C’è anche Riccardo Fogli, tra i protagonisti di Ciao Stefano, amico per sempre, lo speciale di Rai1 dedicato a Stefano D’Orazio in onda a quasi un mese dalla scomparsa dello storico batterista dei Pooh. Fogli e D’Orazio si abbracciano sul palco dopo aver cantato 50 primavere, a suggellare un patto d’amicizia che – come quell’amore della canzone – va avanti ormai da 50 anni. Sono diversi gli aneddoti che Riccardo racconta nel corso della serata; degno di nota soprattutto quello relativo al loro primo incontro, quando Stefano non era ancora Stefano D’Orazio e andava in giro sfoggiando un look a dir poco eccentrico. Fogli lo ricorda come quello che indossava pellicce di montone e scarpe di linoleum, scarpe che – tra l’altro – acquistò in Puglia con i soldi che lui gli aveva appena prestato. (agg. di Rossella Pastore)
L’intervista a Oggi è un altro giorno
Dopo aver affrontato il tema della sua infanzia, Riccardo Fogli a Oggi è un altro giorno ha parlato della rottura con la moglie Viola Valentino e l’amore con Patty Pravo: «Eravamo molto giovani, ci siamo guardati e ci siamo innamorati. Lei trovava molto erotico il mio modo di suonare il basso. Mi creò un certo turbamento. Poi mia moglie Viola mi ha scoperto e mi ha cacciato, lei ha fatto bene. Io non so se l’avrei lasciata se non mi avesse scoperto, forse no». «Durante il percorso non ci siamo fatti troppe domande, eravamo due bombe innescate e non ricordo chi ha acceso la miccia. Abbiamo capito che non c’era un futuro», ha spiegato Riccardo Fogli sulla fine dell’idillio con la cantante bionda: «Sono tornato un po’ per volta da Viola, abbiamo deciso di riprovarci e siamo stati bene insieme per quasi altri 20 anni». Poi sull’addio ai Pooh: «Uscendo dai Pooh, c’era il deserto, un vuoto assoluto. Perché sembrava che fossi uscito per dimostrare quanto valessi. Io ho detto ai miei amici Pooh che ero innamorato, ma uscivano delle foto sui giornali e non capivo il problema. Loro mi dissero che non si dovevano portare le donne al lavoro. Doveva andare così. É stato molto difficile». Infine, una battuta sulla morte del collega-amico Stefano D’Orazio: «Lui era uno tra i più amati, è stata una perdita dolorosa, non ci voleva. Anche se i Pooh avevano già chiuso, questo è un dolore grandissimo». (Aggiornamento di MB)
Riccardo Fogli: “Un’infanzia povera ma felice”
Ospite a Oggi è un altro giorno, Riccardo Fogli si è raccontato a tutto tondo nel salotto di Serena Bortone. Il cantante toscano ha iniziato ricordando la sua infanzia: «Papà credeva nel posto fisso, era l’operaio modello, faceva tutto quello che gli dicevano di fare. Papà aveva fatto tutti i lavori del mondo. Lui pregava affinchè diventassi metalmeccanico, lo sono diventato ma suonavo anche. Avevo capito che le cose andavano fatte bene, ero un creativo e quindi siamo andati a Piombino, dove ho continuato a studiare». Un’infanzia povera ma felice, ha aggiunto Riccardo Fogli: «Dormivano in quattro in una stanza, ma c’era una felicità assoluta. Alle medie c’era una professoressa che annusava il profumo di noi e io avevo profumo di miseria ma di pulizia. Io avevo la coscienza pulita come un povero orgoglioso, non ho avuto il complesso della miseria». (Aggiornamento di MB)
Riccardo Fogli a Oggi è un altro giorno
La morte di Stefano D’Orazio è stata per tutti un fulmine a ciel sereno, ma soprattutto per i suoi ex compagni di viaggio all’interno del gruppo musicale dei Pooh, di cui aveva fatto parte per 38 anni dal 1971 al 2009 (più i 2 di réunion tra il 2015 e il 2016). Tra i vari componenti, Riccardo Fogli è stato forse quello che più degli altri gli è stato vicino, condividendo con lui non solo buona parte del suo percorso artistico, ma anche un’importante scelta di vita. Sì, perché Riccardo e Stefano sono ricordati dai fan come i due outsider della band, quelli cioè che per primi le hanno detto addio per intraprendere carriere musicali a se stanti e in qualche modo parallele al ‘corso principale’ della storia dell’ensemble bolognese. Anche il successo avuto da solisti lo devono al loro passato nei Pooh, che comunque siano andate le cose non hanno mai davvero rinnegato.
Riccardo Fogli e Stefano D’Orazio, le due anime dei Pooh
Stefano D’Orazio e Riccardo Fogli sono stati per anni le vere anime dei Pooh, ciascuno per motivi diversi, nel rispetto di quel ruolo che erano riusciti a ritagliarsi fin dall’inizio. Non era facile emergere in mezzo a personalità forti e carismatiche come quelle (altre) di Dodi, Facchinetti e Red, ma loro – nonostante un carattere apparentemente più schivo e pacato – riuscivano comunque a dare un senso importante alla loro presenza nel gruppo. Un loro fan, probabilmente, assicurerebbe che c’è stato un ‘prima’ e un ‘dopo’ Stefano, come ci fu in precedenza un ‘prima’ e un ‘dopo’ Riccardo. Quest’ultimo, all’epoca, era il vero frontman del gruppo, mentre D’Orazio aveva un peso altrettanto importante, in tal caso in qualità di paroliere e responsabile manageriale. La scomparsa di Stefano segna dunque la fine di un’era per quanto riguarda i Pooh e – più in generale – la musica italiana, che perde così uno dei suoi interpreti più veraci e significativi.
Le parole di Riccardo Fogli
Riccardo Fogli ha parlato in diversi interventi dell’amicizia che lo legava a Stefano, un vero e proprio rapporto di stima che andava oltre la mera sfera professionale. Per quanto lo riguarda, la scomparsa di D’Orazio è un evento “inspiegabile”, che non riesce ancora a metabolizzare, visto che è successo tutto molto velocemente e senza il minimo preavviso. Anzi, in quei giorni, c’era addirittura aria di miglioramento. Ma l’infezione da Covid non gli ha dato scampo: “Speravamo potesse uscire dall’ospedale dopo quindici giorni e raccontarci com’era andata, magari scrivendo un libro”, ha spiegato Riccardo in un’intervista del 9 novembre a Storie Italiane. “Con i Pooh era continuamente in contatto: a loro diceva anche quando faceva le flebo”. Poi, la tragica notizia. Oggi pomeriggio, su Rai1, il ricordo di Stefano nel corso della sua ospitata all’interno del programma Oggi è un altro giorno.