Duramente criticata per la sua presa di posizione sui vaccini Covid, Heather Parisi ha inviato una lettera aperta al quotidiano “La Verità” per fare chiarezza. La showgirl difende la sua libertà nel prendere posizione dopo gli attacchi ricevuti e le polemiche che hanno scatenato le sue dichiarazioni, per le quali ad esempio è insorto anche il virologo Roberto Burioni. Nella sua lettera ha citato Beppe Grillo, che ha affrontato con ironia la questione del vaccino, mentre lei ha risposto alla domanda se intende vaccinarsi entrando nel merito. A tal proposito, lamenta il fatto che le sue parole abbiano fatto più eco e suscitato più polemiche di quelle degli altri. «Io voglio credere alle autorità sanitarie e per questa ragione, per capire, ho consultato, tra gli altri, il sito ufficiale dell’Aifa dove ho trovato un documento con il titolo: Domande e risposte Ema su Comirnaty». Nella sua lettera aperta Heather Parisi solleva una questione importante in merito ai vaccini: quel che non si sa. «Sono rimasta sorpresa e preoccupata dalla serie incredibile di risposte che ho rinvenuto nel documento e che contenevano le espressioni» dubitative. Ad esempio, Ema spiega che lo studio su Comirnaty di Pfizer-BioNTech “non ha fornito dati sufficienti per stabilire in che misura funzioni nei soggetti che hanno già avuto Covid-19”. Così come non è noto al momento l’impatto della vaccinazione sulla diffusione del virus, né fino a che punto le persone vaccinate possano essere ancora in grado di diffondere il virus. Al momento non è neppure nota la durata della protezione.
HEATHER PARISI E I DUBBI SUL VACCINO ANTI COVID
Non ha tutti i torti però chi parla di contraddizioni. In una fase emergenziale come questa quel che conta è che il vaccino sia sicuro ed efficace. È evidente che risposte a determinate domande possono arrivare solo dopo il monitoraggio della vaccinazione. Inoltre, donne in gravidanza e bambini sono stati coinvolti in maniera molto limitata negli studi per questioni etiche. «Di fronte a questo quadro di informazioni, è davvero così sbagliato porsi qualche domanda e avere qualche dubbio?», scrive Heather Parisi su La Verità. Domandare è sempre lecito, dichiarare di non volersi vaccinare perché non ci sono informazioni esaustive su tutti gli aspetti del vaccino (posto che su sicurezza ed efficacia non vi sono dubbi) espone inevitabilmente a polemiche, perché per questo stesso motivo non si dovrebbero assumere determinati farmaci. Sulla libertà di scelta rivendicata da Heather Parisi la questione è diversa e la sua posizione è legittima. C’è la libertà di decidere di non vaccinarsi, se si lavora nella sanità ovviamente il discorso dovrebbe essere diverso. Dichiarare di non vaccinarsi perché, ad esempio, non si sa quanto duri la protezione, è però molto curioso.
“NON SI CONVINCONO INDECISI CON RICATTI”
Qualcuno comunque per la sua presa di posizione l’ha invitata a non farsi curare negli ospedali italiani in caso di necessità. «Sono cittadina di Hong Kong (mentre non sono cittadina italiana) dove vivo da dieci anni e le autorità di qui hanno sicuramente abdicato su molti diritti civili ultimamente, ma non hanno mai sollevato alcun dubbio o reticenza sulla volontà di assicurare trattamento sanitario a ogni cittadino, indipendentemente da come la pensa sui vaccini», prosegue a La Verità. E attacca: «A volte, la difesa dei diritti inviolabili del cittadino la trovi dove meno te l’aspetti». Heather Parisi parla poi di «ricatti morali e pratici» in riferimento alle possibili restrizioni per chi non si vaccina, ignorando i rischi non solo per sé, ma anche per gli altri. «Non si convincono gli indecisi trattandoli come paria, escludendoli dai servizi pubblici e negando loro il diritto di lavorare e muoversi», conclude Heather Parisi.