La sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, è stata ospite in collegamento con il programma di Rai Uno, Oggi è un altro giorno. L’intervista si è concentrata in particolare sul vaccino anti covid, alla luce della campagna vaccinale che scatterà il prossimo 27 dicembre: “La speranza è di arrivare ad ottobre con la famosa immunità di gregge, ovvero con il 70% degli italiani vaccinati, ma già prima di quella data la nostra condizione dovrebbe migliorare con una copertura del 50%”.
Sulla volontà della popolazione di vaccinarsi o meno, Sandra Zampa ha aggiunto: “In questo momento c’è una buona adesione al di là delle voci che fanno un po’ discutere anche perchè basta uno che si oppone, e che dice cose particolarmente critiche, per fare notizia. Comunque in questo momento non abbiamo atteggiamenti particolarmente contrari, ostili e negativi”. Secondo Sandra Zampa sarà però necessario introdurre l’obbligo del vaccino per le categorie sanitarie.
SANDRA ZAMPA: “INIMMAGINABILE UN OPERATORE SANITARIO NON VACCINATO”
A riguardo la sottosegretaria alla Salute ha spiegato: “Un medico che non si vaccina non può fare il medico, io penso che debba essere una pre-condizione del contratto, a meno che non ci sia una condizione particolare, ma questo vale per tutti non solo per i medici. Questa è la mia opinione che ho già espresso con il ministro Speranza e il vice ministro Sileri, credo che tutti noi dobbiamo prima pensare in positivo senza polemizzare”. Quindi Sandra Zampa ha ribadito: “Io penso che per un operatore sanitario non sia immaginabile prestare servizio senza vaccino. È certamente una mia posizione l’obbligo per i sanitari, anche se credo di interpretare l’opinione del ministero e del ministro. Noi riteniamo – ha proseguito – che se ci siano persone che hanno dei dubbi hanno diritto ad avere chiarimenti, se noi cominciassimo ora con l’obbligo della vaccinazione, il respingere anche chi ha solo dei dubbi ed è legittimo che ciò avvenga… la scienza deve dare rassicurazioni e questo avverrà”. La sottosegretaria ha parlato anche delle scuole: “L’intero mondo del lavoro deve adeguarsi alle scuole se no si crea un sovraffollamento. La scuola è una priorità e deve riaprire, ma ci devono pensare le regioni assieme al governo che ci mette i soldi, molte lo stanno già facendo. Le regioni devono inventarsi tutti i modi possibili per portare gli studenti a scuola in modo sicuro”.