Mentre in Italia si lavora per il ritorno a scuola il 7 gennaio 2021, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie pubblica sul suo sito un rapporto sul ruolo delle scuole e dei minori nella trasmissione dei contagi di coronavirus. Si tratta di una conferma a quanto sostenuto da un gruppo di ricercatori indipendenti italiani. Secondo l’agenzia dell’Unione europea il ritorno a scuola dei bambini in molti Paesi europei a metà agosto 2020 «ha coinciso con un generale allentamento di altre misure» restrittive, ma non sembra essere stato «il motore che ha innescato l’aumento dei casi osservati in molti Stati membri dell’Ue a partire dall’ottobre 2020», come diversamente alcuni esperti ritengono.
Pertanto, l’Ecdc ritiene che la chiusura delle scuole debba essere considerata «come un’ultima risorsa e solo dopo che siano state messe in atto all’interno della comunità altre misure significative per contenere la diffusione». Peraltro, la chiusura delle scuole ha un «impatto negativo sulla salute fisica, mentale».
ECDC SU SCUOLA “NON È MOTORE SECONDA ONDATA COVID”
La chiusura delle scuole non è considerata, dunque, una misura efficace per limitare i contagi da Sars-CoV-2, quindi va usata come ultima risorsa e per un tempo limitato. L’impatto negativo supera i benefici. Nel rapporto del Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc), che non tiene conto però dell’impatto della variante inglese su cui non si hanno dati disponibili al momento, si spiega che da quando sono state riaperte le scuole in autunno, 12 Paesi su 17 hanno risposto al monitoraggio dell’Ecdc segnalando focolai nelle scuole. La maggior parte di questi (1.185) hanno riguardato scuole superiori, poi elementari (739) e asili (283), con variazioni che vanno da un focolaio in Lettonia in un asilo a oltre 400 focolai in Spagna nelle scuole secondarie. In generale, il focolaio è stato costituito da meno di 10 casi, in alcuni però sono stati superati gli 80. Da studi condotti in Germania e Italia, inoltre, è emerso che se un bambino è contagiato da un adulto, è più probabile che sia accaduto a casa che a scuola.