«Oggi il confronto sul Next Generation Eu ha fatto un altro passo in avanti. È essenziale – ha detto il leader del Pd, Nicola Zingaretti al termine dell’incontro in videoconferenza della delegazione dem con i Ministri Gualtieri e Amendola – che si chiarisca un cronoprogramma preciso per l’adozione del Piano, i tempi del confronto parlamentare e il coinvolgimento del Paese. Insieme a questo vanno decise regole per la sua attuazione, che rendano il progetto credibile e finalizzato alle scelte strategiche che abbiamo indicato insieme all’Europa».
Per il segretario dem non ha senso parlare di crisi di Governo anche se «abbiamo chiesto con grande nettezza e chiediamo tanto più ora, un rilancio dell’azione di governo, del quale il progetto di Recovery fund è parte fondamentale ma non l’unico. È giunto il tempo di essere coerenti». Il M5s invece, con la nota di Vito Crimi e Alfonso Bonafede, spiega la proposta fatta al Governo: «nel solco dello spirito con cui si è aperta questa nuova prospettiva europea, al centro ci sono i giovani, che hanno già pagato lo scotto di due crisi, a causa di leggi che precarizzavano il lavoro e dei tagli ai servizi pubblici essenziali, come la scuola. Sono proprio gli investimenti nell’istruzione, oltre a digitalizzazione e svolta green, quelli che dovranno avere la priorità».
Torna invece veemente il monito renziano lanciato alla vigilia dell’incontro di domani mattina sul Recovery Plan: «Molti hanno criticato il titolo CIAO senza aver letto la mia lettera a Conte o seguito la conferenza stampa di ieri o le note che invieremo domani al Ministro Gualtieri: io non chiedo che tutto ciò che scriviamo sia accolto. Mi basterebbe fosse letto. E magari chi non è d’accordo potrebbe fare la fatica di spiegare perché. Italia Viva sta in maggioranza per cambiare le cose, non per occupare dei posti. Siamo l’unico partito che sta facendo politica sui contenuti», ha scritto nell’ultima Enews il leader di Italia Viva Matteo Renzi, ribadendo l’impegno per cambiare il Recovery Plan a fondo, pena la caduta immediata del Governo. Ancora più netta la capodelegazione di Italia Viva, Teresa Bellanova a L’Aria che Tira: «Il Ciao si trasformerà in addio se Conte andrà avanti con arroganza, tutto dipende dalla volontà del premier di andare avanti per dare risposte e non scegliere amici per coprire postazioni della cabina di regia». Da ultimo, la Ministra dell’Agricoltura aggiunge «L’Europa chiede un monitoraggio, non sostituzione di funzioni: Gentiloni non poteva dirlo meglio, serve una semplificazione».
IL “CIAO” SUL RECOVERY PLAN
Terzo giro di consultazioni sul Recovery Plan per il Governo Conte, anche se questa volta “cambiano” gli interpreti e si entra nel concreto dei piani da presentare: oggi Pd e Movimento 5 Stelle, domani Italia Viva e Leu presenteranno i propri progetti sul Piano Nazionale di Resilienza e Ripresa, tutti comunque modificando l’impianto generale lanciato da Conte prima di Natale e per nulla soddisfacente per nessuna delle forze di maggioranza. Anche per questo motivo i tempi si allungano e dall’Europa stamane è giunto il monito del Commissario agli Affari Economia Paolo Gentiloni, preoccupato sia sulle tempistiche che sulla qualità dei contenuti della bozza di Recovery Plan.
La strada si fa sempre più in salita per il Presidente del Consiglio, “stretto” nella morsa non solo da Renzi ma anche da parte del Pd e da LeU che chiedono di cambiare marcia e governance sul Pnrr. Oggi il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri assieme al Ministro degli Affari Europei Enzo Amendola riceveranno le delegazioni dem e M5s per la presentazioni dei rispettivi piani Recovery, mentre domani la “palla” passa a Italia Viva e Liberi e Uguali che ribadiranno quanto già presentato pubblicamente negli scorsi giorni.
LA VERIFICA DI GOVERNO CON GUALTIERI E AMENDOLA
«Ciao» non è solo un mediatico “viatico” molto simile a quel “Enrico stai sereno” col quale Renzi di fatto sostituì il Governo Letta nel 2014, ma è anche il piano lanciato ieri da Matteo Renzi sul “nuovo” Recovery Plan da formulare per non rimanere «impaludati nella crisi Covid». Cultura, Innovazione, Ambiente e Opportunità, il “CIAO” per l’appunto è il grimaldello col quale Italia Viva tenta l’ultima carta: «o accettano questo accordo oppure usciamo dal Governo con le dimissioni delle Ministre Bellanova e Bonetti», ha tuonato ieri dal Senato l’ex Premier fiorentino. Il Pd nel frattempo non sta a guardare e chiede a Conte un rilancio netto sul Recovery Plan con Mes, parità di genere, scuola, infrastrutture, cultura e commercio; sulla cabina di regia, il Nazareno chiede «la struttura sussidiaria, quindi di supporto, alla Pubblica amministrazione e non sostitutiva e dovrà anche interagire e aiutare le amministrazioni periferiche che altrimenti potrebbero avere problemi nella gestione di questi progetti».
Per il M5s invece le priorità del Piano per l’attivazione del Next Generation Eu sono giovani, digitalizzazione e green ma senza attivazione del Mes; il Ministro Mise Patuanelli oggi a Repubblica lo dice chiaro, «dopo Conte ci sono solo le elezioni e per il M5s la strada è alleanza con Pd e LeU». Infine proprio la Sinistra radicale di Liberi e Uguali a cui non bastano i 9 miliardi destinati alla Sanità secondo la prima bozza del Recovery Plan. Tutti contestano il piano Conte e tutti hanno modifiche da lanciare: dopo questa due giorni con Gualtieri e Amendola verrà fatta una sintesi a Palazzo Chigi per capire se e come proseguire in questa esperienza di Governo al momento sempre più fratturata e con diversi interrogativi sul nuovo anno in arrivo.