«I numeri sono in progressiva crescita ma ancora una volta dobbiamo fare uno sforzo per capirli meglio: la forza del Covid è ancora molto rilevante ma grazie alle nostre misure si sta riducendo», spiega il Commissario all’emergenza Domenico Arcuri in conferenza stampa. Il 29 ottobre, il 5 novembre e il 13 novembre l’aumento si è ridotto fino ai dati di oggi (-4% di aumento casi): «la crescita si è affievolita», prosegue Arcuri che addirittura spiega come il ritmo della pandemia sta «finalmente decelerando». Confermato anche questa settimana come dei 761mila italiani positivi, il 95,1% è in isolamento domiciliare (asintomatico o con pochi sintomi); il 4,4% sono ricoverati (era il 42% nella prima ondata), lo 0,5% è in terapia intensiva (al picco della fase 1 era il 6,7%): «grazie al tracciamento riusciamo a rintracciare il virus nei primi momenti della sua esistenza», sottolinea ancora il Presidente di Invitalia. Comincia a decrescere anche il tasso di positività (positivi/tamponi): «oggi è al 14,46%, prosegue la diminuzione costante». In merito al tema delle terapie intensive «abbiamo 10.025 posti letto già attivati/potenzialmente attivabili. Ad oggi 3712 sono ricoverate»; intorno a questi numeri, sottolinea Arcuri, ci sono diversi dibattiti ma «sono dati confermati dall’Iss. Questo non vuol dire che comunque possiamo abbassare la guardia, ma non significa neanche che siamo al collasso».
FOCUS SU PIANO VACCINI E RAFFORZAMENTO OSPEDALI
In merito al piano di rafforzamento della rete ospedaliera, Arcuri ricorda come anche qui i dibattiti e le critiche sono frequenti negli ultimi giorni: «grazie ai nostri sforzi, i rafforzamenti sono all’80% già attivati. I piani delle Regioni li abbiamo ricevuti il 28 luglio, abbiamo speso 1mese e mezzo per cantierarli e i bandi sono poi scattati subito dopo (in realtà ad ottobre 2020, ndr)». Ad oggi sono stati affidati 126 progetti alle Regioni, 3846 ventilatori inviati, con più di 4mila prodotti per poter riempire le strutture da rafforzare: «in un tempo davvero ragionevole i lavori per il rafforzamento ospedaliero sono cominciati». Arcuri contesta poi le critiche ricevute, «non bisogna più dibattere attorno a questi dati. Stiamo realizzando tutti gli eventi». Infine, l’ultimo argomento della conferenza riguarda il piano vaccini: «Pfizer fornirà 3,4 milioni di dosi per l’Italia a fine gennaio». Il commissario spiega poi che tali dosi saranno utili a vaccinare 1,7 milioni di italiani: «ad ogni persona servono 2 dosi in 3 settimane».
Il vaccino ha diverse caratteristiche non simili agli altri vaccini ancora in corso di autorizzazione Ue e Italia, ma – segnala Arcuri – «stiamo disegnando il piano di distribuzione, conservazione e somministrazione. Il ministero della Salute sottoporrà al CdM e poi al Parlamento il piano con tutti i criteri delle somministrazioni per le prime categorie di cittadini». Le variabili sono l’esposizione al contagio – operatori sanitari e non solo – ma anche il livello della fragilità (anziani e malati di multiple patologie): «questi criteri verranno utilizzati dal Governo, sarà la più grande campagna di somministrazione vaccinale che noi ricorderemo». La Pfizer farà le distribuzioni, le Regioni dovranno provvedere ai luoghi di somministrazione: «è indispensabile che arrivi in Italia con gli stessi standard di efficienza del luogo dove è stato prodotto. Una volta arrivato nei luoghi scelti dalle Regioni, il vaccino verrà somministrato ai primi italiani destinatari». Stesso piano viene approntato anche per altri vaccini che hanno complessità inferiori (tra i -2 e +8 gradi centigradi, mentre Pfizer necessità di -80°) e così piani di somministrazioni saranno più semplici da gestire. Il 17 novembre il Ministero della Salute ha inviato le specifiche tecniche su aghi e siringhe da acquistare, Arcuri allora annuncia «entro lunedì prossimo riusciremo a fare partire i bandi per gli acquisti. Sarà acquisto articolato e complesso per il tipo di materiale necessario». Tema bombole ossigeno: il commissario ha spiegato come le Regioni abbiano evidenziato la carenza delle bombole mentre sull’ossigeno liquido non vi sono particolari problematiche, «cercheremo di sollecitare i produttori per far pervenire al più presto i materiali».
LE DOMANDE DEI GIORNALISTI
Da un collega di “Diritto e Rovescio” la domanda sule siringhe ordinate: «non ne abbiamo acquistate fino ad oggi e i bandi partiranno lunedì, non è un po’ tardi?»; Arcuri replica, «è il Ministero che ci ha inviato il 17 novembre le specifiche, con quelle ora possiamo lanciare i bandi. Non credo sia tardi, il vaccino verrà poi somministrato a fine gennaio: auspico che non debba accadere che siamo in possesso del vaccino ma non degli aghi per poterlo inoculare. Non averli in 2 mesi speriamo che sia un’immaginazione che non avverrà». Arcuri spiega anche che i frigoriferi per conservare il vaccino sono presenti, «altrimenti non potremmo prendere il vaccino»; in merito alle bombole d’ossigeno, il commissario replica alla critica su ritardi per l’approvvigionamento «abbiamo fatto moral suasion alle aziende per produrne di più». Capitolo vaccini, quale sarà la tempistica per la scala generale dei cittadini: «i contratti europei vedono la effettiva luce quando i singoli vaccini vengono autorizzati. Il primo è stato Pfizer, poi verranno anche gli altri», risponde il commissario all’emergenza Covid-19, «questo processo vale poi per tutti gli altri produttori, quindi noi Paese dipendiamo non tanto dal contratto che è già stato predisposto e sottoscritto ma dagli autorizzazioni degli enti preposti» chiarisce Arcuri. «Non abbiamo dunque numeri certi per sapere quando arriveranno tutti i vaccini, ma penso che la quantità dei vaccini sarà crescente nel corso dei mesi: entro qualche mese, nel corso del 2021, arriveremmo alla somministrazione su larga scala». Ci sarà anche una piattaforma informatica che renderà pubblico l’aggiornamento giorno per giorno sulla somministrazione dei vaccini in tutto il Paese, annuncia Arcuri. Il piano di vaccinazione, per capire quando finirà, servirà capire quante dosi arriveranno davvero e sopratutto quanti italiani vorranno farsi il vaccino: «sulla base delle previsioni, non ancora valicate, si può evincere come una parte importante della nostra popolazione potrà essere vaccinata entro i primi 6 mesi del 2021». Sul problema nell’assistenza domiciliare, il Commissario all’emergenza prova a replicare sulle critiche in merito alla scarsa assistenza telefonica oltre che alla paura dei medici di base di visitare a casa: «dobbiamo comprendere la portata enorme dei numeri del Covid che metterebbero in seria sofferenza qualsiasi sistema sanitario. Ci vogliono mesi prima di avere un tracciamento costante e capillare, ma non in tutte le Regioni e i territori vi sono le stesse sofferenze».
LA CONFERENZA STAMPA DI ARCURI
Si rinnova come sempre di giovedì l’appuntamento con la conferenza stampa del Commissario straordinario all’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri: dalle 18.30 presso l’Auditorium di Invitalia, il commissario farà il punto sulle attività di contenimento e contrasto all’epidemia. Rispetto a 7 giorni fa però, è in fase sviluppata il “piano vaccini anti-Covid” solo accennato nella precedente conferenza stampa: di questo, dei criteri sui parametri Cts in discussione sempre oggi nella videoconferenza Governo-Regioni e del prossimo Dpcm “Natale” saranno i tre temi principali nell’odierno confronto tra Arcuri e i giornalisti in sala. La conferenza stampa viene trasmessa, come sempre, in diretta video streaming sul canale YouTube di Invitalia dalle 18.30 per circa un’oretta di durata massima: è evidente che il principale tema che verrà affrontato nella conferenza di Arcuri riguarderà il piano di distribuzione dei vaccini, specie dopo le anticipazioni emerse oggi sulla stampa riguardo le principali direttive che il Governo dovrà approntare nelle prossime settimane dopo l’accordo siglato tra Unione Europea e Pfizer-Biontech per l’arrivo da gennaio di 3,4 milioni di dosi del vaccino anti-Covid in Italia.
PIANO VACCINI ARCURI: LE ANTICIPAZIONI
«Il vaccino Pfizer, il cui iter di validazione sembra essere, ad oggi, il più avanzato, permetterebbe all’Italia di disporre già da fine gennaio 2021 di circa 3,4 milioni di dosi da somministrare a 1,7 mln di persone. E’ necessario, pertanto, scegliere il target di cittadini a cui somministrare le prime dosi disponibili», ha spiegato lo stesso Domenico Arcuri nella missiva inviata alle Regioni. Le prime dosi verranno rivolte a ospedali e Rsa per poter essere somministrate alle categorie più fragili e agli operatori sanitari: «Le caratteristiche di conservazione, inoltre, di queste prime dosi di vaccino, prevedono che lo stesso possa essere mantenuto per: 15 giorni dalla consegna nelle borse di conservazione del fornitore; 6 mesi, qualora si disponga di celle frigorifere a temperatura -75°C+-15°C», si legge nel documento anticipato dall’Ansa. Entro il prossimo 23 novembre le Regioni dovranno comunicare «per ogni provincia, il numero e la denominazione dei presidi ospedalieri all’interno dei quali si ritiene utile che il vaccino venga consegnato e somministrato; tale presidio ospedaliero dovrà essere in condizione di vaccinare almeno 2.000 persone o più persone ma con multipli di 1000 in 15 giorni». Potrebbe esserci lo spazio durante la conferenza stampa dell’ultima polemica sollevata da uno studio scientifico sui test rapidi acquistati dal commissario per la diffusione su scala nazionale: stando agli esperti, i test antigenici acquistati in Corea del Sud rischiano di sbagliare diagnosi 6 volte su 10. SkyTg24 ha cercato di contattare Invitalia per chiedere lumi sui documenti di validazione del bando sottoscritto, ma ancora non hanno ricevuto risposta.