Francesco De Gregori fa piangere Massimo Ranieri mentre cantano – insieme – La valigia dell’attore. Letteralmente: subito dopo l’esibizione, Massimo appare visibilmente commosso, con tanto di occhi lucidi e forse addirittura qualche lacrima che non riesce a trattenere. Non appena ritrova le parole, ammette che questo è uno dei pezzi che più di tutti lo commuovono: “È solo una canzone!”, gli ricorda l’autore De Gregori. Ma lui: “Eh, mica tanto! Questi sono capolavori, sono poesie cantate”. È evidente che questo brano abbia per Ranieri un significato tutto particolare, anche se canta con una certa intensità pure La leva calcistica della classe ’68, altro successo in scaletta che costituisce un omaggio indiretto al compianto Paolo Rossi. (agg. di Rossella Pastore)
Francesco De Gregori ospite a Qui e adesso
Francesco De Gregori tra gli ospiti della nuova puntata di “Qui e adesso“, lo show condotto in prima serata da Massimo Ranieri su Rai3. Si tratta di un vero e proprio ritorno per il cantautore italiano che, con la sua arte, ha scritto alcune delle pagine più belle della musica italiana. Come dimenticare del resto successi del calibro di “Rimmel”, “La donna cannone” o “La leva calcistica della classe ’68”, brani che hanno fatto cantare ed emozionare diverse generazioni e che sono incisi nella memoria del pubblico italiano. Parlando proprio di questi brani De Gregori ha rivelato: “La donna cannone’, anno 1972, nasce da un giro di Do fatto su pianoforte di mogano, in un pomeriggio romano di quelli felliniani”.
Il cantautore ha raccontato proprio la genesi della canzone: “un pomeriggio in cui ti capita, con una mano, di carezzare una tazza di the caldo e con l’ altra di sfogliare casualmente un giornale che titola «una donna cannone è fuggita dal circo. E’ venuta fuori così, per caso. Si è scritta praticamente da sola”. Tra le sue canzoni più conosciute c’è anche “Alice non lo sa” che ha subito anche la censura di Mamma Rai per la presenza di frasi come “un mendicante arabo” con “un cancro nel cappello”: mi dissero che siccome la canzone doveva andare in onda verso mezzogiorno, la gente che mangiava non aveva voglia di sentir parlare di cancri. La parola “cancro” infatti è una parola proibita, da noi non si usa. Fa paura, fa sgomento, ti fanno cantare “culo” ma “cancro’ no””.
Francesco De Gregori: “Il Titanic? resta metafora di un fallimento della modernità”
Francesco De Gregori come tutti vive i tempi moderni con grande insicurezza verso il futuro. “E’ difficile non accettare l’idea che siamo tutti minacciati da una situazione internazionale spesso drammatica, complicata. La mia generazione ha vissuto un lungo periodo di pace apparente ma ora dobbiamo stare tutti attenti perché “sotto il vulcano” ogni giorno piovono sciagure” – ha detto il cantautore durante la presentazione di uno dei suoi ultimi anni. Non solo, intervistato dall’Avvenire ha anche citato il Titanic precisando: “resta metafora di un fallimento della modernità: la nave inaffondabile che va a picco al viaggio inaugurale come una barchetta di carta… L’evoluzione tecnologica genera la fiducia nel progresso, ma poi puntualmente la storia riserva secche smentite. Io da sempre con le canzoni racconto storie, ma detesto l’arte impegnata perché penso si impoverisca. In tanti anni non ho mai scritto niente con l’intento di far cambiare opinione a qualcuno”.
Tantissimi dischi e brani di successo e non, eppure c’è una canzone con cui De Gregori ha un rapporto strano. A rivelarlo è stato proprio lui dalle pagine di Vanity Fair: “ho litigato spesso con La leva calcistica della classe ’68. Fino a quando l’ho cantata pensando a me stesso nei panni del bambino calciatore mi è parsa una canzone datata e anche un po’ finta. Ora la canto volentieri perché riflettendoci credo che sul campo non vada soltanto Nino con la sua maglia numero 7, ma un nucleo di vita. Un aggregato umano”.