È durato circa un mese, tra la fine di aprile e gli ultimi giorni di maggio, l’interesse de Le Iene rispetto al caso Giada Nurry, moglie del viceministro della Salute Pierpaolo Sileri accusato di contemporanea gestione di affari pubblici (inerenti appunto alla sua carica) e privati, seppur indirettamente, dato che la moglie è impiegata in un’azienda che opera nella vendita di presidi medico-sanitari (mascherine incluse). La vicenda ha fatto tremare le gambe anche al datore di lavoro di Giada, Aldo Segante, che si è visto arrivare in azienda nel giro di pochi giorni sia i vigili urbani che (due volte) l’ispettorato del lavoro. Raggiunto anche lui dalle Iene, ha dichiarato di essersi fatto delle domande circa l’opportunità che Giada continuasse a ricoprire il suo incarico di agente: “È quello che ho detto alla signora Nurry quando lei è tornata in ufficio, per evitare il conflitto di interessi rispetto al quale io non posso fare nulla. Questa azienda ce l’ho da 35 anni. Le ho detto: ‘Guarda, se vuoi ti metti in aspettativa e aspettiamo fino a quando questo ruolo verrà a finire e tu potrai tornare a lavoro’”.
Giada Nurry nelle parole del suo datore di lavoro
Sono diverse le incongruenze tra quanto dichiarato da Segante e quanto invece sostiene Sileri, il quale presenta la moglie come una semplice propagantdista promoter che – dice – “non percepisce retribuzione aggiuntiva per gli affari conclusi”. Diverse le notizie fatte pervenire sul conto di Giada Nurry da parte del suo datore di lavoro: “È sempre stata solo ed esclusivamente una venditrice, un’impiegata assunta con il ruolo di addetta alle vendite. Negli anni passati ha ricevuto sempre premi, quasi sempre. Premi per il raggiungimento di vendite per gli obiettivi che le venivano dati, assegnati in azienda”.
Giada Nurry e la relazione ‘sconveniente’ con il viceministro Sileri
Già in passato, la relazione tra Pierpaolo Sileri e Giada Nurry era stata ostacolata da questioni lavorative. Il primo conflitto di interessi, in particolare, sorse all’epoca del loro fidanzamento, quando Sileri era ancora medico presso l’ospedale di Tor Vergata. Segante, ammettendo la sua preoccupazione, cercò di evitare che la Nurry frequentasse quella struttura. La preoccupazione, adesso, si è tramutata in paura per le sorti della sua impresa: “Mi dica lei come si fa a togliere un conflitto d’interessi in un’azienda che ha un dipendente, che lo assumi come addetto alle vendite e poi sposa una persona che poi diventa viceministro alla salute, io che posso fare?”.