È impressionante l’inchiesta compiuta negli scorsi mesi da “La Croix Hebdo” sul mercato degli embrioni e anche dei bambini appena concepiti tra diversi Continenti del mondo: oggi sull’Avvenire viene eccezionalmente riportato il dossier choc compiuto da Louise Audibert (grazie a sovvenzioni della Fondazione Jean Luc Lagardere, ndr) che parla di utero in affitto, mercato dell’embrione, vendita tramite corrieri esperti della “crioconservazione” e quanto di più agghiacciante si possa immaginare nel “deep state” del desiderio recondito dell’essere umano di volere dei figli ad ogni costo. «Lavoro per una società di Londra che mi manda ovunque nel mondo», racconta Jake, il ragazzo che racconta alla giornalista francese gran parte del mercato transmondiale degli embrioni; «dal 2015 le coppie occidentali» (per lo più omosessuali, ma non solo), «che avevano avviato la fecondazione assistito nel Sud-Est asiatico, perché più economica, sono interdette da quei Paesi e devono trovare una madre surrogata altrove. Così mi spediscono a prendere le loro provette…». L’inchiesta narra di una Gpa (gestazione per altri) ormai diffusa in tutto il mondo e con prezzi sempre più competitivo: ancora Jake racconta «A qualche centinaio di metri di altezza, in tutta semplicità, Jake mi annuncia che si appresta a trasportare futuri esseri umani, che hanno da 0 ad appena pochi giorni, in un volgare zaino in cabina. Ma questo fatto non sembra disturbarlo più di tanto… ».
L’INCHIESTA CHOC SULL’UTERO IN AFFITTO
La comunicazione con la giornalista si interrompe poi una volta arrivato in Nepal perché pare che il capo di questo giovanissimo corriere degli embrioni non intende più concedere informazioni in merito («sai, agiamo a volte nell’illegalità…»). E così l’inchiesta prosegue nelle cliniche nepalesi dedicate all’infertilità: «Ormai inviamo gli embrioni in altri Paesi, come la Georgia, la Repubblica Ceca, l’Ucraina o la Russia. Torni alla fine del mese, potrà discuterne con la per- sona che se ne occupa, lei è in contatto con dei corrieri che passano per l’India prima di partire verso Ovest». Corrieri, aziende multinazionali che ci lucrano, madri surrogate pagate anche 36mila euro per portare a termine la gravidanza e “liberarsi” subito del prodotto: un concepimento della vita completamente disumano e mercificato, un orrore che da anni vive nei sottoboschi tanto d’Oriente quanto d’Occidente. Addirittura, svela il reportage mondiale, i corrieri che portano con sé gli embrioni come bagaglio a mano in giro per il mondo vengono “protetti” da accordi sottoscritti con l’Associazione Internazionale del Trasporto aereo: «Una dichiarazione della clinica attesta che si tratta di materiale organico, e si evitano problemi ai controlli».