Cresce il numero di persone con HIV non diagnosticato in Europa: a renderlo noto il contenuto di un report pubblicato dall’Ecdc e che fa riferimento a dati del 2019, in occasione della Giornata mondiale contro l’AIDS del prossimo 1 dicembre. Secondo quanto riferisce il portale Sanità Informazione, sono state 136 mila le persone alle quali è stata diagnosticata l’HIV, di cui l’80% nell’Europa dell’Est e il 20% nell’Ue. Il 53% riguarda le “seconde diagnosi”, ovvero quelle relative alla fase avanzata dell’infezione. In merito all’Ue, i numeri più alti di diagnosi di HIV sono stati registrati a Malta, Lettonia ed Estonia. I più bassi sono in Slovacchia e Slovenia. Sono più gli uomini che le donne secondo il report che però non chiarisce i numeri delle persone transgender. Tra le modalità di trasmissione, la principale resta il sesso tra uomini. In soggetti sotto i 15 anni il tasso resta molto basso, sotto lo 0,2 su 100 mila abitanti sia per maschi che per femmine. In tutte le altre fasce invece gli uomini sorpassano le donne. Il gruppo con tasso più alto (12 per 100mila) è la fascia 25-29 anni che è la più alta anche per gli uomini mentre per le donne è quella 30-39. La prima causa di trasmissione resta il sesso tra uomini pari al 38,7% dei casi mentre al 33% vi è il sesso eterosessuale che resta la seconda causa. Solo il 4% dipende da iniezioni di droghe dove la percentuale maggiore è in Lituania. 1% dei casi è da attribuire infine a infezione durante la gravidanza, parto o allattamento.
HIV, DIAGNOSI IN RITARDO: RACCOMANDAZIONI OMS
Lo stadio finale dell’infezione da HIV, l’AIDS, vede un numero in diminuzione di oltre la metà nell’ultimo decennio e diventa sempre più raggiungibile l’obiettivo di porre fine all’epidemia di AIDS entro il 2030. In Ue, tuttavia, il 74% delle 2772 diagnosi di AIDS nel 2019 è stata eseguita entro tre mesi dalla diagnosi di HIV e questo significa una tardiva diagnosi dell’infezione da HIV. In Europa negli ultimi 10 anni ci sono state più persone infettate dall’HIV di quante ne siano state diagnosticate mentre in Ue si è verificata una tendenza opposta con un calo del numero di persone che convivono con l’HIV non diagnosticato. Nel 2019, una nuova diagnosi su cinque era relativa a una persona di età superiore ai 50 anni soprattutto a causa delle difficoltà da parte delle persone più anziane a richiedere il test per timore di essere stigmatizzati. Tra le principali raccomandazioni da parte dell’Oms, si sottolineano una maggiore priorità alle misure di prevenzione tra cui la sensibilizzazione e la promozione del sesso sicuro ma anche maggiori servizi di consulenza e test sull’HIV efficienti e l’accesso rapido a cure di qualità.