Benvenuti in Argenzuela, una nuova nazione appartenente al Continente latinoamericano dove domina il populismo più becero, che ha di fatto creato la filosofia che si potrebbe chiamare del “poverismo”, una rassegnazione sociale che spinge masse sempre più consistenti che vi accedono (a causa dei disastri economici provocati dagli invece ricchissimi che detengono il potere) a ritenere ormai lo Stato l’unico angelo che li può salvare. Ma non con lavoro e una vita degna, bensì con sussidi che spesso hanno valori più alti di stipendi di categorie che svolgono attività degnissime (forze di polizia, insegnanti, infermieri e così via), però a condizione che sia in occasione dei discorsi dei loro “leader massimi” che all’atto del voto si dimostri l’assoluta sottomissione, pena l’esclusione dai sussidi.
È quello che traspare addirittura senza peli sulla lingua dalla propaganda e le direttive del chavismo nelle elezioni di domenica scorsa per rinnovare l’Assemblea nazionale, già condannate non solo da mezzo mondo come pilotate dal potere, ma anche da un’opposizione che non ha potuto partecipare se non in minima parte .
È chiaro ormai che a meno di sconvolgimenti importanti l’Argentina si è messa sullo stesso cammino del Venezuela, Paese dove le conseguenze del populismo hanno già superato i livelli della tragedia: e anche in occasione della camera ardente della salma di Maradona, evento che il potere ha voluto tutto per sé e che si è trasformato in un disastro mediatico di livello mondiale, si è visto chiaramente chi detiene il potere. L’arrivo della Vicepresidente Cristina Kirchner che autonomamente ha deciso di sospendere l’accesso alla Casa Rosada per poter godere del privilegio di stare da sola con la famiglia dell’ex campione, ha provocato disordini con la polizia alimentati dagli ultrà di una squadra di calcio di cui i Kirchner sono tifosi che hanno accompagnato l’ex Presidente (e ora vice). In pratica la residenza presidenziale è stata occupata dagli ultrà di squadre di calcio che spesso non solo sono sotto processi vari per le loro violenze, ma che non possono in assoluto entrare negli stadi. Ma queste bande costituiscono un formidabile mezzo al servizio dei narcotrafficanti e delle bande criminali che dominano i quartieri poveri per controllare il poverismo.
È di certo difficile poter scappare dalle grinfie dei “punteros”, che della tua famiglia sanno tutto e che spesso organizzano anche feste per i bambini, elementi che arrivano anche al punto di darti un lavoro, ovviamente irregolare, quando poi sono anche il mezzo che gestisce (attraverso centri sociali che costituiscono il collegamento con il potere) i sussidi che ricevi.
È la schiavitù che il Venezuela conosce da anni, dove il narcotraffico è ormai un potere tale che viene gestito direttamente, per conto dei boss, da alte cariche dello Stato: e in pratica mantiene tutto un sistema che ha in Cina e Russia due nazioni che invece ottengono un controllo sulle ricchissime risorse del Paese in cambio sia di sostegno economico con prestiti già elargiti e di cui il Venezuela sta pagando i salatissimi interessi, che di una sponda politica a cui appoggiarsi a livello internazionale. È a causa di ciò che, nonostante elezioni farsa, Maduro può continuare a detenere il potere, anche perché le pressioni internazionali, che hanno pure nell’Onu un alleato della penultima ora, non possono fare quasi nulla e sono altresì divise da nazioni che, contravvenendo gli accordi, instaurano relazioni economiche di “basso profilo” con il Paese caraibico.
In Argentina poi la gestione fallimentare (pure qui) della situazione sanitaria ha provocato ben 4 milioni di perdite di posti di lavoro e un indice di povertà arrivato al 44% e quindi si può dire che l’attuale Governo di Alberto Fernandez stia procedendo a gran velocità verso la distruzione del Paese e la sua entrata massiva nella filosofia del “poverismo”.
Ma se uno poi fa un esame storico della situazione, scoprirebbe che da oltre 70 anni ormai l’Argentina, da quarta potenza economica mondiale per fatturato, è scivolata nelle crisi più nere a causa del peronismo, ideale che si potrebbe definire figlio e nipote (successivamente con il kirchnerismo) del nostro fascismo. Peron era fanatico di Mussolini, al punto tale che rientrato in Argentina dopo aver passato anni in Italia con un incarico diplomatico e conquistato il potere volle imitare il regime in ogni suo passo. “Per chi non aderisce alla nostra causa non ci sarà nemmeno giustizia” gridava ai 4 venti insieme alla sua compagna Evita ponendo le basi di un potere (ottenuto con un golpe successivamente omologato da “elezioni”) che si è perpetrato fino al 1955. E che nel 1987 (dopo regimi militari spesso apparsi a causa di spaccature all’interno del peronismo stesso) vinse le lezioni trasformando la Repubblica nata con il ritorno della democrazia in Argentina in un viceregno.
Il “giustizialismo” (così si definì il potere peronista) ebbe la fortuna di perpetrarsi in un’epoca in cui le casse dello Stato erano piene di riserve auree e l’Europa affamata dal post-guerra. Per cui la sua epica ebbe gioco facile e arrivò perfino a insegnarne i principi fin dalle scuole elementari, attraverso libri di pura propaganda, dove la storia del Paese veniva adattata all’ideologia.
Curiosamente anche oggi nelle scuole i testi sono di chiara matrice kirchnerista e inculcano ai giovani la “meravigliosa” storia degli anni ’70, dove il terrorismo viene esaltato. Ma non solo: giorni fa è scoppiato uno scandalo perché si è scoperto che pure negli asili le maestre distribuivano magliette e giochi di pura propaganda ideologica kirchnerista.
Come si vede la storia purtroppo si ripete con una matrice ideologica uguale nei suoi atti, con un Governo che afferma ai 4 venti principi che poi nella pratica applica al contrario, autoelogiandosi poi per i “risultati” ottenuti, che sono, come si vede, davvero “notevoli” e a cui si aggiungono un’inflazione ormai prevista al 50% e l’80% dei bambini che soffrono la fame, oltre ai dati sulla povertà, in un Paese che fino a poco tempo fa produceva derrate alimentari in grado di sfamare 450 milioni di persone nel mondo .
Il bello è che la sinistra europea “radical chic” e certo populismo nostrano magnificano questo modello come quello da seguire: ma si rifiutano categoricamente di andare a vivere in questi “paradisi” terrestri da loro ideologicamente sostenuti, alla faccia della coerenza, preferendo continuare a “soffrire” nelle nostre malandate democrazie.