Tinto Brass, al secolo Giovanni Brass, è considerato il maestro del cinema erotico italiano. Nato nel 1933 a Milano, il regista ha parlato della sua famiglia in un’intervista del 2013 a Panorama: “Mio padre era un gerarca fascista che m’ha cacciato di casa a 17 anni cambiando la serratura della porta. Ma già a 14 anni m’ha fatto rinchiudere nel manicomio di San Clemente a Venezia, non ricordo più per quanto tempo, per via di una personalità che giudicava poco equilibrata. Mia madre invece era una donna succube che non mi ha mai capito e mi considerava un irrealizzato”. Il suo ultimo film “Monamour” risale al 2005 e nel 2009 ha realizzato il corto “Hotel Courbet”. Oggi a 87 anni, Tinto Brass non nasconde di sognare di tornare alla regia: “«Ziva resta il mio sogno. L’ho scritto. Ma non so se… vabbè. Faccio fatica anche a muovermi”, ha confessato a Il Gazzettino. E ha aggiunto: “Non voglio che ricordino me ma i miei film. E vorrei che i miei film continuassero a far parlare la gente, a farla discutere e litigare. Anche fra 100 anni”.
Tinto Brass: il successo di Claudia Koll con “Così fan tutte”
Tinto Brass ha diretto Claudia Koll nel film “Così fan tutte” del 1992, consacrandola vera e propria icona erotica. Intervistata da Il fatto quotidiano nel 2015, Claudia Koll ha rivelato che il ruolo da protagonista nel film di Brass si rivelò un arma a doppio taglio: “Feci un grosso errore di valutazione: pensai che mi avrebbe fatta conoscere e invece lo impedì, perché tutti si fermarono al mio corpo, e le uniche chance di lavoro erano dello stesso genere. Così mi fermai per due anni, fino a che Baudo mi chiamò al Festival di Sanremo”. L’attrice non rinnega il suo lavoro con Tinto Brass – “Io non lo rinnego Brass. Gli devo molto” aveva detto nel 1997 a Sette – ma ha preso le distanze dell’immagine di donna che per anni ha interpretato: “Ho sofferto molto durante la lavorazione di quel film… Cambiai anche il mio modo di parlare, ero più maliziosa, facevo doppi sensi”, ha raccontato al programma Sulla via di Damasco su Rai 2.