Liana Orfei, l’erede della famosa dinastia circense, si è raccontata in una lunga intervista concessa al settimanale Oggi in occasione dell’uscita della sua autobiografia dal titolo “Romanzo di vita vera – Io non sono, tu chi non sei?”. Un lungo viaggio alla scoperta di una donna che ha rischiato sin dalla nascita come ha rivelato: “da bambina ho rischiato fi morire a causa di una polmonite. I miei genitori, terrorizzati, da lì in poi mi hanno proibito tutto: non potevo correre, giocare, sudare. Mi sono vendicata dopo, ho ripreso tutto con gli interessi. E anche oggi a quasi 84 anni ho la curiosità di una sedicenne”. La cugina dell’indimenticabile Moira Orfei, sorella di Nando e Rinaldo Orfei, ha vissuto una infanzia molto difficile: “mio padre Paride ha rischiato di essere ucciso due volte: prima dai tedeschi e poi dai partigiani”. Sono gli anni della guerra mondiale e per un motivo di salute, una ernia inguinale, il padre si ritrova escluso dai bersaglieri, ma rischia di essere fucilato dai tedeschi. Riesce a salvarsi grazie alle sue doti artistiche.
Liana Orfei: “il bacio con Marcello Mastroianni il più lungo della storia del cinema italiano”
Non solo una circense, Liana Orfei è anche attrice. Il suo debutto è con il grande Federico Fellini che però non la scelse per quel film: “mi fece un provino, non mi prese perchè ero troppo giovane, non avevo la faccia abbastanza vissuta e sofferente. Ma il solo fatto che si fosse interessata a me mi aprì le porte di un mondo dorato”. Arrivano poco dopo i primi film: da “Tipi da spiaggia” dove recita con Ugo Tognazzi a quello con Orson Welles su cui rivela: “era sgradevole con tutta la troupe. Era difficile trovarlo sobrio, beveva due bottiglie di whisky a notte”. Qualche anno dopo Federico Fellini le propone una piccola parte nel film cult “Dolce Vita” e nel documentario “I clowns”: “Per me erano come parenti”. Tra i suoi film una menzione particolare merita “Casanova 70” in cui interpreta una domatrice di leoni e bacia Marcello Mastroianni: “è stato per i critici il bacio più lungo della storia del cinema italiano”. La sua carriera nel cinema però conosce il declino con l’avvento dei film Mosè: “mi offrivano solo parti in cui dovevo denudarmi, ma non potevo accettare. Da circense ero un modello per tutti i bambini”. Infine il ricordo di Moira Orfei: “eravamo unitissime da ragazze. Poi ci siamo allontanate e non mi ha invitato neanche al suo matrimonio. Ci siamo ritrovate poco prima che morisse: soffriva tanto. Sono andata a trovarla, mi ha abbracciato e lì ho ritrovato la mia Mora, come la chiamavamo da ragazza”.