Mentre la delegazione di LeU è a Palazzo Chigi per la terza riunione su quattro totali della verifica di Governo è ancora Matteo Renzi ad alzare la posta in palio con l’ultima intervista al Tg5: «voglio far cadere il Governo? Non ci penso neppure, ci sono però 846 morti e davanti a questo non si può far finta di niente. Ecco perché diciamo al presidente del Consiglio ‘diamoci una smossa’. Mettiamo più soldi sulla sanità, mettiamo a frutto bene i soldi europei, smettiamola con le polemiche. Ma ora la palla tocca al presidente del Consiglio. Noi quello che dovevamo dire, glielo abbiamo detto chiaro in Parlamento». Davanti all’aut-aut fornito dal Partito Democratico (oggi il Ministro Boccia ha dato dell’irresponsabile a Renzi che parla di crisi di Governo in piena pandemia, ndr) sul Governo o nuove Elezioni, il leader di Italia Viva la pensa diversamente: «Se ci fosse una crisi c’è una cosa più importante del Pd: si chiama Costituzione e la Costituzione prevede che si vada a vedere in Parlamento se ci sono i numeri per un’altra maggioranza. Ma continuo a sperare che non si parli di crisi ma si parli di come spendere bene i soldi europei». Resta la ‘minaccia’ di dimissioni delle due Ministre renziane, con l’ex Premier che affonda il colpo «Non siamo alla ricerca di uno sgabello ma vogliamo che l’Italia torni a correre», niente rimpasto ma la decisione ora passa da Conte con la “condizione” posta da Renzi per andare avanti, «utilizzare i fondi del Mes sulla sanità, 36 miliardi che potrebbero andare a irrobustire il servizio sanitario». La risposta a distanza arriva dal Presidente Conte all’evento in video streaming “Alfabeto del futuro”: «quando completerò questo confronto lo riassumerà, dobbiamo ai cittadini la massima trasparenza. Sono stati posti problemi politici», ammette il Premier, «può farlo a determinate condizioni avendo chiari obiettivi comuni e spirito di coesione e solidarietà». Secondo Conte, non è possibile ora «galleggiare, nessuno vuole riscaldare poltrone». L’incontro con Italia Viva per la verifica di Governo, riportano fonti parlamentari a Rai News, si terrà giovedì prossimo alle ore 9.
ITALIA VIVA: “CONTE SAPEVA DELL’IMPEGNO DI BELLANOVA”
Raggiunto da “Un giorno da pecora” su Rai Radio1, l’esponente di Italia Viva Ettore Rosato prova a mettere luce sul “rebus” del vertice Conte-Renzi slittato nei prossimi giorni per gli impegni della Ministra dell’Agricoltura: «La Bellanova lo aveva detto a Conte già qualche giorno fa che non ci sarebbe stata, il presidente del Consiglio lo sapeva, ci sarà stato un fraintendimento». Non erano stati pochi i commenti polemici nella maggioranza dopo il vertice sulla verifica di Governo annunciato ieri e poi fatto saltare stamattina, ma per Rosato il problema non si pone dato che l’incontro a Palazzo Chigi si rinnoverà tra domani e venerdì: quello che resta delicato è il tema sul tavolo della maggioranza, come confermato dal vicepresidente renziano della Camera «Noi avevamo fatto delle domande e detto alcune cose in aula, queste cose le ripeteremo a Conte con spirito costruttivo. Se le risposte saranno soddisfacenti per entrambi andremo avanti a lavorare, ma non possiamo continuare a pensare che dobbiamo sopravvivere». Per Rosato la speranza è quella di rimanere comunque nel Governo, ma solo se vi siano le condizioni per poter proseguire: «Le nostre ministre sono pronte a dimettersi? Sì. E magari questa è una buona notizia per chi pensa che siamo d’intralcio. A Palazzo Chigi qualcuno lo pensa.. Conte? Evidentemente sì e questo è il chiarimento che dobbiamo fare». Per Italia Viva, il Premier non può decidere da solo sul Recovey Fund: «Il mio dispiacere è che gli altri partiti non abbiano obiezioni su questo. Se loro pensano di poter appaltare la loro funzione politica a Conte, noi non siamo d’accordo».
RENZI: “ITALIA VIVA PRONTA A LASCIARE SE…”
Matteo Renzi nella sua Enews del 15 dicembre mette nero su bianco lo “slittamento” dell’incontro col Premier Conte per la verifica di Governo (forse domani sera o venerdì mattina, ndr) e soprattutto non toglie il piede sull’acceleratore della potenziale crisi dell’esecutivo, seppur con toni meno “minacciosi”: «Il blitz notturno che avrebbe fatto approvare un documento non condiviso da nessuno e una task force in grado di sostituirsi al Governo e al Parlamento è stato ufficialmente bloccato. Lo avevo chiesto in Parlamento e oggi sono felice che tutti diano ragione a Italia Viva», scrive Renzi nella sua informativa settimanale. «Sui temi del “salto di qualità” del Governo diremo la nostra al Premier con un documento scritto appena ci sarà occasione di incontrarci», e quello stesso scritto verrà poi reso pubblico tramite Enews, «Stiamo facendo una battaglia per le idee, non per le poltrone: all’incontro verranno anche le ministre, che sono pronte a rimettere il mandato, se serve. Perché chi dice che noi facciamo confusione per avere mezza poltrona in più deve prendere atto che noi siamo l’unico partito che è pronto a rinunciare alle poltrone, non a chiederle». Stoccata finale sulle misure del Natale («bisogna avere una posizione e mantenerla, non cambiarla ogni tre giorni dicendo “Chiusura!”, poi “No, ci si potrà muovere fra comuni!” ed infine “No, zona rossa in tutta Italia!”. Si decida una linea, la si spieghi e tutti insieme la si difenda ma senza zigzag») e accenno “tendenzioso” alla stima per Mario Draghi: «evidenzia la necessità di predisporre un Next Generation UE di grande qualità. Abbiamo una gigantesca opportunità, sembra dire Draghi: non sprechiamola. Analisi davvero condivisibile». Messaggio ulteriore a Conte?
VERIFICA DI GOVERNO “CONGELATA”
Doveva essere il giorno del decisivo incontro a Palazzo Chigi tra Giuseppe Conte e Matteo Renzi ma tutto è stato slittato: la verifica di Governo cominciata ieri sera con le delegazione di Pd e M5s giunte, in momenti diversi, nello studio del Presidente del Consiglio, vedeva nel vertice con Italia Viva delle ore 13 il momento di massima importanza per le sorti dello stesso esecutivo. Come noto infatti, sono stati proprio gli ultimatum di Matteo Renzi – sul Piano nazionale di resilienza e ripresa, task force per gestire i soldi del Recovery Fund e piano riforme per il prosieguo della legislatura – a dettare la potenziale crisi di Governo: ci sarebbe anche una data, confermata da “voci” renziane a Repubblica, ovvero il 28 dicembre entro cui Conte dovrà rispondere alle richieste di Italia Viva. Insomma, tutto questo doveva essere il fulcro dell’incontro odierno nel pieno di una parallela e intricata partita sul prossimo Dpcm ‘stretta Natale’: ma non avverrà oggi, dato che Renzi ha chiesto al Premier Conte di spostare l’incontro a giovedì, al più tardi venerdì data l’impossibilità ad essere presente della capodelegazione Teresa Bellanova. «È impegnata a Bruxelles per il Consiglio europeo che deve affrontare un tema strategico per i prodotti alimentari italiani: la questione dei semafori» spiegano fonti di Italia Viva all’Adnkronos, mentre la stessa Bellanova su Facebook conferma «Appena atterrata a Bruxelles per la riunione Agrifish, il Consiglio dei ministri dell’agricoltura europei. Oggi e domani confronto importante per l’Italia. Al rientro incontreremo il Presidente Conte con la delegazione di Italia Viva».
CONTE: “ANDARE AVANTI MA NON AD OGNI COSTO”
Oggi nell’intervista a La Stampa, prima di ricevere comunicazione dello slittamento della verifica di Governo con Italia Viva (la delegazione LeU è attesa alle ore 19 a Palazzo Chigi, al momento non vi sono state comunicazioni sul rinvio) il Presidente Conte ha ammesso «Sono stati posti alcuni problemi politici. Ascolteremo tutti i partiti, com’è giusto che sia, per fare in modo che l’azione di governo riparta in modo più coeso e condiviso». Il Governo deve però andare avanti, scongiurando ogni possibile crisi «ma a certe condizioni e non a qualsiasi costo. Si può governare solo c’è fiducia reciproca tra di noi. “Superpoteri”, “uomo solo al comando”? Queste sono tutte fesserie: sono forse il premier che ha usato il metodo più partecipato da molti anni a questa parte». Nello specifico dei nodi sul tavolo dello scontro, Conte aggiunge «su Recovery Plan non siamo in ritardo e l’hanno chiarito anche dalla Commissione europea, che sta a sua volta definendo un cronoprogramma e che molto difficilmente sarà disponibile a ricevere i vari piani nazionali prima di febbraio inoltrato. Quindi abbiamo tutto il tempo per definire il nostro piano. Quando avremo il documento di aggiornamento lo manderemo in Parlamento e ne acquisiremo le valutazioni e gli indirizzi. Poi ci confronteremo con l’opposizione e con le parti sociali, e a quel punto elaboreremo il piano definitivo. E anche quel piano, poi, tornerà al vaglio del Parlamento».
GLI INCONTRI DI IERI CON PD E M5S
Nel doppio vertice serale ieri a Palazzo Chigi, le delegazioni di M5s e Pd concordano su due punti essenziali: la crisi di Governo ora sarebbe assurda e non si vuole un rimpasto nella squadra. «Con questi numeri di morti e contagi – ha spiegato ieri sera Vito Crimi, capo politico 5Stelle – non si discute di rimpasto. Abbiamo rilanciato sulle questioni che ci stanno più a cuore: la proroga del superbonus fino al 2023, che e’ una misura fondamentale per il rilancio dell’economia. Abbiamo poi ferme le leggi sul conflitto di interessi e quella sulla lobby, che vanno sbloccate in Parlamento. Abbiamo parlato naturalmente anche del Recovery Fund. Tutti i ministri devono essere messi in condizione di approfondire i progetti presentati». Presente all’incontro anche Patuanelli, Di Maio, Crippa e Licheri, mentre per il Pd sono giunti da Conte la delegazione composta da Franceschini, Delrio, Marcucci, D’Elia, Orlando e ovviamente il segretario Zingaretti: «Crediamo che l’azione di governo debba andare avanti, non abbiamo parlato di rimpasto. sono stati messi sul tappeto tutti i temi e i nodi per il rilancio dell’azione di Governo. I temi sono quelli dell’agenda sociale, del lavoro, del rilancio delle imprese, la grande questione della sanità in uno spirito costruttivo», conclude il n.1 Dem. Nel frattempo la verifica di Governo viene di fatto “sospesa” in attesa dell’incontro Renzi-Conte, con diversi retroscena che invece vedono emergere con ancor più forza la figura di Mario Draghi (che ieri è tornato a “martellare” sulle mancate azioni del Governo al G30) come possibile alternativa immediata e di rilievo per poter superare l’impasse di un Governo ancora bloccato nelle crisi interne mentre occorre un deciso cambio di passo su tutti i dossier aperti in vista del 2021.