Circolazione del virus a livello scolastico mette a rischio il rientro in classe dal 7 gennaio? «Per il momento non ci sono evidenze di peggioramento con la riapertura delle scuole», spiega ancora il professor Rezza, «non temiamo la trasmissione all’interno dell’ambiente scolastico ma che si rimette in modo una serie di persone attorno ala scuola (trasporti, genitori, insegnanti, studenti) per cui va attenzionata con cura dettagliata».
La cura del Governo e dell’Iss è per riaprire in sicurezza e presenza, ma sempre «osservando l’andamento epidemiologico». In merito alla variante inglese l’Iss ha partecipato al webinar dell’Oms per ottenere informazioni maggiori su questo potenziale pericolo dall’Uk: «le varianti inglesi e sudafricane sono quelle temute di più», ribadisce Rezza, «ci sono diverse mutazioni della proteina di superficie del virus che sembra conferire un aumento di trasmissibilità del 70% rispetto alla “normale” Covid, ma è difficile capire quanto effettivo sia tale aumento di contagio». Per gli scienziati Iss si è visto in quei casi inglesi l’aumento del ceppo virale, ma potrebbe anche essere effetto dei non-lockdown in Regno Unito fino a qualche settimana fa: «per ora ci sono solo stime e ci fidiamo delle analisi inglesi che stanno proseguendo, per il momento la trasmissibilità sale ma non avviene né aggravamento clinico dei casi né opposizione al vaccino anti-Covid». Da ultimo, le ‘regole’ per la cena di Natale con il professor Rezza: «limitare il numero di persone è particolarmente importante, più si aumentano le interazioni e più cresce il pericolo per tutti. Le soglie non sono arbitrarie, sono basate sulla probabilità di rischio».
L’ANALISI ISS E L’RT NAZIONALE
«Decrescita curva Covid importante tranne che nella Regione Veneto», spiega il Presidente dell’Iss Silvio Brusaferro aprendo la conferenza stampa sull’analisi dei dati del monitoraggio nazionale 14-20 dicembre. «Le realtà regionali sono molte diverse tra di loro», aggiungono gli esperti Iss che lanciano ancora l’allarme per gli spostamenti nel giorno di Natale.
L’Rt è inferiore a 1 tranne in Veneto e Molise, questo significa che la curva ancora non si può dire congelata e diminuita come sperato: decrescono però bene i numeri su ricoveri e terapie intensive, «si rientra sotto la soglia del 30% per le t.i. e del 40% per letti degenza, ovvero lentamente si esce dall’allarme alto per il Servizio Sanitario Nazionale», sottolinea Brusaferro. La proiezione a 30 giorni di occupazione dei posti letto migliora il che dà margini per immaginare una resilienza anche in caso di crescita e recrudescenza del Covid-19; «le persone ricoverate che vengono ricoverate in terapia intensiva sono diminuite e ancora per la maggior parte di sesso maschile e più anziane (con più patologie)». L’età mediana dei morti per epidemia affligge ancora gli ultraottantenni. Secondo il professor Giovanni Rezza al momento si vive una situazione di diversa “instabilità” e “transizione” da una «diminuzione del numero dei contagi e dell’Rt», verso una sorta di «tendenza alla stabilizzazione di questa ondata, con lieve incremento di nuovo dell’indice di trasmissibilità a 0,90». Con le misure prese dal Governo si cercherà di abbattere Rt e tasso di incidenza reale (sopra 300 per 100mila), ancora non in fase ideale.
LA CONFERENZA STAMPA DELL’ISS: LA DIRETTA VIDEO
In giornata si terrà la conferenza stampa dell’Istituto Superiore di Sanità, non appena dal Ministero della Salute verrà confermato l’orario ufficiale (è comunque previsto entro la mattinata-primo pomeriggio): la consueta diretta video streaming avverrà sul canale YouTube del Ministero, appuntamento anomalo al giovedì ma scelto per consentire la festa del Natale domani 25 dicembre. I dati settimanali sull’andamento epidemiologico verranno presentati e commentati dai responsabili Iss, mentre è previsto anche l’anticipo del monitoraggio sui consueti 21 parametri atti a definire la situazione specifica delle singole Regioni per la diffusione del contagio da Covid-19.
Come noto, da oggi l’Italia si trova in zona rossa “indistinta” a livello nazionale e perciò la situazione delle tre fasce di colore verrà “congelata” a livello formale fino al prossimo 6 gennaio: questo non toglie che Ministero della Salute e Cts potranno e dovranno verificare settimana dopo settimana l’andamento del contagio per comprendere se le misure scelte dal Governo stiano funzionando e per verificare se la cosiddetta “variante inglese” del Covid sia in rapida diffusione anche nel nostro Paese (e con che caratteristiche). L’indice Rt era risalito la scorsa settimana di poco, allo 0,86 su scala nazionale, mentre oggi segna quota 0.90, un lieve “sbalzo” segnalato dal monitoraggio nazionale redatto dall’Iss: la curva, quantomeno in alcune Regioni, riprende a salire anche se con dati e rilievi ancora minimi.
MONITORAGGIO SETTIMANALE: “CONTAGI SU IN 10 REGIONI”
«La curva dei contagi resta congelata ma dobbiamo comunque continuare tutti a essere prudenti e responsabili, dobbiamo fare ancora qualche sacrificio per far sì che non arrivi la terza ondata», ha spiegato in conferenza stampa ieri dalla sede di Invitalia il commissario all’emergenza Covid Domenico Arcuri, di fatto anticipando alcuni dei temi che saranno trattati oggi nel punto stamp dell’Iss con prima di Natale. 95% in isolamento domiciliare il 4,1% ricoverato in ospedale, lo 0,4% ancora in terapia intensiva: «abbiamo una buona notizia, ovvero il tasso di positività è pari al 7,9% e non era così basso dal 20 ottobre», ribadiva sempre Arcuri invitando i cittadini ad proseguire con le sane abitudini per evitare recrudescenze della pandemia nel pieno della campagna vaccini (al via il 27 dicembre prossimo, ndr). Secondo gli ultimi dati settimanali sulla pandemia, la velocità della curva si “stabilizza” con 10 Regioni dove addirittura i casi aumentano: salgono in Basilicata (da 448 a 571), Liguria (da 1.870 a 1.927), Marche (da 2.369 a 2.594), Sardegna (da 1.959 a 2.130), Valle d’Aosta (da 139 a 168), Calabria (da 1.270 a 1.356), Emili Romagna (da 10.302 a 10.798), Lazio (da 9.022 a 9.361), Lombardia (da 14.684 a 15.435), Molise (da 377 a 385) ma anche in Trentino (da 1.429 a 1.444).