Il professore Matteo Bassetti, membro della task force anti covid della Liguria, torna a commentare i dati che vogliono l’Italia fra i primi paesi al mondo come rapporto fra decessi e casi di contagio. La ragione del numero così elevato di vittime la si deve principalmente al fatto che l’Italia è un popolo anziano.
“Io li piango tutti i morti – le sue parole a L’Aria che Tira, su La7, rilasciate stamane – ma a parte che ieri in Veneto hanno contabilizzato dei decessi che appartenevano ai giorni prima, sono settimane che diciamo che per vedere i contagi stabilizzati dopo le nuove misure ci vogliono tre settimane. I morti sono tanti, troppi – ha proseguito – ma anche perché siamo la sanità più etica del mondo, non lasciamo indietro nessuno. Io vedo gli anziani che arrivano in ospedale con 20-30 pasticche – cerca di spiegarsi Bassetti – hanno molte co-morbità e per questo pagano un tributo alto. In Italia paghiamo un tributo più alto perché siamo più bravi a far vivere più a lungo gli anziani. Più avanti vai, più sei acciaccato e non sei in grado di difenderti”.
BASSETTI: “MESI CHE DICO CHE GLI ANZIANI DOVEVANO ESSERE MESSI IN SICUREZZA”
“Sono mesi – ha proseguito Bassetti – che dico che dovevamo mettere in sicurezza gli anziani, dovevamo differenziare gli orari per andare al supermercato o in farmacia e non è stato fatto. Al momento, l’età media dei decessi è 80 anni”. Critiche da parte di Bassetti anche nei confronti della divisione in zone dell’italia: “Secondo me, il sistema colori delle Regioni doveva andare a colorare la provincia o il quartiere, non la Regione. Ad esempio in Venero alcune province stanno peggio di altre. Un provvedimento unico per l’Italia sarebbe un passo indietro e sarebbe come dire che finora abbiamo sbagliato tutto”. Il professore ligure storce il naso anche di fronte all’inversione di tendenza del governo delle ultime ore: “A questo punto sono confuso. Avevamo deciso di prendere una linea cioè di basarci sui dati dell’RT e sulla capienza degli ospedali e invece mi accorgo da 72 ore, cioè da quando in Germania hanno deciso di chiudere tutto che il nostro approccio non va bene. La cosa peggiore è l’incoerenza, se abbiamo scelto una linea seguiamola, guardiamo le Regioni dove sale la linea dei contagi e interveniamo, ma se diciamo che dobbiamo seguire il metodo tedesco chiudendo tutto, è come se dicessimo che abbiamo fatto cretinate. Seguiamo i tedeschi ma negli investimenti, nella scuola, nella sanità. I tedeschi sono andati a scuole negli ultimi 10 mesi mentre i nostri ragazzi seguivano le lezioni a distanza. Di che parliamo?”.