Sandra Milo ospite oggi di Serena Bortone a Oggi è un altro giorno. L’intervista ha avuto inizio in termini giocosi, a partire dalla recente copertina sexy che ha visto protagonista la musa di Fellini: “A me piace il gioco, la vita è una cosa seria ma alle volte bisogna anche giocare. Fare un racconto mio con delle persone che ti fotografano, mi ha molto divertita”. Si passa a parlare anche di temi più personali: “Se sono felice? La felicità è a tratti, molto breve, non è una cosa che dura tantissimo tempo. Molte piccole cose mi rendono felice, svegliarmi una mattina e un raggio di sole che entra in camera filtrando dalla tapparella è come mio marito mi venisse cercare, mi salvasse. La felicità è anche il sonno, perché faccio sogni bellissimi. La famiglia, mio nipotino Flavio ha 5 anni e mezzo e d è intelligentissimo, parla come un adulto e mi dice delle cose bellissime. i insegna delle cose elettroniche“.
Sandra Milo: “Giuseppe Conte mi è piaciuto”
L’intervista a Sandra Milo è proseguita rievocando gli anni dell’infanzia segnata dalla guerra: “Da bambini guardavamo il cielo e c’erano questi aerei che portavano la morte. Alla fine fai l’abitudine a tutto, anche alle cose brutte. La si viveva come adesso la paura del Covid. Se questa è una guerra? E’ un nemico infido perché non lo vedi, non sai come difenderti: con gli aerei una possibilità ce l’hai di metterti al riparo. Il virus invece lo puoi prendere anche dalla persona più cara, però non mi ha fatto perdere la voglia di vivere. Io mi racconto perché penso che chi ha una vita pubblica deve raccontarsi fino in fondo: io voglio l’amore del pubblico, quindi per riceverlo devo anche dare. Non ho quelle forme di pudore per cui la vita privata è mia: ma quale vita privata?“. La Milo ha parlato anche dell’incontro in estate con il premier Conte: “A me è piaciuto tantissimo. Io facevo lo sciopero della fame, ha chiesto il mio numero a Barbara D’Urso. Io non ci credevo e lui mi ha detto di chiamare a Palazzo Chigi: abbiamo parlato dei lavoratori, dei problemi. Io gli dissi che non riuscivo a dormire la notte per i morti della pandemia e lui mi disse che gli capitava lo stesso. Mi sembrò meraviglioso che un politico avesse questi pensieri. Mi disse di promettergli di smettere lo sciopero della fame, e mi chiese qual era il mio piatto preferito, la pasta al pomodoro, e che mi avrebbe richiamato. Siccome si era dimenticato ho pensato di incatenarmi a Palazzo Chigi“.