Nella puntata di ieri di Cartabianca, noto talk show condotto da Bianca Berlinguer su Rai Tre, vi era ospite il conduttore de L’Eredità, Flavio Insinna. Argomento del dibattito, l’epidemia di coronavirus, e il conduttore di Rai Uno ha espresso il proprio pensiero sulla vicenda: “L’immagine di ieri di Blob è definitiva – esordisce – una signora in piedi sul tetto della propria macchina cercando di scorgere la mamma ricoverata. Ci dicono di non fare terrorismo psicologico, ok, non vogliamo tornare a guardare le immagini di Bergamo e dei camion, ma basta il numero, oltre i 50mila morti, è come se una città grande come Siena sparisse, se questo non ci fa fermare, non ci fa trovare la voglia di diventare una comunità che pensa all’unisono, tutti insieme, non so cosa dobbiamo altro vedere”. Secondo Insinna gli anziani sono stati in qualche modo dimenticati a causa del covid: “Si è sbagliato dall’inizio quando si è detto che è una malattia che colpisce gli anziani. Nei miei studi giovanili, studiando Enea che scappa da Troia in fiamme, non è che gli dice, papà sei anziano, tanto ormai… se lo carica sulle spalle e se lo porta via”.
FLAVIO INSINNA: “VORREI FARE UNA LUNGA TAVOLATA A NATALE”
Ma che Natale sarà secondo Flavio Insinna: “Dobbiamo ritrovare un senso vero e profondo di pietas, aiutandoci tutti, ci vuole forza per avere la pietas per aiutare gli altri. Io parlo da una posizione privilegiata, lavoro, posso a stare a casa, sto a casa da luglio, da quando si è dato piano piano il libero tutti io ho continuato a vivere a casa. Ma ho un giardino ho una famiglia che mi ama, ho la fortuna, il lavoro, quindi non faccio testo, il mio Natale è irrilevante. Io vorrei fare il mio Natale con le famiglie di quelli che hanno perso qualcuno a causa del virus, con le famiglie diOSS, medici, infermieri, di quelli che sono tornati dalla pensione e hanno perso la vita dandola per i malati, con i cassintegrati, con i licenziati, con il mondo mio dello spettacolo che non può battere un chiodo praticamente da marzo, io vorrei fare una lunghissima tavolata con tutti loro. Poi certo, ci sono i consumi e l’economia, e l’Italsider poi diventata Ilva, ha insegnato che il profitto e la salute non vanno di pari passo però dobbiamo scegliere. Io scelgo la salute da figlio di medico”.