L’Italia, a modo suo, è stata duramente colpita dalla pandemia. Siamo il terzo Paese al mondo per tasso di mortalità da Covid-19 (4,2%) dopo Messico (9,8%) e Iran (5,5%), secondo i dati della John Hopkins University. Scendiamo all’ottavo posto se si considerano i decessi per 100.000 abitanti: 71, poco più della metà del Belgio, che ha il dato più elevato (120).
Accanto alla crisi umana e sanitaria, si sta consumando quella economica. Le stime della variazione del Pil nel 2020 per il nostro Paese parlano di un -10% di variazione reale, comunque simile a quello di Francia e Regno Unito, inferiore rispetto a Spagna (-13%), maggiore di Germania (-6%) e Stati Uniti (-4,3%), mentre la Cina ha previsioni addirittura di crescita (+1,9%). In termini nominali il Pli dell’Italia nel 2019 è stato di 1.789 miliardi di euro. Una variazione negativa del 10%, ipotizzando inflazione prossima allo 0% nel 2020, porterebbe a un calo di 180 miliardi di euro, circa 3.000 euro di reddito in meno per ogni italiano, tra i 9.000 e i 12.000 euro di minor reddito per un nucleo familiare di 3 o 4 persone. Questo in media, con una elevata diseguaglianza tra la popolazione.
Ad esempio, i dipendenti statali non hanno subito riduzioni di reddito dall’inizio della pandemia, mentre nel settore privato molti lavoratori, pur preservando ex-lege il posto di lavoro, hanno fatto parte dei programmi di protezione sociale come la cassa integrazione e il fondo di integrazione salariale, che prevedono redditi inferiori a quelli normalmente percepiti. E un ampliamento delle persone in povertà: dalla scorsa primavera le richieste al Banco Alimentare sono aumentate del 40%.
I timori per la tenuta del sistema produttivo sono molti. Il sistema delle PMI è stato sottoposto all’onda d’urto della crisi, uno tsunami che senza l’intervento dello Stato ne avrebbe travolte molte, e probabilmente non sarà sufficiente a salvarle tutte. La crisi scatenata dalla pandemia, in particolare, ha accelerato molti trend secolari che l’economia e le imprese italiane hanno a lungo ignorato. L’Italia ha un problema di produttività, che non cresce per una struttura di imprese troppo piccole, che faticano a dialogare tra loro e a fare sistema. La managerialità è ancora spesso percepita in contrapposizione anziché complementare all’imprenditorialità. La tecnologia è ancora troppo spesso vista come minaccia da cui difendersi, invece che come una leva per capitalizzare il potenziale della propria azienda. Infine, il rapporto con la finanza deve maturare da un’ottica creditizia a una visione di mercato in cui gli investitori possono essere partner per la crescita. Solo una progressiva scoperta di queste opportunità non colte, unita a un maggiore e più coraggioso investimento nell’innovazione delle imprese, consentiranno al nostro tessuto economico di reggere.
Occorre un cambiamento. Non stravolgere il modello attuale, ma migliorarlo, per poter tornare dopo quasi 30 anni, a ritmi di crescita che possa garantire la sostenibilità del Paese, su cui gravano una curva demografica drammatica e un debito pubblico ormai fuori controllo, e porre le basi per il benessere alle generazioni future. Da queste considerazioni è nato Lab4growth, un laboratorio per la crescita, che possa mettere in circolo nuove idee, aiutare a fare impresa e agire da incubatore.
Lab4Growth nasce da una rete di persone con storie e competenze diverse, che insieme hanno deciso di mettersi in gioco per conoscere e valutare ambiti, forme organizzative e metodologie adeguate al nuovo contesto economico e sociale. Lab4Growth non è un programma formativo, ma una rete di persone che mette in comune iniziative già intraprese, aggrega interlocutori che stanno già realizzando progetti innovativi adeguati al nuovo contesto economico, studia proposte per le imprese e per le istituzioni.
Lab4growth vuole essere un luogo dove imprenditori, manager, professionisti, consulenti, ricercatori, policy makers sono coinvolti allo stesso piano. Lab4growth è un ambito di discussione, non di formazione frontale. È un luogo di sviluppo di nuove idee che nascono dal confronto con dei casi aziendali. È un incubatore di proposte per la realizzazione di politiche pubbliche, per un reale cambiamento.
Il programma del Lab si articola su 3 moduli tematici: Trasformazione digitale, Smart-working e nuova organizzazione del lavoro, Imprese in rete. Si tratta di tre temi, che prima del Covid-19 potevano essere lasciati all’attenzione degli addetti ai lavori, ma che oggi invece è necessario approfondire e comprendere. Nell’attività del Lab4Growth ciascuno di questi tre temi verrà affrontato attraverso l’esperienza degli ospiti che interverranno, la visione di sintesi di alcuni esperti, per concludere ciascuna sessione con l’elaborazione di proposte e idee per le imprese e la società che condivideremo nei prossimi mesi.
L’attività di Lab4growth sarà, per il momento, tutta online a partire dal 27 novembre 2020 con il primo incontro sulla digitalizzazione. L’attività si concluderà a fine maggio 2021, con una cadenza dei 9 incontri piuttosto ampia, per lasciare spazio alla formulazione di nuove idee e proposte. Il programma dettagliato e le indicazioni per iscriversi sono reperibili qui.