Prende forma la proposta del Governo per le Regioni in vista dell’incontro di questo pomeriggio per il Dpcm Natale. Le prime importanti indicazioni arrivano dalla riunione tra il premier Giuseppe Conte e i capi delegazione della maggioranza in merito alle misure da adottare nel periodo di Natale e all’inizio del 2021 per arginare la diffusione del coronavirus. L’idea è di portare tutta l’Italia in zona rossa dal 24 dicembre al 6 gennaio, ma solo nei giorni festivi e prefestivi. Questo vuol dire che negli altri giorni non festivi o prefestivi – come 28, 29 e 30 dicembre – l’Italia sarà in zona arancione. Questo, dunque, è l’orientamento che emerge, a quanto si apprende da fonti di governo citate dall’AdnKronos, dal vertice a cui è presente anche il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, che dovrà confrontarsi a breve con le Regioni, da cui invece arrivava un input ad una linea di rigore per evitare una riaccelerazione della circolazione del virus. (agg. di Silvana Palazzo)
DPCM NATALE: INCONTRO GOVERNO-REGIONI-ANCI E UPI
Il Ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia ha convocato per le ore 14 la nuova riunione con Regioni, Comuni (Anci) e Province (Upi) per discutere delle nuove misure e divieti di Natale: oltre all’esponente Pd, parteciperà anche il Ministro della Salute Roberto Speranza per parlare anche del piano vaccini in vista del “vaccine day europeo” in partenza il prossimo 27 dicembre 2020. La “road map” degli appuntamenti di oggi inizia a delinearsi con più chiarezza: dopo la Conferenza con le Regioni, il Governo alle ore 18 discuterà in Consiglio dei Ministri del decreto “cornice” col quale fornire i poteri specifici al Dpcm, poi alle ore 20 è prevista (ma non confermata) la conferenza stampa di Giuseppe Conte per informare la nazione sulle rinnovate misure di lockdown. Le ipotesi rimangono sempre due, la “zona rossa a scacchiera” oppure il lockdown totale e continuato dal 24 dicembre fino al 6 gennaio: nella riunione con i capidelegazione Conte sta cercando di porre un testo di bozza definito, in modo da discutere poi con le Regioni sulla base di dati certi, mentre dal Senato arriva molto duro il monito della Presidente Casellati che ritiene «incomprensibile che gli italiani ancora non sappiano le regole di Natale a 5 giorni dalla vigilia».
LE DUE IPOTESI SUL DPCM
«Sono due le ipotesi in campo. Una zona rossa che prosegua dalla vigilia di Natale all’Epifania, oppure alternata con qualche allentamento. Io privilegerei questa seconda ipotesi anche se non non è una scelta facile»: così il Presidente della Conferenza delle Regioni, nonché Governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini intervistato a “Mattino 5” illustra le ipotesi sul tavolo del Governo in merito al prossimo Dpcm “Natale”. «L’importante è avere tutti la consapevolezza che ci sia un grande rigore per evitare terza ondata», conclude Bonaccini schierandosi nell’ala meno “rigorista” delle Regioni, assieme dunque a Toti e Fontana che reputano “ingiusto” cambiare criteri e norme a ridosso del Natale e con ancora le norme tutt’altro che decise e chiare per i cittadini. Il confronto con i Ministri Boccia e Speranza avverrà solo al termine del vertice di maggioranza in corso a Palazzo Chigi tra Conte e i capidelegazione: quando ovvero dovrebbe essere prodotto il testo di bozza del nuovo Dpcm con cui rinchiudere l’Italia in zona rossa per tutte le feste. Nel frattempo sale la protesta dei territori contro i ritardi del Governo, al di là delle divisioni tra “aperturisti” e “rigoristi”: i Governatori della Lega (Massimiliano Fedriga, Attilio Fontana, Maurizio Fugatti, Nino Spirli, Donatella Tesei e Luca Zaia), assieme al leader Matteo Salvini hanno prodotto un documento inviato al Premier Conte nel quale si lamentano diverse criticità di questi ultimi giorni: «Siamo molto preoccupati per il fatto che oggi, giovedì 17 dicembre, ancora non sappiamo cosa farà il governo, cosa accadrà a 60 milioni di italiani dal 24 dicembre. Comprendiamo fino in fondo le ansie e il disorientamento dei cittadini. Ribadiamo la necessità che ci sia l’indispensabile copertura finanziaria (richiestialmeno 1 miliardo di ristori, ndr) per garantire i risarcimenti totali a tutte le categorie che potranno essere colpite dalle misure di restringimento decise dal governo».
CONFERENZA STATO-REGIONI SU DPCM NATALE
Per il terzo giorno consecutivo la Conferenza Stato-Regioni viene convocata per discutere del medesimo ordine del giorno: il nuovo Dpcm in arrivo con le misure anti-Covid per il Natale e il Capodanno. Dopo i due precedenti incontri interlocutori – dove si è trovato un minimo di quadra per interventi nazionali che puntino ad irrigidire divieti e misure già presenti nel precedente Dpcm 3 dicembre – il Governo ancora non ha trovato una formulazione univoca né un testo di bozza da proporre ai territori per l’approvazione finale: dopo l’ultima accelerata avvenuta nelle ultime ore (anche perché i tempi stringono, il Natale dista solo 7 giorni, ndr) l’impianto di base per imporre un’Italia in zona rossa a partire dal 24 dicembre sembra esser stata trovata. L’ipotesi principale del Governo, dopo la mediazione delle diverse anime “rigorista” (i Ministri Boccia, Speranza e Franceschini) e “aperturista” (Italia Viva, parte del M5s e lo stesso Premier Giuseppe Conte) vede attivarsi tramite Dpcm specifico una “zona rossa” nei giorni festivi e prefestivi delle imminente festività natalizie: per cui, il Governo alle Regioni proporrà stamattina un lockdown nei giorni 24-25-26-27-31 dicembre e 1-2-3 gennaio, con negozi e bar chiusi oltre agli spostamenti vietati se non con autocertificazione; mentre per i rimanenti 28-29-30 dicembre il Paese rimarrebbe con regole da “zona gialla”. «E’ evidente che stiamo andando verso restrizioni nel periodo delle festività. Se qualcuno ipotizza feste, cenoni e assembramenti sbaglia clamorosamente» ha spiegato ieri il Ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia a Sky Tg24, ribadendo l’intento “duro” del Governo nonostante la mediazione dell’ala più disposta a deroghe e allentamenti.
LE RICHIESTE DELLE REGIONI
In questo contesto di ulteriore restrizione delle libertà commerciali e personali degli italiani le Regioni non mostrano un forte dissenso, al contrario il Presidente di Regione Veneto Luca Zaia in giornata firmerà una nuova ordinanza che anticipa diversi divieti che verranno poi estesi nel prossimo Dpcm. «Chiusura dei confini comunali dopo le 14 dal 19 dicembre fino al 6 gennaio. Tra le 14 e le 21 di ogni giorno sarà possibile uscire di casa ma solo all’interno del proprio Comune […] Se verranno adottate le misure di cui si parlava ieri sera, allora le nostre non serviranno. Ma non possiamo arrivare a lunedì senza provvedimenti: è un dato di fatto, la mia non è polemica», ha spiegato ieri in conferenza stampa il Governatore leghista. Di contro, anche per un livello pandemico decisamente più tranquillo della vicina Veneto, il Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana non introdurrà particolari regolamentazioni in attesa del nuovo decreto nazionale: «Abbiamo avuto una riunione che però è stata anche questa interlocutoria. Il Governo non ha ancora chiarito quale sarà la proposta. Lo farà domani tra mezzogiorno e le 3, quindi domani capiremo», ha spiegato al termine della Conferenza Stato-Regioni di ieri, salvo poi aggiungere «Quello che come presidenti del centrodestra abbiamo richiesto è che ci siano certezze, che ci siano i ristori e che siano effettivi per tutte le categorie che subiranno dei danni da questa situazione». Chi invece si dice decisamente più in dissenso con l’improvviso dietrofront del Governo Conte è il vicepresidente della Conferenza delle Regioni, Giovanni Toti: «se il Governo deciderà la zona rossa per tutta Italia a Natale, necessariamente ci adegueremo, però ritengo che sia un’ingiustizia, è ingiusto cambiare le regole in modo ulteriormente restrittivo anche là dove se ne potrebbe fare a meno». Per il Governatore della Toscana, Eugenio Giani, deve essere il Governo a prendere le decisioni sulle misure del Natale «Ad oggi il governo, che è competente, e diventa colui che non condivide con altri, lo abbiamo visto anche per quello che è accaduto in questi due mesi, nel momento in cui va a prendere provvedimenti sia sulle differenziazioni di regioni, sia provvedimenti che valgono su tutto il territorio nazionale come quelli che si prefigurano per Natale, è particolarmente attento, ha una capacità decisionale che è propria dello stesso governo ».
LE POSSIBILI DEROGHE
Sul tavolo del vertice di stamane tra Conte e i capi delegazione e pure nell’imminente confronto con le Regioni, i nodi sul tavolo riguardano sia le date del nuovo lockdown “natalizio” che le possibili deroghe da inserire nel Dpcm in via di approvazione oggi pomeriggio nel Consiglio dei Ministri (convocato alle ore 18, ndr). «Le restrizioni per il periodo di Natale saranno accompagnate da “da ristori certi che vareremo tempestivamente» ha spiegato ancora ieri il Ministro Boccia nell’annunciare la nuova Conferenza Stato-Regioni di questa mattina. Sono però le deroghe possibili su spostamenti e cenoni a riempire le discussioni tra territori e governo centrale: dopo un’interlocuzione con i Governatori della Lega, il Presidente Conte vorrebbe permettere a «due congiunti non conviventi» di essere presenti sulle tavole dei cenoni di Natale e Capodanno, trovando però l’opposizione tanto del Comitato Tecnico Scientifico quanto dei Ministri più “rigidi” nel voler attuare un lockdown totale nei giorni del Natale. Ancora va capito quali spostamenti saranno permessi nel giorno specifico del 25 dicembre, con la possibile deroga ai figli di poter recare assistenza ai genitori non più autosufficienti, o anche alla possibilità di muoversi tra piccoli Comuni per congiunti “stretti”. Infine sul fronte scuola, Conte e il Cts concordano nel mantenere il rientro a scuola il 7 gennaio per il 75% degli studenti: «Il 7 gennaio dobbiamo tornare a scuola. Sempre se saremo abbastanza prudenti durante le vacanze di Natale. La scuola deve tornare a essere un imperativo culturale sociale ed economico di questo Paese. È vero che il rischio zero non esiste, ma a scuola c’e’ un rischio controllato. Un rischio accettabile», ha spiegato il coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico Agostino Miozzo.