La cosiddetta seconda ondata non sembra vedere una decrescita netta dei contagi e dei decessi e la sua durata si sta prolungando, tanto da rendere critica persino la possibilità di parlare di una vera e propria terza ondata Covid in arrivo nelle prossime settimane. Se i decessi sono cresciuti più lentamente all’inizio di questa ondata, è vero anche che tendono a decrescere con altrettanta lentezza, dilazionando il momento in cui la curva fletterà decisamente verso il basso. Complici le misure più morbide e l’assenza di un lockdown integrale, che ha permesso invece nella prima ondata di mettere in opera un contenimento più netto. Ce lo spiega Paolo Berta, ricercatore di statistica nel dipartimento di Statistica e metodi quantitativi dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Le misure igieniche e di prevenzione ci accompagneranno ancora per tutto il 2021, ma è probabile che la tregua estiva questa volta, grazie al vaccino, potrà essere sfruttata al meglio per preparare un autunno più sereno.
Qual è l’andamento della seconda ondata al momento, osservando anche le diverse regioni?
Un confronto tra la prima e la seconda ondata su alcune regioni, come la Lombardia, il Veneto, il Piemonte e l’Emilia Romagna, fa vedere come in realtà la seconda ondata abbia colpito in modo diverso i territori. Ad esempio la Lombardia ha avuto uno stress meno pesante sul sistema sanitario, probabilmente perché l’ha avuto nella prima ondata, e il Veneto invece è stato colpito dalla seconda ondata in modo molto forte, e il fatto di esser rimasto in zona gialla per molto più tempo non ha portato a un vantaggio. Il problema è paragonare questa seconda ondata alla prima.
Perché?
Noi stiamo ragionando come se in questo momento fossimo a fine aprile, ma questo è un ragionamento fallace. Mentre nella prima ondata abbiamo avuto un lockdown nazionale che ha portato a una riduzione del contagio e dello stress sul sistema sanitario complessivo, in questa seconda ondata abbiamo avuto una strategia molto diversa, col sistema dei colori differenziati per regioni. Quello che a mio avviso sembra evidenziarsi è che le misure di contenimento più rigide, ad esempio la zona rossa in Lombardia, pur non essendo stringenti come le misure di marzo hanno portato a una riduzione del contagio più repentina, mentre sembra che la zona gialla non sia stata così adiuvante in termini di riduzione e contenimento di contagi, ospedalizzazioni e decessi. Ad ogni modo bisogna distinguere maggio da oggi.
Cioè?
Quando si parla di terza ondata forse si fa un errore, perché quella che possiamo osservare adesso è una seconda ondata prolungata più che una terza ondata, ma questo lo scopriremo purtroppo solo a gennaio. Non possiamo considerare finita la seconda ondata, stiamo riaprendo probabilmente troppo in anticipo. Parlo della possibilità di muoversi, circolare, fare acquisti, etc.
È come se avessimo prolungato la seconda ondata e di conseguenza è difficile vederne la fine?
Esatto. Anche dal punto di vista dei decessi, oggi sono intorno ai 500, non abbiamo ancora una riduzione significativa. Quello che si vede guardando i decessi e confrontandoli con la prima ondata è che il lockdown della prima ondata ha portato a un certo punto le tre misure – contagi, ricoveri e decessi – a una riduzione significativa, coi loro tempi certo, ora invece c’è una riduzione dei decessi ancora troppo debole. Confrontandoli con la prima ondata, quello che stiamo vedendo è che i decessi in questa seconda ondata sono cresciuti inizialmente in modo un po’ meno veloce rispetto alla prima ondata, ma stanno calando più lentamente.
Sono cresciuti più lentamente perché eravamo anche più pronti da un punto di vista sanitario ma rallentano più lentamente per le misure meno restrittive?
Esatto. C’è un articolo uscito recentemente su Nature che sta confrontando l’unica misura comparabile sulla mortalità: non è la mortalità per Covid – questa è una mortalità distorta dalle diverse modalità delle misurazioni fatte nei singoli Paesi – ma l’eccesso di mortalità, che è il confronto fra la mortalità osservata nel 2020 e la mortalità media osservata negli anni precedenti. L’Italia da questo punto di vista purtroppo è uno dei Paesi col tasso di mortalità più alto.
Quali sono i motivi?
In questo articolo s’individuano tre diversi fattori. Il primo è la differenza demografica, abbiamo più anziani degli altri Paesi per cui una mortalità maggiore è prevedibile. In realtà questa concausa non sembra essere correlata all’eccesso di mortalità in modo rilevante, sembrano molto più importanti invece altre due misure.
Quali?
Una riguarda la tempestività e la ristrettezza delle misure adottate – prima chiudi e più chiudi, più riesci a ridurre la mortalità –, la seconda invece riguarda i sistemi sanitari: più hai capacità in termini di posti letto e professionisti, più riesci a ridurre la mortalità. Più mandi sotto stress il sistema sanitario più rischi di avere mortalità.
Cosa possiamo aspettarci nei prossimi mesi, considerando la lenta decrescita dei contagi e tutte le altre variabili: i vaccini, la riapertura delle scuole, la variante inglese, etc.?
È una previsione difficile da fare, mancano gli elementi. Dipenderà anche dall’efficacia dei vaccini nella loro potenziale capacità di creare immunità di gregge e chiaramente dipenderà dalla disponibilità delle persone a vaccinarsi, ma sicuramente il vaccino è l’unico elemento che consentirà di poter tornare a una vita quasi normale.
Per ora circa un terzo della popolazione italiana si dice non disponibile a farsi vaccinare…
Saranno importanti anche le scelte politiche, l’eventuale obbligatorietà, l’eventuale patentino per circolare. Quello che sembra chiaro, almeno per questo momento, è che per il 2021 sarà difficile fare a meno delle misure con cui abbiamo convissuto finora. È anche vero però che la prima ondata ci ha insegnato una cosa.
Cosa?
Nel momento in cui le temperature esterne si alzano e le persone iniziano a vivere più all’aperto il virus colpisce meno. È possibile quindi che nel 2021, se ci avvantaggeremo nel periodo estivo con una vaccinazione molto più estesa, riusciremo a cautelarci per vivere un autunno un po’ più sereno.
(Emanuela Giacca)