Andrà in onda questa sera, a partire dalle ore 21.15 dal Teatro alla Scala di Milano lo spettacolo che inaugurò la stagione scaligera 2014/2015. Era esattamente il 7 dicembre 2014 quando fu proposto il Fidelio di Ludwig van Beethoven diretto da Daniel Barenboim alla sua ultima stagione da Direttore Musicale della Scala. Un evento che stasera sarà riproposto su Rai5, al canale 23, per un prime time all’insegna dello spettacolo diretto magistralmente da Deborah Warner. Quest’ultima, dopo essersi imposta nella prosa grazie alla sua collaborazione con la Royal Shakespeare Company si è dedicata poi con sempre maggiore assiduità e successo all’opera. Il Fidelio alla Scala vede un cast di tutto rispetto a partire da Anja Kampe (Leonore) e Klaus Florian Vogt (Florestan) e con Falk Struckmann (Don Pizarro), Kwangchoul Youn (Rocco), Peter Mattei (Don Fernando), Mojca Erdmann (Marzelline) e Florian Hoffmann (Jaquino). Lo spettacolo potrà essere seguito anche in diretta streaming video collegandosi al sito Rai.it o tramite l’app dedicata e cliccando sulla categoria relativa alle dirette, dopo aver selezionato il canale di riferimento.
FIDELIO DI BEETHOVEN, TEATRO ALLA SCALA: LO SPETTACOLO
Il Fidelio dal Teatro alla Scala va ad inserirsi perfettamente nell’offerta di Rai Cultura dedicata al grande compositore Beethoven in occasione dei 250 anni della sua nascita. Un omaggio imperdibile per tutti gli amanti dell’opera. Il direttore musicale Barenboim, nel commentare lo spettacolo aveva spiegato: “Fidelio è spesso letto esclusivamente come dramma politico, mentre è la storia di una donna pronta a tutto per salvare l’uomo che ama”. Per la regista Deborah Warner al centro della storia non vede l’idea di libertà ma solo l’idea di amore: “La ricerca della verità nel buio di una prigione, la scoperta dell’ingiustizia alla luce del sole e il potere dell’amore di vincere tutto: Fidelio è fatto di questo”, aveva commentato. La versione del Fidelio di Beethoven proposta dalla Scala è in gran parte tratta dall’edizione del 1814 con i dialoghi di Treitschke, sebbene non manchino riferimenti alle versioni precedenti sia per quanto riguarda la scelta dell’Ouverture che la collocazione dei primi due brani. In questo caso sarà seguita l’edizione del 1806 di cui Beethoven ne era particolarmente soddisfatto.