BORSA ITALIANA: LE PREVISIONI PER IL 2021.
Come ogni anno, a dicembre, gli investitori si domandano quali potrebbero essere le scelte migliori per l’anno successivo. Premesso che la risposta a questa domanda è ovviamente incerta, esistono comunque alcune strade che si possono seguire per individuare le scelte più attraenti per i prossimi mesi.
La condizione essenziale perché l’investimento in Borsa risulti profittevole è ovviamente che il mercato azionario nel suo complesso continui a salire così come ha fatto negli ultimi mesi. E’ infatti decisamente più facile, soprattutto rimanendo nell’ambito dei titoli più liquidi, individuare quei soggetti che, in un contesto di crescita generalizzata, tendono a fare meglio dell’indice di riferimento, e che quindi si apprezzeranno più del benchmark, piuttosto che quelli che invece si muoveranno contro tendenza in caso di una Borsa cedente.
Sono tre i motivi per continuare a vedere crescere l’azionario italiano tuttavia esistono e sono convincenti.
Innanzitutto la gestione della pandemia di Covid-19: in questi giorni iniziano le prime somministrazioni di vaccini, anche se il processo per mettere in sicurezza la popolazione non sarà immediato, per i mercati è comunque importante che sia iniziato.
Da menzionare poi anche il supporto dato dalla Bce all’Italia: grazie agli acquisti di titoli effettuati dalla banca centrale i tassi sul nostro debito sono in costante discesa, con ovvi benefici in sede di rifinanziamento delle posizioni, soprattutto in un periodo come questo dove il ricorso al nuovo indebitamento è stato massiccio.
Infine sono in arrivo i soldi della Ue: nel corso dell’anno arriveranno i 200 miliardi circa di euro garantiti dal Recovery fund, una quantità di denaro sufficiente per fare la differenza che dovrebbe aiutare l’economia italiana a ripartire dopo anni di stagnazione.
Dove potrebbe arrivare l’indice Ftse All Share? Un primo target ipotizzabile è quello di area 27.680, massimo di febbraio, ma con il tempo è probabile che anche quei livelli vengano superati e che l’indice abbia la possibilità di salire almeno fino in area 29.000, 50% di ritracciamento del ribasso dal top del 2007 e quindi resistenza critica anche in ottica di medio lungo periodo (target successivo a 33.000 punti circa). Solo discese al di sotto della media mobile esponenziale a 20 settimane, passante in area 22.400, potrebbero mettere un freno alle aspettative di crescita delle quotazioni.
La scelta dei titoli: approccio analitico
Per scegliere i titoli più interessanti per il 2021, è stata innanzitutto operata una selezione dei 150 più scambiati nell’ultima settimana a Piazza Affari, un campione rappresentativo della metà circa dell’intero listino, che è composto da elementi caratterizzati da una liquidità abbastanza soddisfacente.
Da notare che la distribuzione in termini di liquidità non è affatto omogenea. I maggiori 10 titoli (Intesa, Fca, Unicredit, Enel, Stm, Eni, Ferrari, Generali, Leonardo e Moncler) pesano infatti per il 60% circa sul totale degli scambi medi dell’ultima settimana. Questo significa che i titoli nelle ultime posizioni della lista, come ad esempio Sogefi, Agatos e Be, per quanto di dimensioni dignitose, restano comunque ai margini dell’interesse del mercato, con i vantaggi (minore correlazione al mercato) e svantaggi (potenzialmente maggiore volatilità) che ne conseguono.
La lista dei 150 titoli è stata analizzata in base a quattro diverse caratteristiche: il Beta, la correlazione, il rapporto rendimento/rischio e la distanza dalla media mobile esponenziale a 200 giorni.
Il Beta
Il Beta è un indicatore che definisce la misura del rischio sistematico di un’attività finanziaria, cioè la tendenza del rendimento di questa attività a variare in conseguenza delle variazioni di un benchmark, in questo caso l’indice Ftse All Share. Valori superiori a 1 indicano che l’azione amplifica i movimenti dell’indice di riferimento, azione aggressiva, riuscendo quindi a guadagnare più del mercato in fase di rialzo (ma a perdere di più in fasi di ribasso); valori inferiori a 1 indicano che l’azione attenua i movimenti dell’indice, azione difensiva (spiegazione tratta dal sito www.megatrader.it).
Tra la lista dei 150 titoli selezionati quelli con maggiore valore di Beta sono, tra gli altri, Autogrill, Leonardo, Tenaris, Banca Bper, Unicredit, Pirelli e Technogym.
La correlazione
La correlazione invece mostra la capacità di un’azione di seguire il comportamento del benchmark. Letture positive elevate, prossime al valore teorico massimo di 1, sono proprie di titoli che tendono a replicare l’andamento dell’indice di riferimento in modo fedele. Una correlazione negativa invece implica un elevato grado di indipendenza tra l’andamento dell’indice e quello dell’azione. I titoli con correlazione più alta sono al momento Generali, Exor, Intesa Sanpaolo, Tenaris, Azimut, Enel, Banca Mediolanum e Cnh, tutti abbondantemente al di sopra del valore di 0,90. Correlazione invece bassa (quindi titoli sui quali puntare in caso di mercato azionario ribassista) Astaldi, Diasorin, De Longhi, Recordati, Acea ed Erg.
Il rapporto rendimento/rischio
Il rapporto rendimento rischio evidenzia la capacità di un titolo di apprezzarsi in concomitanza di valori di rischiosità statistica (volatilità dei rendimenti) contenuti. Da un punto di vista dell’analisi tecnica i titoli con valori di rapporto rendimento/rischio elevato sono quelli che hanno messo in mostra nel recente passato una tendenza rialzista lineare, non particolarmente disturbata da correzioni che la facciano deviare dal suo corso. Molto spesso una tendenza di questo tipo ha una forte inerzia, non cambia direzione facilmente, e questo è il motivo per cui i “campioni” del rapporto rendimento/rischio sono quelli sui quali concentrare maggiormente l’attenzione in un’ottica di costruzione di un portafoglio di investimento di medio periodo.
I titoli migliori in questo senso sono, in ordine decrescente di rapporto, Esprinet, Interpump, Fca, Moncler, Seri Industrial, Sol e Biesse.
La distanza dalla media mobile
L’ultima categoria presa in considerazione è quella della distanza dalla media mobile esponenziale a 200 giorni. Una forte tendenza di rialzo si sviluppa di norma al di sopra della propria media mobile a 200 sedute. Più i prezzi si allontanano dalla media, più ampio diventa il cuscinetto a disposizione perché si realizzino correzioni, quindi movimenti contrari al trend, senza che questi mettano a repentaglio la tenuta del rialzo.
Secondo l’analisi tecnica una tendenza, una volta avviatasi, ha più probabilità di proseguire che di invertire, quindi puntare sui titoli che si sono lasciati alle spalle la media a 200 giorni, usata tipicamente per definire la condizione del trend di lungo periodo, per poi allontanarsene, è spesso una strategia vincente. I migliori titoli in questo senso al momento sono Esprinet, Credito Valtellinese, Sesa, Seri Industrial.