Neanche il tempo di festeggiare l’accordo raggiunto sul Next Generation Eu al Consiglio Ue che Conte deve tornare a guardare i problemi di “casa propria”, con il Recovery Plan che torna di urgentissima attualità per il Governo giallorosso: «Se Conte vuole pieni poteri come Salvini, io dico no», attacca ancora Matteo Renzi nella lunga intervista a “El Pais“. La minaccia “velata” giunta due giorni fa in Senato ora si fa assai più chiara: «pronto a far cadere il governo se Conte non farà marcia indietro? Sì perché questo non è un problema di posti, che pure mi hanno offerto. (…) Il meccanismo del dibattito sulle regole istituzionali non può essere compensato con un piccolo accordo». Se insomma non cambia quella “cabina di regia” parallela al Governo, Italia Viva toglierà i voti all’esecutivo facendo dimettere pure le due Ministre Bellanova e Bonetti. Secondo Renzi, il Presidente Conte «sta viaggiando in contromano su un’autostrada ma se recupera la lucidità e frena su questa misura assurda, siamo pronti a ragionare sulla questione». Quello che resta inaccettabile, conclude Renzi al quotidiano spagnolo, «10 mesi dopo l’inizio del suo Governo si arroghi tutti i poteri dello Stato per spendere questi 200 miliardi. Abbiamo rimosso Salvini per questo». Appoggio di parte del Pd e del Centrodestra potrebbe realmente esserci questa volta e Renzi lo semi-conferma «Molti di quelli che in pubblico prendono le distanze da me, in privato riconoscono che le nostre critiche sono giuste e autentiche. Per questo spero che Conte si fermi».
SCONTRO RENZI-CONTE SULLA CABINA DI REGIA
Conte vola a Bruxelles per il Consiglio Europeo che oggi e domani dovrà approvare il piano di rilancio economico più ingente della storia Ue, ma lo fa dopo una giornata di ieri tutt’altro che “trionfatrice” in Parlamento: sì, la riforma del Mes è stata approvata e portata a casa, ma gli strascichi nella maggioranza sul Recovery Plan si fanno sentire eccome ancora oggi. L’ultimatum di Renzi contro quello schema di governance-task force – «Se rimane lo schema di governance con i super-manager a gestire il Piano nazionale di resilienza e ripresa, noi ci dimettiamo e non votiamo la Manovra» – è netto e la buona notizia del superamento del veto europeo di Polonia e Ungheria al Recovery Fund non basta per far dormire sonni tranquilli al Presidente del Consiglio: «la politica non è mai stata commissariata, non l’abbiamo mai pensato: la norma non è stata compresa o non è stata letta con attenzione», spiega nella doppia intervista a La Stampa e Adnkronos. Secondo il Premier, lo schema di governance è necessario che rimanga ma «sotto il controllo del Cdm» e con un Piano nazionale di resilienza e ripresa che verrà inserito in un decreto ad hoc «e non come emendamento alla Manovra di Bilancio», come ieri denunciava Renzi in Senato nell’attacco al Premier Conte.
RECOVERY PLAN, CI SARÀ LA CRISI DI GOVERNO?
Dopo due giorni in cui un Consiglio dei Ministri è stato tenuto in “forse” fino all’ultimo salvo poi farlo saltare per mancanza di accordo sul Recovery Plan, è ancora Conte che all’Adnkronos spiega prima di partire per il Consiglio Ue «torneremo a confrontarci nella sede propria che per il governo è il Consiglio dei ministri e sono certo che troveremo la formula giusta per garantire e assicurare all’Italia e a tutti gli italiani la possibilità di vincere questa scommessa, di spendere in pochi anni 209 miliardi. Lo faremo con questa struttura minima e senza centinaia di commissari». Questa nuova riunione del Governo dovrebbe tenersi a questo punto non prima di domani sera o sabato, visto che Conte è impegnato nella due giorni fitta di agende politiche al Consiglio Europeo. Nel frattempo, lo scontro resta molto acceso tra Palazzo Chigi e Italia Viva, ma anche parte del Pd tutt’altro che soddisfatta dello schema di Pnrr lanciato da Conte: «Non ci sarà nessuna crisi di governo, ci sono stati dei chiarimenti e il presidente Conte ha sciolto in Parlamento il nodo. Per chi come me vive immersa in una questione che ha a che fare con la salute, mai ho sentito più lontane queste questioni. C’è una drammatizzazione che accompagna la politica italiana, che non fa bene né alla vita politica e alle istituzioni né ai cittadini. Nessuno pensa che possa esserci una crisi di governo in una situazione drammatica come questa», spiega ad Agorà la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa. Zingaretti di contro chiede di sciogliere subito tutti i nodi della maggioranza e di fare in fretta, con l’immediata replica di Conte «Non dobbiamo permettere alla dialettica politica di farci precipitare in sterili discussioni sconnesse dal Paese e dalle sue urgenze e perderci in un un chiassoso interrogarsi tra di noi fine a se stesso». Quanto interessa al Premier è infine ribadire, a La Stampa, come «Ovviamente un governo può proseguire nella sua azione solo sulla base della fiducia di ciascuna forza di maggioranza. Se non c’è questa non si può andare avanti, è una banalità. Siamo una repubblica parlamentare. Certo io non mi sottraggo al confronto e al dialogo. Ne avremo quanti ne vorranno i partiti della coalizione. Non mi hanno mai spaventato».