Evade dai domiciliari pur di non stare con la moglie, si presenta dai carabinieri e chiede di essere incarcerato. Vi assicuriamo che non si tratta di una barzelletta, ma di quanto accaduto realmente a Crotone. Protagonista un uomo che agli arresti domiciliari si era visto aggiungere, a suo avviso, anche un’altra pena: quella dettata dal trascorrere la detenzione tra le mura domestiche insieme alla moglie, con il quale il rapporto era ormai contrassegnato da continui litigi. Da qui la scelta di sottrarsi al doppio supplizio e di evadere dalla sua stessa casa. Una storia dai contorni comici quella riportata da “Il Messaggero“, a maggior ragione considerato che l’evaso – se così può definirsi – ben consapevole di aver violato la legge, appena uscito di casa non ha fatto altro che recarsi presso la caserma dei carabinieri più vicina, pronunciando all’appuntato di turno una frase che per molti mariti rischia di diventare un manifesto, o comunque un pretesto per prendere in giro le proprie consorti: “Preferisco andare in carcere piuttosto che stare a casa con mia moglie!“.
EVADE DAI DOMICILIARI PUR DI NON STARE CON LA MOGLIE
Battute a parte, la vicenda si è fatta più seria del previsto per il fuggitivo. La sua iniziativa, infatti, ha fatto sì che alla prima pena da scontare se ne aggiungesse una seconda per l’evasione messa in atto. A “graziarlo”, per sua fortuna, sono stati i giudici della Cassazione, che hanno ribaltato i primi due pronunciamenti del Tribunale di Crotone e della Corte d’appello di Catanzaro, che per quella fuga avevano comminato una reclusione aggiuntiva di 2 mesi e 20 giorni. I togati hanno invece sancito l’assenza di reato e giudicato l’uomo “non punibile per tenuità del fatto“. Decisivo per l’annullamento delle precedenti sentenze il fatto tra le altre cose che l’evaso non avrebbe fatto deviazioni lungo il percorso da casa alla caserma, dove ha dichiarato di preferire il carcere alla convivenza con la moglie. Nessuno pensi, però, di prendere ad esempio il fuggiasco: nella loro sentenza, infatti, i giudici hanno precisato che la loro scelta è dettata dal caso specifico e dal fatto che l’evasione sia durata giusto il tempo di recarsi in caserma. Se l’uomo si fosse trattenuto fuori di casa di più, neanche l’essersi presentato spontaneamente dai carabinieri lo avrebbe messo al riparo da una condanna aggiuntiva.