Mentre il governo lavora al Dpcm Natale, il sindaco di Milano prepara il dopo-feste. Nel capoluogo lombardo, infatti, dal 7 gennaio i negozi apriranno alle ore 10:15 per evitare assembramenti sui mezzi pubblici al mattino, che avranno già studenti e lavoratori che cominciano molto presto i turni. Lo ha annunciato Beppe Sala, spiegando a Timeline su Sky Tg24 di aver ricevuto una comunicazione da parte del prefetto Renato Saccone. «Dal 7 gennaio i negozi di Milano, esclusi gli alimentari e i bar, apriranno alle 10:15 e così scaglioniamo un po’ gli orari della città».
L’obiettivo è permettere alle scuole superiori di riaprire, con la didattica in presenza al 75%. A tal proposito, si predispongono ingressi scaglionati su due turni. «Coordinati dal prefetto abbiamo lavorato in questi giorni, perché il tema non è tanto l’ingresso nelle scuole o il momento di vita delle ore scolastiche, ma sono i mezzi di trasporto. E quindi il tema è scaglionare gli orari», ha aggiunto il primo cittadino del capoluogo lombardo, dicendosi fermamente convinto della necessità di riportare gli studenti a scuola.
MILANO, COSA CAMBIA PER SCUOLE E NEGOZI
Il sindaco di Milano Beppe Sala ha chiarito, sempre per quanto riguarda le scuole, che in parte la didattica resterà a distanza. «Ma quello che noi vorremmo fare è garantire che si possa portare un 75 per cento di presenza nelle scuole», ha dichiarato a Sky Tg24. A tal proposito, ha annunciato che «una parte delle classi entreranno alle 8 una parte alle 9:30». Per Beppe Sala questo è quello che si può fare, e ciò rappresenta un esempio secondo lui «di come si possa e si debba lavorare in collaborazione». Quindi, ha ringraziato il prefetto: «Perché da questo punto di vista la sua regia è stata importante». Il sindaco di Milano è poi entrato nel merito delle decisioni del governo sul Natale: «Chiediamo certezza: sapere le cose e permettere che ci si organizzi». Inoltre, ha confermato che verranno intensificati i controlli: «Si presidieranno in particolare i luoghi di transito, tutti gli uomini e le donne delle forze dell’ordine disponibili saranno per la città, ma ho chiesto che siano tutti in divisa e nessuno in borghese».