L’obbligo vaccinale rappresenta la soluzione di sanità pubblica più efficace secondo Fabrizio Pregliasco. Intervenuto in una diretta organizzata da Ali, Autonomie Locali Italiane, il virologo dell’Università di Milano ha spiegato senza mezzi termini che l’obbligo è necessario in un’ottica di «tutela della salute pubblica»: «E’ quello che è stato fatto per la vaccinazione dell’infanzia della legge Lorenzin che ha fatto rialzare le coperture vaccinali nei bimbi, facendo in qualche modo aderire quella quota di indecisi che era attorno al 15%».
Nel corso del suo intervento, Fabrizio Pregliasco ha evidenziato che in passato c’era più fiducia da parte degli italiani a proposito del vaccino, basti pensare alle lunghe file registrare negli anni Sessanta e Settanta. Oggi, invece, la situazione è decisamente diversa: «Si registra in molti questo dissenso, questo dubbio, rispetto alla vaccinazione. Questo accade anche perché i vaccini sono una scommessa che si fa quando una persona è in buona salute e non ha la contezza dell’utilità».
FABRIZIO PREGLIASCO: “RISCHIO TERZA ONDATA”
Nel corso della diretta organizzata da Ali, Autonomie Locali Italiane, Fabrizio Pregliasco si è poi soffermato sulla variante Covid inglese ed ha evidenziato che questa potrebbe «portare all’80 per cento il dato necessario relativo all’immunità di gregge». L’infettivologo ha evidenziato che ci vuole un’immunità di gregge importante per rendere la vita difficile al virus e al momento il 70% è il valore ben dichiarato, ma «ora comincia a esserci il problema della variante inglese che ha un R0 maggiore dell’originale».
Intervenuto all’Adnkronos, Fabrizio Pregliasco ha poi analizzato così l’attuale situazione epidemiologica: «Da un lato il lockdown sta mostrando il massimo che può fare nella modalità con cui è stato realizzato finora. Bisognerebbe farlo più stringente per ottenere più di questo. Se si aggiunge quel po’ di lassismo che ci potrà essere stato nelle feste che stiamo vivendo, il tutto rischia di concretizzarsi in breve in una terza ondata, o meglio un’onda di risalita dell’epidemia».