Anche il professor Gianni Rezza si è espresso sull’eventualità di rende obbligatorio il vaccino. «Credo sia presto per parlarne, si può applicarlo su alcune categorie», ha dichiarato durante la conferenza stampa dell’Istituto superiore di sanità presso la sede del Ministero della Salute. «La strada è quella del convincimento e della persuasione, della diffusione di una cultura delle vaccinazioni. Sono certo che gli italiani daranno grande prova di maturità», ha aggiunto il professor Franco Locatelli. Invece Rezza ha poi proseguito sulla questione asintomatici: «Sono pericolosi perché non sono subito identificabili. Con la Sars era più facile identificare gli infetti, invece il picco col Covid è alla comparsa dei sintomi e poi ci sono tanti asintomatici o paucisintomatici». Locatelli ha poi parlato delle scuole: «La scuola, nell’ultima analisi fatta dall’Iss, si conferma nel contribuire marginalmente alla curva di trasmissibilità di Sars-CoV-2. Ci sono evidenze di bambini sotto i 10 anni che hanno un potere contagiante ridotto, ma non è assente».
Invece sugli spostamenti: «Inutile negarlo, più persone si incontrano e più aumenta il rischio contagio. Non nego la mia preoccupazione, ma la politica è l’arte della mediazione. Non possono prendere le decisioni solo i tecnici. Quello che posso dire è che gli spostamenti illimitati e aggregazioni rappresentano un rischio per la diffusione dell’infezione». Locatelli riflette partendo dai numeri dei morti: «Non siamo fuori dal problema. Si può arrivare ad una via di mezzo, che sarà sicuramente criticata perché è difficile accontentare tutti». Infine, sui tamponi: «Il numero di test potrebbe essere superiore, perché forse non vengono inclusi quelli rapidi. Potrebbe esserci anche un affaticamento fisiologico, ma non vedo una diminuzione preoccupante». Locatelli ha poi concluso spiegando che dovremo aspettare fino a 14 giorni per avere un calo anche nel numero dei deceduti. (agg. di Silvana Palazzo)
CONFERENZA STAMPA ISS: “IMMUNITÀ GREGGE? 70% VACCINATI”
Dobbiamo resistere ancora, perché «le conseguenze potrebbero essere molto dannose». Così il professor Gianni Rezza in conferenza stampa chiede altri sacrifici agli italiani in un momento delicato per il nostro Paese. Il riferimento è al dibattito sulla riapertura degli impianti sciistici: «L’anno scorso vedemmo molte file. Da lì partirono molte persone infette che alimentarono molti focolai, facilitando la diffusione dell’infezione». Bisogna, dunque, stringere ancora i denti in attesa che parta la campagna vaccinale: «Io ho la speranza che da qua a pochi mesi potremo cominciare a vaccinare sempre più persone, in maniera graduale e crescente, quindi non vedremo subito la fine dell’epidemia, ma potrebbe esserci una forte riduzione dell’impatto. Dobbiamo resistere ancora un po’». Il professor Franco Locatelli, che è anche membro del Comitato tecnico scientifico, ha spiegato che la riapertura degli impianti di sci «non è compatibile con i numeri che continuiamo a vedere».
Il professor Gianni Rezza si è detto soddisfatto della campagna vaccinale antinfluenzale: «Quest’anno è stato fatto un grosso sforzo da parte delle Regioni. A fronte dei 10-11 milioni dell’anno scorso, ne sono stati acquistati 17-18 a cui si sono aggiunti altri acquistati dal ministero come scorta. Può capitare che le dosi arrivino in maniera scaglionata, ma siccome c’è stata una corsa al vaccino si sono create delle difficoltà». In conferenza stampa ha parlato anche dell’immunità di gregge e della percentuale quindi da raggiungere con la vaccinazione anti Covid: «Dipende dall’R0 del germe. Se è molto alto, come il morbillo, bisogna ad una copertura del 90-95%, altrimenti parte l’epidemia». Discorso diverso per altri germi, in cui potrebbe bastare una soglia più bassa. «Qui siamo a 3 con R0, quindi bisogna farsi qualche calcolo. Dovrebbe essere del 60-70% per il Covid, ma bisognerebbe fare dei calcoli precisi con dei modelli». Sarebbero quindi almeno 42 milioni gli italiani da vaccinare. (agg. di Silvana Palazzo)
CONFERENZA STAMPA ISS: “NUOVA ONDATA DOPO RIAPERTURE”
«Sta diminuendo l’incidenza dei nuovi casi, ma gli indicatori che calano più lentamente sono quelli relativi alle terapie intensive e ai decessi». Comincia così la conferenza stampa dell’Istituto superiore di sanità, con il professor Gianni Rezza che parte dal nuovo bollettino sul coronavirus in Italia per analizzare la situazione. «Ho sentito parlare di ondate, come se si esaurissero autonomamente, ma la prima si è fermata per il lockdown, quindi possiamo parlare di un’unica ondata che viene attenuata in base alle restrizioni che si adottano», ha spiegato il Direttore Generale della Prevenzione presso il Ministero della Salute. D’altra parte, si registra una riduzione della trasmissibilità, a partire dalla Regione Lombardia. In conferenza stampa è intervenuto anche il professor Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, spiegando che il rapporto positivi-tamponi è sceso al 12,31%. (agg. di Silvana Palazzo)
CONFERENZA STAMPA ISS: INDICE RT, ANALISI EPIDEMIOLOGICA
Alle ore 17
è stata convocata la nuova conferenza stampa dell’Istituto Superiore di Sanità presso la sede del Ministero della Salute sulla consueta analisi della situazione epidemiologica nel Paese. Interverranno all’Auditorium “Cosimo Piccinno” di Roma – con diretta video streaming sul canale YouTube del Ministero – il Presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli e il Direttore Generale della Prevenzione Iss-Ministero Gianni Rezza, ad illustrare le novità sugli ultimi dati Covid-19, sulle stime di contagi, ricoveri e vittime per i prossimi giorni: inoltre, la conferenza stampa Iss informerà sulla road map del Governo nel merito delle prossime urgenti scelte da prendere per la gestione della pandemia. In vista del 3 dicembre quando Palazzo Chigi varerà il nuovo Dpcm “Natale”, oggi il Ministro della Salute Roberto Speranza ha confermato le misure e restrizioni per Liguria, Basilicata, Umbria e Bolzano proprio fino al 3/12/2020: si attende invece per venerdì, dopo la consueta cabina di regia anti-Covid, le ulteriori decisioni su Lombardia e Piemonte che potrebbero tornare “zone arancioni” dopo tre settimane di lockdown totale.
CONFERENZA STAMPA ISS: I DATI SUI DECESSI COVID
Già 7 giorni fa la conferenza stampa Iss del martedì annunciava la discesa dell’indice Rt e la possibile “flessione” della curva di contagio: è passata una settimana e i dati sono ulteriormente migliorati, se si eccettua ancora quell’altissimo numero di vittime che purtroppo ogni giorni vengono registrate dai bollettini epidemiologici. In merito alle polemiche sulla poca trasparenza e chiarezza del sistema di 21 parametri di rischio scelti dal Cts, l’Istituto una settimana fa difendeva la scelta dell’ultimo Dpcm spiegando come «Il sistema attuale finora ha indicato correttamente dove e quando aumentava la trasmissione e quindi il numero di nuove infezioni e la pressione sul sistema sanitario». Ora si attendono nuove previsioni e analisi da parte dell’Iss a fronte degli ultimi giorni con cali importanti tanto sui ricoveri quanto sui contagi: resta purtroppo alto il numero di vittime, come spiegava oggi a “Mattino 5” il viceminsitro della Salute Pierpaolo Sileri «Sarà un Natale di emergenza, non c’è ombra di dubbio. E’ inutile che ci giriamo in torno: tra regali, baci e abbracci in situazioni con anziani di 80-85 anni basta un solo positivo e si rischia una strage». Locatelli e Rezza proveranno oggi a spiegare nel dettaglio come e perché si hanno ancora numeri così alti – sui 600-700 morti al giorno – e quale sarà il piano del Governo in vista del Natale per contenere i rischi di una potenziale “terza ondata” Covid nei prossimi mesi. Sarà con ogni probabilità accennato anche l’ultimo report Iss sulla mortalità “associata” al Covid-19, pubblicato ieri pomeriggio con dettagli importanti sul Sistema di Sorveglianza e sui criteri epidemiologici acquisiti dal Comitato Tecnico Scientifico.