«Occorre costruire una nuova giustizia sociale partendo dal presupposto che la tradizione cristiana non ha mai riconosciuto come assoluto e intoccabile il diritto alla proprietà privata»: Papa Francesco, dopo aver fatto già intuire nella enciclica “Fratelli Tutti” il suo pensiero circa la giustizia sociale e il tema-scontro tra ricchezza e povertà, nel video messaggio ai giudici membri per i diritti sociali di Africa e America lo dice chiaramente. La proprietà privata non è un diritto primario, inviolabile e inalienabile: la Dottrina Sociale della Chiesa, da sempre, considera il diritto alla proprietà privata come un diritto naturale secondario derivato dai diritti di cui tutti sono titolari, scaturito da beni creati: eppure per Papa Francesco, proprio per ribadire il tema della giustizia sociale, occorre ri-centrare la tematica nel periodo mondiale dove la disuguaglianza sociale è acuita dalla crisi del Covid-19. «Non vi è giustizia sociale in grado di affrontare l’iniquità che presupponga la concentrazione della ricchezza» spiega ancora Papa Francesco nel videomessaggio per l’apertura dei lavori della Conferenza Internazionale dei giudici membri dei Comitati per i diritti sociali di Africa e America.
PAPA FRANCESCO: “RIPARTIRE DA TERRA, CASA E LAVORO”
Per il Santo Padre, «ci siamo abituati a passare, a ignorare situazioni finché non ci colpiscono direttamente. L’impegno incondizionato si fa invece carico del dolore dell’altro senza scivolare in una cultura dell’indifferenza»; non solo, per il Papa occorre recuperare il senso del popolo, «senza pretendere di essere un’élite illuminata, ma un popolo, che sia costante e instancabile nel lavoro di includere e integrare». Servono dunque equità e solidarietà per risollevare il tema dei diritti nel futuro post-pandemia: «Solidarietà nella lotta alle cause strutturali della povertà, disuguaglianza, mancanza di lavoro, di terra e di case. Lottare, insomma, contro chi nega i diritti sociali e sindacali. Combattere contro quella cultura che porta ad usare gli altri, a rendere schiavi gli altri, e finisce per togliere la dignità agli altri». Fare giustizia sociale per Papa Francesco significa in sostanza “restituire”, non «dare le nostre cose, né quelle di terzi, ma noi restituiamo ciò che è loro. Abbiamo perso molte volte questa idea di restituire ciò che gli appartiene». Serve ripartire da Terra, Casa e Lavoro, le tre architravi (le tre T dei movimenti popolari sudamericani, Tierra, Techo e Trabajo) della giustizia sociale per il Magistero di Bergoglio: «Penso, per esempio, ai campi di Lesbo, che ho visitato nel 2016, e ai filmati terribili che ho visto sullo sfruttamento umano in Libia. Viene da chiedersi: la tragedia è soltanto quella del Covid, o piuttosto si tratta di altro che la crisi del Covid ha messo in luce? Parliamo soltanto della pandemia causata da un virus, oppure quel che ci è chiesto è di allargare un poco lo sguardo, il modo in cui assimiliamo tutte queste tragedie umane e diamo loro risposta?».