Il premier Giuseppe Conte, in una intervista a Porta a Porta, alla vigilia dell’avvio della Zona rossa nei giorni festivi e prefestivi di Natale in partenza quindi da domani 24 dicembre per effetto del Decreto Natale, ha voluto fare una sorta di bilancio al termine di un anno per nulla semplice scandito dalla pandemia. Il Presidente del Consiglio, intervistato da Bruno Vespa ha ammesso di non aver mai pensato di non farcela nella complessa emergenza Covid. Nonostante questo, ha ammesso, “ci sono stati momenti molto difficili soprattutto all’inizio”. In particolare, ha proseguito Conte, “è stato difficile prendere le prime decisioni, le zone rosse, il lockdown” e “quando abbiamo cominciato a vedere i decessi per me è stato un momento particolarmente sofferto”.
In vista delle festività natalizie è stata rafforzata “la cintura di protezione” anti-Covid e per questo, ha ammesso il premier Conte, dovremmo “poter affrontare gennaio dosando cum grano salis le misure solo dove necessario tra zona gialla, arancione e rossa”.
ZONA ROSSA ANCHE A GENNAIO? LE IPOTESI DEL PREMIER CONTE
Tuttavia già da qualche settimana non manca il timore di una terza ondata di Coronavirus e in merito Conte ha commentato nel corso dell’intervista a Porta a Porta: “Se dovesse arrivare un’impennata, una terza ondata o una variante che faccia sbalzare l’RT, allora ci troveremmo facilmente in zona rossa o con misure più restrittive”. Nonostante tutto il presidente del Consiglio ha voluto tranquillizzare gli italiani spiegando che “in una situazione come quella attuale forse dovremmo affrontare gennaio-febbraio con una certa tranquillità”. Parlando di proiezioni future a partire dal nuovo anno si era espresso nelle passate ore anche il Ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia, probabilmente più realistico rispetto a quello che dovremo aspettarci: “A gennaio, febbraio e marzo avremo ancora tre mesi con regole rigide”, ha commentato al programma di La7, Tagatà. Indubbiamente il 2021 sarà “l’anno dell’uscita da questo incubo” ma ce la faremo solo rispettando le regole “e come arriviamo a gennaio dipende molto dai comportamenti dei prossimi 15 giorni”, ha precisato Boccia.