certi processi sono in atto. Le infezione avvenute nei giorni scorsi producono effetti e siamo pericolosamente vicini alla soglia dei 4.000 pazienti in rianimazione. Ma purtroppo le terapie intensive si svuotano più con i decessi che per le guarigioni”. Sul barlume di speranza Galli spiega che i i dati di questi giorni “fanno presumere una flessione e fanno pensare che si stia almeno raggiungendo un plateau” ma “i tempi per un risultato robusto potrebbero essere più lunghi”.
GALLI: “NON SIAMO STATI PRESI DI SORPRESA MA…”
Qualche differenza rispetto alla prima ondata di marzo comunque c’è: “non siamo stati presi di sorpresa e non ci troviamo davanti ad alcune aree con centinaia o migliaia di casi in atto prima di sapere di averli. Tuttavia, ora abbiamo anche casi in tutto il Paese, incluse le aree più fragili dal punto di vista del sistema sanitario”. Sulle misure restrittive in atto, che ricordiamo, scadranno il 3 dicembre, Galli ha fatto sapere che è presto per vedere gli effetti del “lockdown light”: “Il tentativo di chiudere meno possibile ci auguriamo di sì e ce lo auguriamo, anche se ha tempi più lunghi del lockdown per vedere l’effetto”. E rimanendo in tema Dpcm, Galli ha commentato così le accese polemiche degli ultimi giorni sulla divisione in zone dell’Italia: “Posso capire che la politica in tutta Italia abbia bisogno di passare un messaggio rassicurante al singolo politico locale, ma non si ottengono risultati con qualche sconto. La complessità del meccanismo è stata concepita per dare il massimo delle garanzie. Le regioni sono aree vaste, forse bisognerebbe ragionare su problematiche diverse all’interno delle stesse regioni”.