«Una lunga chiacchierata in cui abbiamo affrontato anche il tema che riteniamo surreale che sta imperversando, quello del rimpasto, ribadendo che dal nostro punto di vista non c’è alcuna disponibilità ad alcun rimpasto e che si sembra surreale parlarne in piena pandemia», spiega Vito Crimi, capo politico M5s, uscendo da Palazzo Chigi dopo la verifica di Governo. Il rimpasto viene escluso da tutti gli esponenti grillini, come ribadisce lo stesso Crimi «ci sono tanti dossier fermi in Parlamento, dal conflitto d’interessi alla legge sulle lobby, che vanno sbloccati. Ecco, forse partendo da questi dossier il rilancio dell’azione del governo e del Parlamento può essere messa al centro della nostra agenda». Entrando alla riunione con il Premier Conte, il capogruppo al Senato per il Pd Andrea Marcucci sottolinea l’utilità di questa verifica di Governo «Mi sembra un passaggio importante e utile, la maggioranza non puo’ permettersi di sbagliare».
Intervistata dal Tg4 la capogruppo alla Camera per Italia Viva, Maria Elena Boschi, anticipa i temi che domani Renzi stesso discuterà con Giuseppe Conte: «Di vero c’è semplicemente che l’educazione e la pacatezza nei toni di Italia Viva non è arrendevolezza. Noi siamo convinti che i problemi che solleviamo sul Piano (per il Recovery Fund) e sulla Task force, sono condivisi dagli italiani. Non li poniamo per strapuntini o per il rimpasto che per noi non è all’ordine del giorno».
VERIFICA DI GOVERNO: IL CALENDARIO
La delegazione del M5s è arrivata puntuale a Palazzo Chigi per il via alla verifica di Governo, dopo una giornata di continui tentativi da parte di Conte di “rasserenare” le acque agitatissime della maggioranza (e con una stretta-nuovo Dpcm sul Natale forse ancora in arrivo): presenti Vito Crimi, il capodelegazione Alfonso Bonafede, il Ministro degli Esteri Luigi di Maio, il Ministro del Mise Stefano Patuanelli, i capigruppo di Camera e Senato Davide Crippa e Ettore Licheri. Alle 19 invece arriva il Pd con i dirigenti al completo: Zingaretti, il vice Orlando, i capigruppo Delrio e Marcucci, il Ministro della Cultura Franceschini; domani alle 13 sarà invece la volta del leader di Italia Viva Matteo Renzi, accompagnato da Rosato e Boschi, mentre alle 19 domani sera si chiude con la delegazione LeU (Speranza, Fornaro e De Petris). «Credo che i momenti di confronto tra le forze politiche sono necessari e dovrebbero essere più frequenti. Nelle prossime ore – ha aggiunto il Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli entrando a Palazzo Chigi – deve nascere un progetto per i prossimi due anni e mezzo di legislatura. Credo che in questo momento parlare di crisi o di rimpasto si tratta di utilizzare termini ormai superati». Sul tavolo restano i nodi della cabina di regia sul Recovery Plan, la governance e i progetti del Pnrr e potenzialmente anche un eventuale rimpasto di Governo: a tal proposito, secondo la giornalista del Corriere della Sera Monica Guerzoni (intervenuta a Rai News24) ci sarebbero delle trame politiche per portare Renzi agli Esteri, Di Maio agli Interni e una generale “svolta” nella squadra di Governo dal 2021 in poi.
CONTE AVVIA LA VERIFICA DI GOVERNO
Inizia oggi la “verifica di Governo” per scongiurare la crisi del Conte-2 dopo gli ultimatum di Renzi (e, in maniera più silenziosa, parte del Pd): secondo le fonti di Palazzo Chigi su Ansa e Messaggero, alle 16.30 è prevista la riunione con la delegazione M5s, alle 19 con quella del Partito Democratico mentre domani dopo le 13 sono attesi i gruppi di LeU e soprattutto di Italia Viva (non è esclusa la presenza dello stesso Matteo Renzi). I tempi e i dossier aperti sono molto complicati: tra oggi e domani il Governo deve decidere quali (e da quando attive) misure stringenti per il Natale, si pensa ad una zona rossa nazionale tra il 24 dicembre e il 1 gennaio; nel mezzo, si deve discutere in Parlamento della Manovra, del Decreto Ristori quater, del Dl Natale (con alcune deroghe sugli spostamenti tra i Comuni piccoli da inserire). Insomma, i nodi sono tanti ma è la sfida del Recovery Fund, con tutti gli scontri su governance, progetti e task force, a tenere sui carboni ardenti l’intera maggioranza. Stamattina Conte, collegato al ‘Rome Investment Forum’, ha spiegato «Nel 2020 la sfida che abbiamo di fronte non è solo quella di liberare le potenzialità inespresse dell’Italia. In primo luogo dobbiamo serrare i ranghi, per battere il nemico. E serve una solida cooperazione interazionale. Il virus non conosce confini ma attraversa barriere».
CRISI DI GOVERNO, TUTTE GLI SCENARI
Sulla specifica sfida del Recovery Plan, nell’attesa che Palazzo Chigi metta a punto il Piano nazionaledi resilienza e a ripresa (a questo punto, slitta tutto dopo la verifica di Governo) Conte ha poi aggiunto sempre in videocollegamento «Il governo è al lavoro per definire compiutamente la struttura per il monitoraggio e l’attuazione del Recovery Plan e che potrà avvalersi anche di un quadro normativo ad hoc. Questa struttura in nessun caso sarà sovraordinata o sovrapposta ai doverosi passaggi istituzionali. Molti dei progetti del piano avranno successo solo innescando sinergie tra pubblico e privato». Se è vero che i primi fondi del Recovery Fund arriveranno non prima dell’estate (lo ha confermato oggi il commissario Ue Paolo Gentiloni, ndr), sono molto più immediate e vicine le “scadenze” del Governo per poter rilanciare la legislatura o cadere clamorosamente ad inizio 2021, oppure ancora dar vita ad un Governo di transizione per il voto nel 2022. Secondo un retroscena ancora non smentito da Italia Viva, il “D-Day” per il Governo Conte-2 potrebbe essere il 28 dicembre prossimo: se entro quella data non saranno state accolte le richieste di Renzi sul Recovery Plan e il Premier non avrà fatto dietrofront sulla task force (finora solo accennata da Conte, ndr), allora Italia Viva potrebbe staccare la spina. «Per provare a scongiurare l’ irreparabile mancano dunque 14 giorni. Due settimane, che forse costringeranno Conte a rivedere il programma delle consultazioni definito ieri per avviare quella verifica considerata ormai ineludibile da tutti i partiti», scrive Rep oggi. Quella verifica è cominciata e la clessidra è partita: riuscirà Conte nell’intento di disinnescare contemporaneamente Renzi, il Recovery Plan, la task force e le parallele polemiche su piano vaccini, ristori e caos normativo sul Natale?