VERSO PROROGA PER VERSAMENTO CONTRIBUTI VOLONTARI
In tema di riforma pensioni si è talvolta ricordata l’importanza dei contributi volontari autorizzati dall’Inps. Il 31 dicembre scade il termine per versare quelli relativi al terzo trimestre dell’anno, ma nel decreto ristori in fase di conversione in Parlamento, ricorda investireoggi.it, è inserita una proroga di due mesi, fino quindi al 28 febbraio 2021, per effettuare i versamenti. “L’Inps sarà presto autorizzato a ritenere validi i contributi volontari versati con ritardo fino a due mesi. Chi, in pratica sta versando contributi volontari nell’anno in corso e con scadenza 31 dicembre, potrà posticipare i pagamenti fino al 28 febbraio 2021. L’Inps riterrà validi i versamenti e non li respingerà. Tutto sarà, però, precisato da apposita circolare dell’Istituto non appena il decreto Ristori sarà legge dello Stato e la stessa verrà pubblicata in Gazzetta Ufficiale”. Una deroga temporanea che serve ad aiutare chi si trova in difficoltà a causa del Covid e che per questo potrebbe anche essere ripetuta durante il 2021.
RIPARTITA LA SORVEGLIANZA SANITARIA PER LAVORATORI ESPOSTI
Nelle ultime settimane si è parlato della possibilità che possa essere introdotta una misura di riforma pensioni per tutelare i lavoratori più esposti e più a rischio salute dopo lo scoppio della pandemia da Covid-19. Nell’attesa di sviluppi sul tema, pensionioggi.it ricorda che è ripartita “la sorveglianza sanitaria eccezionale dell’Inail”, In pratica i datori di lavoro pubblici e privati devono “assicurare la sorveglianza sanitaria eccezionale dei lavoratori maggiormente esposti al rischio, in ragione dell’età, della condizione da immunodepressione e di una pregressa infezione da Covid-19 ovvero da altre patologie che determinano particolari situazioni di fragilità del lavoratore. L’attività di sorveglianza sanitaria eccezionale si sostanzia in una visita medica sui lavoratori inquadrabili come ‘fragili’ ovvero sui lavoratori che, per condizioni derivanti da immunodeficienze da malattie croniche, da patologie oncologiche con immunodepressione anche correlata a terapie salvavita in corso o da più co-morbilità, valutate anche in relazione dell’età, ritengano di rientrare in tale condizione di fragilità”.
FUTURO ANCORA INCERTO PER L’INPGI
Si continua a discutere del futuro dell’Inpgi. In una lettera aperta ai giornalisti, infatti, Pierluigi Roesler Franz, sindaco dell’ente previdenziale, scrive che “alla fine del mese l’ente di via Nizza potrebbe essere commissariato dal Governo con successivo passaggio all’Inps, ma senza paracadute ed adeguate garanzie. È necessario e urgentissimo un vostro intervento per denunciare pubblicamente in ogni sede – magari ricorrendo anche allo sciopero delle vostre firme – la gravità della situazione e chiedere l’intervento del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, Supremo Garante della Costituzione”. Su editoria.tv vengono anche riportate le parole dei consigli di amministrazione di “Sos Inpgi per il futuro” e “Stampa Libera e Indipendente” secondo cui si avvicina una riforma pensioni lacrime e sangue per i giornalisti che non consentirebbe comunque di mettere in sicurezza i conti dell’Inpgi. Per questo chiedono al Governo di essere ascoltati e di prendere provvedimenti che possano salvare realmente l’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani.
RENZI ATTACCA CONTE ANCHE SULLA QUOTA 100
È un tema tutt’altro che nuovo la “distanza” tra Matteo Renzi e Giuseppe Conte sulla riforma pensioni di Quota 100, varata dal Governo gialloverde e mantenuta – anche se controvoglia da Pd e Italia Viva – anche nel Conte-bis dell’ultimo anno: nella lettera però spedita al Presidente del Consiglio ieri in vista della verifica di Governo, l’ex Premier fiorentino ritorna sulla necessità di sfruttare al meglio i fondi del Recovery Plan, evitando spese sullo stile di Quota 100 e Reddito di Cittadinanza. «L’unico modo di combattere il debito è la crescita, non i sussidi», scrive Renzi nella missiva citando direttamente le due misure adottate dal duplice Governo a maggioranza M5s, «Quota 100 e RdC fanno parte di quei tanti errori che oggi rappresentano una pesante eredità per i conti pubblici». Per questo motivo, conclude il leader di Italia Viva, «Ci hai sempre chiesto di essere trasparenti e di dire le cose alla luce del sole. Come vedi lo facciamo animati solo da un desiderio: che l’Italia torni a correre. Di questi argomenti vogliamo parlare e su questi temi siamo pronti a confrontarci».
L’EFFETTO COVID SUL MONDO DELLA SCUOLA
Si è parlato molto nei giorni scorsi dei tanti insegnanti che hanno presentato domanda di cessazione dal servizio per poter andare in pensione dal 1° settembre 2021. Come viene evidenziato dall’edizione milanese di Repubblica, non è tanto la scadenza della misura di riforma pensioni nota come Quota 100, prevista alla fine dell’anno prossimo, a spingere i docenti ad andare in quiescenza, quanto lo stress che i docenti in età più avanzata hanno accumulato specie da quando è esplosa la pandemia di Covid-19. Il quotidiano cita le parole di Carlo Giuffrè, della Uil scuola lombarda, che spiega così le ragioni della richiesta di pensionamento di molti insegnanti: “Per lo stress di questo ultimo periodo, perché non si può chiedere di rimettersi in gioco a questa età con Dad, Did e vattelapesca. Occorre un piano nazionale per la formazione continua di tutta la classe docente”. Ma non manca chi invece aveva meditato da tempo di lasciare il lavoro senza aspettare di maturare i requisiti richiesti dalla Legge Fornero e ha preferito cogliere l’occasione offerta da Quota 100.
RIFORMA PENSIONI, IL RAPPORTO ADEPP
La presentazione del X Rapporto Adepp è stata un’occasione utile per fare il punto della situazione per quel che riguarda il mondo degli enti di previdenza privati, per i quali sembrerebbero opportune delle misure di riforma pensioni. Il Presidente Alberto Oliveti, come riportato da Adnkronos, ha infatti evidenziato che continuano a essere differenze importanti tra i redditi dei professionisti determinate dall’età e dalla regione di residenza. Questo può rappresentare un problema soprattutto per i giovani. “La previdenza infatti comincia dal lavoro. Se non si rafforzano i redditi, i giovani e le donne, specie al Sud, rischiano di non potersi costruire pensioni adeguate”, ha detto il Presidente dell’Adepp, sottolineando così anche l’esistenza di un gender gap che viene aggravato dal fatto che spesso le donne abbandonano la libera professione perché non conciliabile con gli impegni familiari.
IL PESO DELLA TASSAZIONE
Il Rapporto dell’Adepp fa emergere anche una crescita dei pensionati attivi tra i professionisti. Questo perché “le riforme, che stanno gradualmente, ma costantemente incrementando l’importanza della componente contributiva nel computo della misura delle prestazioni pensionistiche, hanno incentivato la prosecuzione del versamento dei contributi anche dopo la pensione”. Per quanto riguarda specifiche misure di riforma pensioni per gli enti di previdenza privati, va evidenziati come sui loro patrimoni pesi un’aliquota fiscale del 26%, contro il 20% dei Fondi pensione. Senza dimenticare che gli iscritti devono subire un’altra tassazione al momento dell’erogazione della pensione. Sarebbe auspicabile quindi un intervento di allegerimento fiscale.