Ci sarà anche Marta Cuscunà nella prima puntata di Ricomincio da RaiTre, il programma condotto da Stefano Massini e Andrea Delogu che si propone di riallacciare il filo spezzato da lockdown e di ricongiungere gli artisti dal vivo con il loro pubblico. La giovane attrice e drammaturga porterà in scena “La semplicità ingannata. Satira per attrice e pupazze sul lusso d’esser donne”, progetto incentrato sul tema della discriminazione di genere con un estratto dal suo spettacolo. Ma chi è Marta Cuscunà? Performer di teatro visuale, la ragazza è originaria di Monfalcone, comune in provincia di Gorizia che lei stessa sul suo sito definisce “piccola città operaia famosa per il cantiere navale dove si costruiscono le navi da crociera più grandi del mondo, e per il triste primato dei decessi per malattie causate dall’amianto”. Formatasi grazie a Prima del Teatro: Scuola Europea per l’Arte dell’Attore, dove prende contatto con maestri quali Joan Baixas, José Sanchis Sinisterra e Christian Burgess, la Cuscunà è un’artista molto impegnata nel civile.
Marta Cuscunà a Ricomincio da Rai Tre
Lo dimostrano i suoi stessi lavori: nel giugno 2009 presenta “È bello vivere liberi! Progetto di teatro civile per un’attrice, cinque burattini e un pupazzo”, di cui è autrice e interprete. Qualche anno dopo arriva appunto “La semplicità ingannata. Satira per attrice e pupazze sul lusso d’esser donne”, lo spettacolo del quale metterà in scena oggi un estratto a Ricomincio da Rai Tre, mentre nel 2015 debutta con “Sorry, boys” terzo spettacolo inedito della trilogia sulle Resistenze femminili. Intervistata pochi mesi fa al riguardo dal blog di Anna Piuzzi, Marta Cuscunà ha spiegato: “La trilogia va in scena da dieci anni, e mai come ora la mobilitazione giovanile, penso ai movimenti per il clima, ha avuto giovani donne come leader che, analogamente a Ondina, prendono la parola, si fanno carico di questa responsabilità. Non è un caso che proprio in questi giorni ci siano, da parte di chi le avversa, vergognosi attacchi che giocano proprio sul loro essere donne, umiliandone il corpo. È una storia che si ripete, è il prezzo del prendere parola in un mondo maschile. In questi dieci anni anche il movimento femminista è cambiato, è più globale, è diventato un’alleanza fortissima tra le donne. Credo che siamo arrivati a un punto di cui, un giorno, leggeremo sui libri di storia, un punto da cui non si torna più indietro”.