Lucia Azzolina tira dritto e lavora al ritorno a scuola per gli studenti costretti alla didattica a distanza a causa della seconda ondata Covid. Ma se guarda indietro non trova nulla per cui pentirsi. «La scuola a settembre e ottobre ha funzionato molto bene», dice soddisfatta a “Mezz’ora in più” da Lucia Annunziata. Il merito per la ministra dell’Istruzione è del «personale che ha lavorato sui banchi, sulle mascherine, sul distanziamento». Poi però è arrivata la seconda ondata, la curva dei contagi è cresciuta «brutalmente» e i primi ad essere sacrificati sono stati gli studenti.
Perché se tutto è funzionava bene? Cosa è andato storto? «Le Asl sono andate in affanno e non ce l’hanno fatta. In parte il tracciamento è venuto a mancare e si è chiesto un sacrificio anche alle scuole, in particolare alle superiori», la spiegazione data dalla ministra Azzolina, che ora punta alla riapertura per il 7 gennaio 2021.
AZZOLINA “SOLO IN ITALIA SI PONE PROBLEMA SCUOLE”
«Il governo è molto unito sul fatto che il 7 gennaio si debba aprire», afferma Lucia Azzolina nell’intervista rilasciata a Lucia Annunziata a “Mezz’ora in più”. La data è stata fissata, ma quel che conta è preparare nel migliore dei modi la riapertura per evitare che poi si debba fermare di nuovo la didattica in presenza. «Abbiamo fatto una riunione proprio ieri con le Regioni, ci aggiorneremo domani o dopodomani e siamo tutti i Ministri coinvolti e compatti sul fatto che si debba tornare a scuola». Se gli esperti frenano, anche in considerazione del rischio di una terza ondata, la ministra dell’Istruzione ritiene «molto realistico che il 7 aprano anche le superiori e non importa che sia giovedì, nemmeno un’ora dobbiamo perdere di istruzione, è il motore del Paese».
La stessa Azzolina è consapevole dei limiti della didattica a distanza: «È il Paese che un giorno perderà competenze». E poi attacca: «Negli altri Paesi non ci si pone il problema se le scuole debbano restare aperte o chiuse, qui sì perché c’è un problema culturale. Non viene considerata come attività produttiva».