Mercati azionari ancora in rialzo, e nuovi record per gli stessi, con un conteggio delle sessioni settimanali terminate con il segno positivo finale pari a cinque consecutive. Questa è l’attuale situazione riconducibile al principale benchmark della componente equity che trova sintesi nell’indice MSCI World Usd. Parallelamente, si deve comunque riportare come il medesimo rally sia avvenuto anche sulle piazze statunitensi (rif. indice S&P 500) poiché maggiormente pesate nella composizione del precedente sottostante.
Quello che si è potuto vedere nel corso dell’ultima ottava non è altro che la prosecuzione del trend rialzista già in atto e partito in corrispondenza dei minimi registrati sul finire di ottobre. I valori finora raggiunti non ci lasciano perplessi, anzi – come già indicato – il recente incremento rientra in una nostra precedente stima ex ante (rif. upside pari al 2,47%) che vede le attuali quotazioni conseguire il target individuato (2.602,76 punti). Ora, però, pur confermando ancora una volta la nostra view in ambito tecnico (divergenza negativa su base settimanale tra l’indicatore RSI e MSCI World Usd), quello che concretamente si può riscontrare tecnicamente sui prezzi è un vero e proprio eccesso in ottica di brevissimo periodo.
Il focus che riteniamo fondamentale è il completamento della divergenza indicata e, la precedente area individuata a 2.650 punti, trova oggi un ulteriore allungo collocandosi in prossimità di soglia 2.717,26 ovvero un incremento del 2,94% rispetto alla chiusura di venerdì. Nonostante questo upside sia giustificato da un mero calcolo algoritmico, allo stesso tempo, si può trovare un primo step intermedio per un potenziale consolidamento sul mercato in caso di violazione dei 2.700 (target a 2.701,74 punti). Ecco indicati i valori che ci terranno concentrati nel corso delle prossime sedute con riferimento al mercato azionario internazionale.
Anche l’opposta asset class obbligazionaria (rif. JPM GBI Gl. Usd) sembra esser giunta a un bivio per la sua “maturità”: i nuovi massimi raggiunti e il successivo ripiegamento delineano i contorni di una classica figura tecnica di incertezza. Le dinamiche che seguiranno potranno di fatto confermare l’attuale trend rialzista in atto (di breve termine) oppure interrompere quest’ultimo riportando i prezzi in prossimità di area 607,19 punti. Come per l’azionario, anche sull’obbligazionario, viene riconfermata l’assenza di posizionamento in attesa di ulteriori segnali (utile ricordare il nostro precedente upside stimato pari all’1,33%).
Le materie prime hanno vissuto una settimana all’insegna di un incremento di volatilità. Dopo una prima parte caratterizzata da un ritracciamento (superiore al 3% per il comparto energy) si è potuto assistere a un classico rimbalzo tecnico nella seconda parte di ottava. Le recenti notizie provenienti dall’Opec hanno certamente catalizzato l’attenzione degli operatori facendo – di fatto – risalire i corsi dell'”oro nero”. Al momento si possono facilmente individuare i due contrapposti obiettivi (in ottica di breve termine sul sottostante WTI): quello rialzista a quota 49,32 dollari e quello ribassista a 43,44 dollari. Osservando le dinamiche intraday, salvo significativi riposizionamenti nel corso delle prossime sedute, è plausibile assistere a una fase di ribasso con probabile soddisfacimento del secondo target (ribassista). Particolare prudenza sul gas naturale che, dopo aver accusato un ritracciamento settimanale (oltre tredici punti percentuali), potrebbe non aver concluso questo trend ribassista: l’approssimazione ad area 2,377 implicherebbe un probabile downside quale chiusura del precedente gap up di settembre.
Nel paniere metals, con particolare focus sull’oro e nickel, nel corso delle trascorse giornate i singoli obiettivi sono stati ampiamente raggiunti (ribassista sul primo e rialzista sul secondo). Alle attuali quotazioni si attende una prima fase di lateralità sulle quotazioni del lingotto: qualora dovessimo assistere a tale scenario, si può fin da ora anticipare la volontà di poter assumere una posizione long le cui caratteristiche saranno prontamente illustrate.
L’ottima perfomance messa a segno dal principale cross valutario Eur/Usd non ci sorprende: i recenti sviluppi sulle possibili mosse da parte della Fed non sono inaspettate e, ancor prima delle elezioni presidenziali Usa, su queste pagine, avevamo sottolineato la diretta conseguenza alla quale il dollaro avrebbe potuto sottostare; il recente massimo raggiunto (1,2177) conferma quanto esposto e l’aver oltrepassato la soglia di 1,21, potrebbe aprire a nuovi futuri rialzi. Le attuali quotazioni rappresentano un eccessivo rialzo (se ponderato ai giorni di realizzo) suggerendo, pertanto, un momento di osservazione prima di poter delineare una possibile strategia di ingresso.
Viene nuovamente confermato il monitoraggio sul rapporto Usd/Jpy: la preannunciata volatilità è giunta e quanto registrato durante il trascorrere delle ultime giornate conferma l’incertezza sul cross. Particolare valenza assume il supporto a 103,667 che, se violato, agevolerebbe la discesa verso i minimi dello scorso novembre. Scenario positivo invece quello coincidente al superamento della resistenza di area 104,55 con obiettivo a 104,785.
Attualmente, nell’intero universo investibile, ciò che riteniamo fondamentale è raffigurato unicamente dalla conferma (o meno) dell’attuale divergenza ribassista sul mercato azionario. Con tutti i limiti della sua aleatorietà, ma tenuto conto dei molti fattori di natura anche economica, possiamo considerare questa potenziale ipotesi operativa come una plausibile interpretazione per l’andamento futuro del mercato: anche in ottica di nuovo anno. I tempi sembrano essere ormai maturi, ancora qualche momento di attesa e poi il fatidico responso.